pesticidi microbi metalli pesanti per farmaci d'importazione



dal corriere della sera di giovedi 7 giugno 2001

 Pesticidi, microbi e metalli pesanti «I pericoli nei prodotti importati»

Per aumentare l’efficacia c’è chi aggiunge alle erbe specialità farmaceutiche


Metalli pesanti, pesticidi e microbi: un altro rischio che può nascondersi
nei prodotti a base di erbe. «Negli anni scorsi abbiamo avuto segnalazioni
- dice Sergio Costantini dell’Istituto Superiore di Sanità - confermate
dalle nostre analisi, che preparazioni erboristiche della medicina ayurveda
contenevano metalli pesanti, come il piombo o il mercurio e pesticidi. Ora
gli importatori sono più attenti, ma l’Istituto ha elaborato un progetto di
ricerca su una quarantina di preparati ayurvedici, i più diffusi fra gli
oltre seicento presenti sul mercato, per valutare la presenza di
contaminanti, compresi i microbi, e i primi risultati saranno disponibili
l’autunno prossimo. Successivamente affronteremo il problema delle erbe
cinesi e di quelle coltivate in Italia». 
Alcuni preparati ayurvedici contengono metalli perché così prevede la
tradizione della medicina indiana, altre volte piombo e mercurio, che
possono avere effetti tossici sull’organismo, derivano, invece, dai terreni
contaminati. 
Il rischio-microbi è stato documentato da una ricerca appena condotta
all’Università di Vienna, che ha riscontrato, in numerosi preparati di
erbe, una notevole quantità di batteri coliformi. Si tratta di germi, di
solito presenti nell’intestino di uomini e animali, uccelli compresi, che
finiscono nel terreno e inquinano le piante. Quando vengono ingeriti
possono provocare disturbi intestinali. 
Oggi buona parte delle erbe consumate nell’Europa occidentale arrivano o
dall’Est europeo o dall’Asia, India e Cina soprattutto: per l’Italia la
quota arriva al 75 per cento. E a volte anche la lingua contribuisce a
creare problemi. Negli anni Novanta un’erba cinese usata per la cura
dell’obesità ha provocato danni renali a decine di europei e addirittura il
cancro in 18 persone. Chi aveva preparato le pastiglie aveva confuso la
Stephania tetrandra con l’ Aristolochia fangchi , un’erba dagli effetti
tossici. 
Ultimo rischio: quello delle sofisticazioni. Per aumentare l’efficacia dei
prodotti erboristici vengono aggiunti farmaci veri e propri e gli esempi
non mancano. Può succedere che prodotti dimagranti contengano amfetamine
perché aiutano a ridurre il senso di fame, oppure preparati di iodio perché
aumentano il metabolismo basale dell’organismo. 
Un’altra «truffa» è stata segnalata qualche tempo fa dalla rivista
scientifica British Medical Journal : ricercatori londinesi si erano presi
la briga di analizzare alcune creme a base di erbe cinesi, vendute come
rimedio per malattie della pelle, quali l’eczema. Risultato: contenevano un
potente cortisonico, il desametazone. Non stupisce, dunque, che queste
creme fossero risultate efficaci, ma dimostra come alcune persone si
illudono di ricorrere a cure alternative perché «naturali» e prive di
rischi, e si ritrovano a utilizzare un farmaco che, per i suoi effetti
collaterali, deve essere prescritto dal medico. Un’altra dimostrazione
della necessità di maggiori controlli a tutela del consumatore. 
 
A. Bz.