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pesticidi microbi metalli pesanti per farmaci d'importazione
- Subject: pesticidi microbi metalli pesanti per farmaci d'importazione
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 08 Jun 2001 20:04:34 +0200
dal corriere della sera di giovedi 7 giugno 2001 Pesticidi, microbi e metalli pesanti «I pericoli nei prodotti importati» Per aumentare l’efficacia c’è chi aggiunge alle erbe specialità farmaceutiche Metalli pesanti, pesticidi e microbi: un altro rischio che può nascondersi nei prodotti a base di erbe. «Negli anni scorsi abbiamo avuto segnalazioni - dice Sergio Costantini dell’Istituto Superiore di Sanità - confermate dalle nostre analisi, che preparazioni erboristiche della medicina ayurveda contenevano metalli pesanti, come il piombo o il mercurio e pesticidi. Ora gli importatori sono più attenti, ma l’Istituto ha elaborato un progetto di ricerca su una quarantina di preparati ayurvedici, i più diffusi fra gli oltre seicento presenti sul mercato, per valutare la presenza di contaminanti, compresi i microbi, e i primi risultati saranno disponibili l’autunno prossimo. Successivamente affronteremo il problema delle erbe cinesi e di quelle coltivate in Italia». Alcuni preparati ayurvedici contengono metalli perché così prevede la tradizione della medicina indiana, altre volte piombo e mercurio, che possono avere effetti tossici sull’organismo, derivano, invece, dai terreni contaminati. Il rischio-microbi è stato documentato da una ricerca appena condotta all’Università di Vienna, che ha riscontrato, in numerosi preparati di erbe, una notevole quantità di batteri coliformi. Si tratta di germi, di solito presenti nell’intestino di uomini e animali, uccelli compresi, che finiscono nel terreno e inquinano le piante. Quando vengono ingeriti possono provocare disturbi intestinali. Oggi buona parte delle erbe consumate nell’Europa occidentale arrivano o dall’Est europeo o dall’Asia, India e Cina soprattutto: per l’Italia la quota arriva al 75 per cento. E a volte anche la lingua contribuisce a creare problemi. Negli anni Novanta un’erba cinese usata per la cura dell’obesità ha provocato danni renali a decine di europei e addirittura il cancro in 18 persone. Chi aveva preparato le pastiglie aveva confuso la Stephania tetrandra con l’ Aristolochia fangchi , un’erba dagli effetti tossici. Ultimo rischio: quello delle sofisticazioni. Per aumentare l’efficacia dei prodotti erboristici vengono aggiunti farmaci veri e propri e gli esempi non mancano. Può succedere che prodotti dimagranti contengano amfetamine perché aiutano a ridurre il senso di fame, oppure preparati di iodio perché aumentano il metabolismo basale dell’organismo. Un’altra «truffa» è stata segnalata qualche tempo fa dalla rivista scientifica British Medical Journal : ricercatori londinesi si erano presi la briga di analizzare alcune creme a base di erbe cinesi, vendute come rimedio per malattie della pelle, quali l’eczema. Risultato: contenevano un potente cortisonico, il desametazone. Non stupisce, dunque, che queste creme fossero risultate efficaci, ma dimostra come alcune persone si illudono di ricorrere a cure alternative perché «naturali» e prive di rischi, e si ritrovano a utilizzare un farmaco che, per i suoi effetti collaterali, deve essere prescritto dal medico. Un’altra dimostrazione della necessità di maggiori controlli a tutela del consumatore. A. Bz.
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