LETTERA APERTA AL TAR DI LECCE su problema inquinamento a Taranto



Vi informiamo che in data odierna abbiamo inviato al TAR di Lecce la
lettera qui allegata, allo scopo di far sentire anche la voce dei tarantini
sul grave problema che attanaglia da anni la nostra amata città. Sappiamo
che le "parti interessate" si stanno incontrando attorno ad un tavolo
tecnico per trovare una soluzione in merito. Poichè "parte interessata"
ovviamente e drammaticamente lo sono tutti i tarantini, che però,
purtroppo, a quel tavolo tecnico non sono nè saranno presenti, intendiamo
con questo mezzo reclamare e pretendere il nostro diritto alla salute, alla
vera civiltà, al vero rispetto. RingraziandoVi per l'attenzione, inviamo
distinti saluti.
Al T.A.R. per la Puglia
Sezione Staccata di
L E C C E


Il caso TARANTO: una frontiera della salute.

Come già a conoscenza di codesto spett.le Ufficio, dinanzi al quale è stata
impugnata dall'avente diritto, una recente ordinanza del Sindaco di Taranto
ha disposto il blocco delle attività di cokeria tenute dal locale
stabilimento siderurgico ILVA, in quanto riscontrate non rispondenti ai
previsti limiti di legge in materia ambientale e di salute pubblica. E'
altresì noto che codesto Ufficio, ai fini di una valutazione esauriente
della controversia, ha richiesto al Comune di Taranto copia della
documentazione tecnica a supporto dell'ordinanza; documentazione che sarà
esaminata quale necessario elemento valutativo della richiesta di
"sospensiva" del provvedimento avanzata dall'ILVA. La comunità jonica
(studenti, lavoratori, liberi professionisti, semplici cittadini, compresi
i tanti appassionati tarantini Delfini Erranticostretti a vivere lontano
per ragioni di lavoro, ma fortemente legati e sensibili alle sorti della
loro amata città e da tempo impegnati a sollecitare e stimolare un
dibattito "virtuale" intorno a questo grave problema), pur nella
consapevolezza che codesto organo amministrativo è dalla legge chiamato a
pronunciarsi, in questa prima fase, non nel merito dell'atto impugnato ma
in relazione alla mera legittimità, tiene a sottolineare con forza quanto,
nel caso de quo, gli aspetti formali siano di arduo distinguo dagli aspetti
sostanziali della vertenza.
Qualche dato: nel 1971, 655 casi di neoplasia polmonare accertati su
Taranto; i casi diventano 812 nel 1981, 1092 nel 1991, 1196 nel 1996, e
1219 nel 1998; statisticamente, siamo al 25% oltre la media nazionale: una
progressione inesausta, sconvolgente; un prezzo indefinibile che Taranto
paga in contrappeso ad una pluriennale illusione di progresso (?!)
lumeggiata nel tempo dalle varie componenti socio-politiche nazionali e
locali; una qualità della vita che si commenta da sé. L'endemica fame di
posti di lavoro, è fuori discussione, ha avuto il suo ruolo
nell'accettazione sostanzialmente passiva (salvo qualche sussulto
propagandistico) di questa realtà; ma, chi legge le cifre si sarà reso
conto, oggi è veramente prossimo il limite oltre il quale c'è solo la
rassegnazione definitiva.
Siamo quindi qui a spingere, con convinzione e tenacia pari al nostro amore
per Taranto, affinché ci sia una svolta autentica nella considerazione
ambientale di questa città e dei suoi abitanti, da sempre ricattati nelle
promesse (politiche ed istituzionali) e nei fatti (lavoro in cambio della
vita). Rispettiamo le competenze e le iniziative delle parti in causa, ma
siamo fermamente e civilmente determinati oltre ogni supponenza; ci
fermeremo soltanto davanti ai risultati concreti e duraturi.


Bari, 5 giugno 2001                                     Francesco,
Giovanni, Alessandro Calia

per i "Delfini Erranti"