ricorso dell'ILVA al TAR, comunicato della UIL



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    data   30 maggio 2001  

   oggetto   Intervento del segretario generale della Uil Puglia, Aldo
Pugliese, sul ricorso al Tar dell'Ilva contro l'ordinanza del sindaco Di Bello


A chi ha la memoria corta, o finge semplicemente di non ricordare,
suggeriamo di ripassare un po' di storia, magari andandosi a rileggere cosa
è stato della siderurgia a Taranto negli ultimi 40 anni. Dal '60 in poi,
quando l'allora Italsider avviò la produzione dei tubi, lo stabilimento di
Taranto come entità separata da tutto il resto che la società aveva in
Italia. Sotto il profilo finanziario non è mai stata un'azienda colabrodo,
né mai ha sperperato denaro pubblico. Tanto che nel '94, ultimo anno in cui
faceva parte delle partecipazioni statali, il bilancio registrò un utile
netto di 565 miliardi. 
Questi sono dati inconfutabili, fatti concreti e non balle. Poi il 15 marzo
del '95 è stato fatto il regalo della privatizzazione dello stabilimento
siderurgico più grande d'Europa. E ci risparmiamo volentieri la lista dei
regali successivi fatti alla stessa azienda fino ai nostri giorni, perché
non basterebbe una pagina di giornale per elencarli. Regali sostanziosi e
certamente graditi, sotto forma di copiosi finanziamenti pubblici. 
Ma nell'Ilva pubblica gli impianti venivano puntualmente rifatti al termine
di ogni campagna. Se così fosse ancora, le cockerie 3, 4, 5 e 6 sarebbero
già state smantellate e ricostruite. Nell'Ilva "moderna", invece, nulla
accade. 
Il ricorso al Tar e addirittura al Capo dello Stato presentato dai vertici
del siderurgico contro l'ordinanza del sindaco Di Bello non ci meraviglia,
tanto che l'avevamo dato per scontato. Anche se l'inquinamento a Taranto
nel frattempo è aumentato, come peraltro gli stessi rilevamenti dell'Ilva
hanno paradossalmente dimostrato. Insomma, i poveri tarantini devono
attendersi un'estate calda e più inquinata rispetto a quella dell'anno
scorso perché temiamo che il Tar accolga anche questo ricorso.
Cerchiamo ora di immaginare la strategia dei vertici Ilva: prendere tempo
in modo da arrivare a trasferire a Taranto la produzione di
Genova-Cornigliano, portando da otto a dieci milioni la produzione annua di
acciaio. Nel frattempo si smontano le batterie di Cornigliano per poi
montarle a Taranto. Questo non è frutto della nostra fantasia ma è quanto
riportato dalla stampa nostrana e ligure. Da parte nostra, del resto, non
abbiamo mai creduto che la richiesta di tre mesi di tempo per reperire sul
mercato i pezzi che consentano di riamodernare gli impianti servisse
realmente a questo scopo. La cultura dello sfasciacarrozze cioè di
ricorrere all'usato e ricorrente e diffusa. Lo testimonia anche purtroppo
la morte di un operaio che stava smontando il motore di un altoforno fuori
uso. Anche De Gregorio lo ha ricordato nella sua ultima conferenza stampa.
Altro che impianti ecologici ed ultramoderni. 
Il vero obiettivo dell'Ilva, insomma, resta quello di aumentare del 25% la
produzione di acciaio a Taranto, peraltro senza offrire alla città e alla
sua gente contropartite degne di tale nome in termini di sicurezza e
salvaguardia ambientale. Ci appelliamo per questo ancora una volta al
Comune di Taranto e alle altre istituzioni locali perché pronuncino forte
quel "no" che finora non è stato mai pronunciato.
Anche l'incremento occupazionale letto correttamente, pur prendendo per
buono quanto dice l'azienda si evince che se sono stati assunti 7.300
lavoratori di cui 4.800 giovani, chi sono gli altri 2.500 lavoratori?
E' presto detto, nel conto delle uscite l'Ilva non mette tutte le attività
di appalto assorbite e che ora fa in proprio. Tanto per intenderci l'ICROT,
la Sidermontaggi, la Siet la Gescon 90, ecc., ecc., ecc., ecc.. Se si fa
questo calcolo scopriremo che la forza lavoro dell'ILVA è già diminuita dei
2.500 lavoratori dichiarati più tutti gli altri che sono davvero tanti.
Infine vogliamo ricordare che la chiusura delle batterie 3, 4, 5, 6 non
provocherebbero nessun contraccolpo sui lavoratori diretti o d'appalto
perché gia sono in funzione le batterie: 7, 8, 9, 10, 11, 12.  Tanto per
intenderci la cokeria è già pronta per l'aumento di produzione di 2 milioni
di tonnellate d'acciaio.



Il Segretario generale 
    (Aldo Pugliese)



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