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genova: collina di rumenta o di hi-tech?
- Subject: genova: collina di rumenta o di hi-tech?
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Thu, 26 Apr 2001 13:44:06 +0200
da repubblica di mercoledi 25 aprile 2001 Anche un rischio di frane scoperto durante i sopralluoghi Clamorosa indagine su una sospetta discarica nell'area dei container pronta a trasformarsi in parco tecnologico Collina di rumenta o di hitech? MARCO PREVE AVA ZUNINO GENOVA- La collina degli Erzelli, tra Sestri e Cornigliano, mostra quelli che i tecnici chiamano "distacchi del terreno"e normalmente si definirebbero crepe, sul versante verso l'autostrada: se ne sono accorti, ieri mattina, i Carabinieri del Nucleo Ecologico insieme al geologo Paolo Sommaruga e al chimico Tommaso Gerbino, periti nominati della Procura della Repubblica. Carabinieri e periti erano andati sulla collina per un'ispezione chiesta dal sostituto procuratore della Repubblica, Vittorio Ranieri Miniati che ha avviato un'inchiesta basata su tutt'altra vicenda: vuole capire se sulla collina sono stati seppelliti abusivamente dei rifiuti e se si, verificare che non siano nocivi. L'obiettivo dell'ispezione di ieri mattina, effettuata con un decreto che significa anche un avviso di garanzia per Aldo Spinelli, che è il presidente della società Rebora s.r.l., proprietaria dell'area, era prelevare parti del terreno per farle analizzare. Ma durante le operazioni per cintare l'area di circa mezzo chilometro quadrato su cui si indaga, il geologo ed i Carabinieri hanno notato i "distacchi del terreno", e adesso si indaga anche su questo fronte: la staticità della collina di Erzelli è a rischio? O si tratta invece di fenomeni superficiali?. La risposta arriverà nelle prossime settimane. Ieri intanto sono stati fatti i primi "carotaggi" per ottenere il materiale da analizzare ed è stato anche impiegato un apparecchio per la ricerca dei metalli negli strati profondi del terreno. Si chiama "georadar" e ieri in diversi punti avrebbe segnalato la presenza di metalli. Cosa che non significa automaticamente la presenza di possibili fusti contenenti rifiuti ma potrebbe voler semplicemente dire che negli anni, là sotto, sono finiti, chissà, pezzi di container o delle carrozzerie dei camion che a migliaia sono saliti sulla collina dove da tempo immemore si stoccano e si riparano container. Per ora, le zone in cui lo strumento ha segnalato la presenza di metalli sono state segnate con una vernice. Oggi proseguiranno i "carotaggi" e la ricerca con il "georadar"e probabilmente si scaverà in corrispondenza dei segni tracciati ieri. Ma che cosa può essere successo sulla collina che in questi anni era diventata per il ponente il simbolo di un riscatto mancato? Prima il sogno della Facoltà di Ingegneria al posto dei container, poi il "no" dell'Università, e ancora il Comune e gli enti pubblici che tentano di acquistarla per farne una cittadina dell'industria pulita; poi Aldo Spinelli che "soffia" l'affare alla Ponente Sviluppo e compra lui tutta l'area. Adesso la finanziaria che stanzia 30 miliardi per comprare la collina e costruire ad Erzelli la cittadella tecnologica, con la Marconi Communication che ha già nel cassetto un progetto per farne il più importante centro italiano di lavoro e di ricerca per la tecnologia e la telecomunicazione. Stavolta, invece di un no, arriva la magistratura e per la seconda volta nella storia della collina di Erzelli sequestra una parte dell'area. Ma che cosa è successo? Aldo Spinelli, consigliere comunale dei socialistirepubblicani, presidente della società proprietaria dei 395 mila metri quadri di Erzelli, non se lo sa spiegare. Dice: «Non abbiamo mai fatto nessun riempimento, nessuna discarica. Non so proprio cosa dire: noi ci siamo limitati a mettere a posto qualche tratto di strada e di piazzale. Abbiamo solo asfaltato il pezzo di strada per arrivare in cima alla collina e qualche altro tratto: c'era fango e abbiamo fatto i lavori anche su richiesta dei nostri clienti, che non vogliono i containers nel fango». L'inchiesta della Procura nasce, a quanto pare, dalle segnalazioni di abitanti dei quartieri limitrofi, che avrebbero detto di aver visto di camion che salivano ad Erzelli trasportando carichi che non erano i soliti container. «Non so cosa dire _ ripete Spinelli _ Sono tranquillo, lasciamo lavorare la magistratura, che possa fare tutte le ispezioni che ritiene. Noi di discariche non ne abbiamo fatto». Spinelli aveva acquistato la fetta più grossa di Erzelli nel 1998, dalla Cimi Montubi (ex Ilva). Negli anni precedenti aveva acquistato altre parti da privati, tra i quali l'allora imprenditore e oggi presidente della Regione, Sandro Biasotti. Ha completato così un insediamento che nella sua funzione di "deposito" e officina di riparazione dei container e officina per mezzi pesanti, è in vita da decenni. Lo diventa negli anni in cui nasce la grande "spianata", una collina tagliata per ottenere il materiale con cui fare i riempimenti a mare dell'Italsider e dell'aeroporto. Un intervento che negli anni ha mostrato le corde: Erzelli adesso, dicono i geologi, è una specie di catino che raccoglie le acque ruscellanti di diversi rivi. Il problema è quello che nel 1994 rischia di provocare un disastro alluvionale: le acque piovane scendono da Erzelli come su un toboga e allagano i grandi insediamenti industriali della zona di via Siffredi, a cominciare da Elsag Marconi. Ed è proprio all'epoca che la collina viene sequestrata e che la magistratura interviene. Il primo magistrato ad occuparsene, tra l'altro, è proprio Vittorio Ranieri Miniati che oggi ha ripreso in mano la vicenda e che allora se ne occupò per un breve periodo. Il Comune, in questi anni, ha provveduto a mettere in sicurezza la parte a valle dei rivi, creando una sorta di "imbuto" per raccoglierne le acque ed evitare così gli allagamenti a valle.
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