sostenibilita': le regioni alla sfida verde



dal sole24ore.com di lunedi 2 aprile 2001

 
Le Regioni alla sfida verde
La classifica sulla sostenibilità ambientale delle Regioni italiane
elaborata dal sole-24 Ore e Ambiente Italia: Trentino in testa, Sicilia in
coda
di Giovanni Volpi 


A guardare solo la prima e l’ultima posizione della classifica sulla
sostenibilità ambientale delle regioni italiane, elaborata dal Sole-24 Ore
e Ambiente Italia, si potrebbe pensare che sia sempre la solita storia:
Trentino Alto Adige in testa e Sicilia in coda, quindi ottimi risultati al
Nord e Sud in difficoltà.
Ma non bisogna farsi ingannare. Non è così, e scorrendo la classifica le
sorprese sono davvero tante. Si sfata per prima cosa un altro luogo comune,
e cioè che nelle aree ricche si consumano maggiori risorse e quindi c’è più
inquinamento, mentre nelle regioni più povere, dove ci sono minori consumi,
si fanno meno danni all’ambiente.
In secondo luogo, lo scenario è più positivo di quanto le diverse emergenze
sul territorio potrebbero far pensare: fatto 100 il risultato migliore, il
Trentino Alto Adige, totalizza 79 punti mentre la Sicilia è a quota 53.
E tra i due estremi, più vicini del previsto, emergono altri risultati
inaspettati: regioni industriali per antonomasia, come Piemonte e
Lombardia, sono rispettivamente al terzo e al quinto posto per
eco-sostenibilità; altre aree a forte impatto produttivo, come il Veneto, o
che hanno un forte ruolo industriale nel Mezzogiorno, come la Puglia, sono
invece nelle ultime posizioni; regioni ritenute storicamente innovative
nella tutela dell’ambiente, come Emilia Romagna e Toscana, gravitano a metà
classifica senza infamia e senza lode; e sta peggio chi ormai vive
soprattutto di turismo, ma sul territorio ha anche raffinerie, impianti
siderurgici, petrolchimici e termoelettrici, come nel caso di Liguria e
Sardegna.
Il livello di emissioni in atmosfera di biossido di zolfo (SO2), per
esempio, penalizza proprio le regioni con grandi poli industriali ed
energetici probabilmente ancora poco aggiornati dal punto di vista
ambientale. Un dato che ha un peso indiscutibile sulla coda della
classifica. Basti pensare che secondo l’Agenzia nazionale per la protezione
dell’ambiente (Anpa) la Sicilia emette annualmente il 26% del totale
nazionale di SO2. E che sommando le emissioni dell’isola a quelle di Puglia
(10%) e Veneto (16%), si arriva al 52 per cento.
Nella gestione dei rifiuti urbani e della depurazione degli scarichi dei
capoluoghi di provincia è possibile vedere una parte della capacità di
risposta pubblica. E non sempre i due settori vanno di pari passo: se nel
primo caso, ad esempio, la Lombardia emerge come la regione più virtuosa
del Paese (con solo 171 kg pro capite annui smaltiti in discarica), per la
depurazione è invece la peggiore d’Italia, perché sconta la totale assenza
di trattamento degli scarichi civili di Milano (anche la Toscana sarebbe in
una posizione complessivamente migliore se Firenze avesse un depuratore).
L’indice di eco-sostenibilità Sole-24 Ore/Ambiente Italia abbatte così i
più banali stereotipi dell’ecologismo ed è il risultato di una scelta
innovativa degli indicatori che fotografano il peso delle attività umane
dal punto di vista ambientale, la cosiddetta antropizzazione del territorio.
Per la prima volta indici classici di pressione (le emissioni di anidride
carbonica, di ossidi di azoto e di SO2; il numero di auto circolanti; il
carico agro-zootecnico di azoto e fosforo) si mescolano con la capacità di
risposta attuata sul territorio in senso tradizionale (intensità
nell’utilizzo delle risorse energetiche, rifiuti, depurazione, territorio
protetto) e in senso innovativo (agricoltura biologica, imprese certificate
Iso 14000, abusivismo edilizio, gestione dell’ambiente urbano).
Come si può vedere dalla classifica manca la Valle d’Aosta. «La sua assenza
- afferma Duccio Bianchi, direttore di Ambiente Italia - si spiega con il
fatto che questa regione ha valori completamente anomali, dovuti
soprattutto alle dimensioni molto ridotte e alla fortissima percentuale di
territorio alpino. Il suo inserimento avrebbe falsato molti risultati,
impedendo di apprezzare le differenze tra le altre regioni del Paese».