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rassegna stampa su convegno anti - tebio
- Subject: rassegna stampa su convegno anti - tebio
- From: bruno at aleph.it
- Date: Sun, 21 May 2000 13:26:13 +0200
Dal secolo xix, pagina 10, 21.5.2000 TEBIO, E’ PARTITA L’OFFENSIVA Pecoraro Scanio a Genova al contro-convegno ambientalista sulle biotecnologie. La questura mobiliterà tutti gli agenti. In teatro col ministro per boicottare le manipolazioni. In contemporanea al dibattito genovese la protesta davanti alla multinazionale Novartis di Varese. Genova. Ribellarsi e natura le Con questo grido dì battaglia ieri sì sono riuniti al Teatro della Tosse di Genova centinaia rappresentanti del movimento di protesta contro gli organismi ge-neticamente modificati. Tra il pubblico, giunto da tutta Italia, anche il ministro (verde) alle Politiche agricole Alfonso Pecoraro Scanìo. Il dibattito di ieri è stato solo l’antipasto di quello che succede-rà dal 24 al 26 maggio. Mentre all’interno della Fiera di Genova sì svolgerà la mostra - convegno internazionale sulle biotecnologie "Tebio", a cui saranno presenti ricercatori di tutto il mondo, la città sarà invasa da migliaia di manifestanti. Sotto la sigla "Mobiltebio" si sono raccolte finora più di 700 associazioni: un arcipelago che vede insieme ambientalisti, centri sociali, sinistra e volontariato cattolico, animalisti, e che ha la sua sede virtuale su Internet (www.tebio.org). I preparativi della protesta sono già iniziati. Ieri mattina un boato ha scosso il Teatro della Tosse, alla notizia che in quello stesso momento altri aderenti di Mobiltebio stavano manifestando davanti alla multinazionale Novartis a Origgio (Varese). E la questura genovese, in previsione di quello che succederà, ha deciso di distaccare sul territorio il numero maggiore di agenti disponibili, a costo di svuotare gli uffici amministrativi, Il 25 maggio chiuderanno i servizi passa-porti, stranieri, comunicazione cessione fabbricati. Il 24 e il 26 sono probabili disservizi. «Tebio non sarà la Seattle italiana. Gli ambientalisti hanno nel loro Dna la cultura della non violenza», assicura Ivan Verga leader dei Ver-di ambiente e società. «Mobiltebio ha la non violenza fra i suoi ci principi di base» dice Stefano Lenzi, della segreteria tecnica di Mobiltebio. «Stiamo lavorando tutti perché sia una manifestazione pacifica», assicura Antonio Bruno, dell’Altro polo. Il dibattito di ieri intanto ha sollevato interrogativi sui cibi che finiscono sulle nostre tavole. «Nella polenta che si acquista in Italia — ha rivelato Gianni Tamino, dell’Università di Pavia — c’è almeno l’uno per cento di mais transgenico. Questo anche per-ché nel ‘98 le ditte produttrici lo hanno regalato ad agricoltori italiani sacchetti di mais modificato: Il rischio è la contaminazione. Di queste nuove specie non si conoscono ancora gli effetti sull’uomo». Gianfranco Bologna, presidente nazionale wwf ha snocciolato altri dati. «Tra il ‘98 e il ‘99 le colture transgeniche sono cresciute nel mondo del 44%». Andrea Castanini la LETTERA Il progresso scientifico e la tutela dell’uomo Di fronte al diffondersi del pensiero irrazionale, spesso raccolto e enfa-tizzato dai media, riteniamo sempre più necessario appellarci alla ragione scientifica per la soluzione dei problemi che nascono dal diffondersi delle nuove tecnologie. I grandi temi della biotetica, delle biotecnologie, degli interventi medico farmaceutici meritano una discussione pacata e razionale. Ditale discussione fa parte anche una analisi dei rapporti economici internazionali, in particolare per ciò che concerne il rapporto tra nazioni sviluppate e paesi del terzo e quarto mondo, nonché dei rischi derivanti dalla brevettazione di prodotti rilevanti per le esigenze primarie e addirittura per l’alimenta-zione. L’impressionante sviluppo della ricerca biotecnologica e l’imprevedibilità di alcuni scenari rendono necessarie meditate riflessioni su problemi etici, di sicurezza, di protezione e utilizzazione dei risultati. Su questi problemi è indispensabile un confronto onesto, responsabile e tecnicamente informato alfine di evitare da un lato pericolose manipolazioni dell’opinione pubblica, dall’altro di estinguere un insieme di risorse umane e scientifiche di portata incalcolabile per l’umanità. Nella convinzione che il progresso scientifico non sia incompatibile con la tutela dell’uomo, ma che invece possa essere diretto a rendere la vita più libera e felice, con la riaffermazione del principio che l’uomo debba comunque costituire il fine e il limite di ogni progresso tecnico intendiamo contribuire a promuovere la divulgazione di notizie a livello della popolazione non specìalizzata, che solo attraverso la conoscenza dei fatti potrà esprimere il proprio meditato parere. Franco Ajmar, Guido Alpa, Franca Avonzo De Marini, Enrico Beltrametti. Italo Benso, Marco Bianchi. Cesare Campart, Elio Cattini, Antonio De Flora, Marco Evangelisti. Edgardo Loewy, GlunIo Luzzatto, Giuseppe Manzitti, Gianni Marongiu, Giovanni Persico Ambrogio Puri, Giovanni Salvarezza, Glorgio Schiano di Pepe L’INTERVISTA «Non rifiuto a priori il confronto ma combattiamo i semi transgenici Genova. E’ stato accolto con un’ovazione dagli organizzatori di "Mobilitebio", e con un’altra ovazione è stato salutato al termine dell’intervento. Ha contribuito con centomila lire alla raccolta di fondi promossa dai centri sociali genovesi per una campagna di informazione alternativa a quella delle multinazionali. Ha promosso sul campo a suo diretto collaboratore Gianni Tamino, uno dei ricercatori intervenuti al dibattito di ieri. Una mattinata intensa quella del ministro verde delle Politiche agricole Alfonso Pecoraro Scanio. Ma non avara di soddisfazioni. Ministro, la sua decisione di ritirare il patrocinio al convegno sulle biotecnologie Tebio ha scatenato un pandemonio. «Non rifiuto a priori il confronto sulle biotecnologie. Ma non posso fare a meno di ricordare che la commissione agricoltura della Camera da me presieduta negli anni scorsi è stata la prima in Europa a studiare l’argomento e a richiamare all’applicazione del principio di precauzione nella semina di specie agricole geneticamente modificate, Il convegno Tebio è una vetrina legittima delle biotecnologie. Ma come ministro non potevo dare il mio appoggio a qualcosa che è opposto alla filosofia agricola che ispira il mio pensiero». Il premier Giuliano Amato, però, ha confermato il patrocinio della presidenza del consiglio al convegno internazionale che si svolgerà a Genova. «Credo che questi poveretti della presidenza del consiglio siano stati pressati in ogni modo dagli organizzatori del convegno. Ma la posizione di Amato è comunque legittima, perché il governo rappresenta anche altri settori, oltre all’a-gricoltura, ed è importante che ci sia un’attenzio-ne del governo alla ricerca e al dibattito». Ouesto non vale anche per l’agricoltura? «La ricerca in questo settore è accettabile solo in laboratorio e non con coltivazioni in campo aperto. lo ho il dovere di difendere i! modello di agricoltura italiana, che è biologica, di qualità e ricca di biodiversità. Non è solo un problema etico, ma economico. Ed è anche una difesa dell’occupa-zione nel nostro Paese, Il nostro modello di agri-coltura crea lavoro e manodopera. Nell’altra, quella delle piante geneticamente modificate, ci sono grandi spazi e pochi addetti: il principio è quello dell’industrializzazione dell’agricoltura». Alcuni l’accusano di ostacolare il progresso e la ricerca. «La mia non è una posizione nè estremista nè fondamentalista, ma dì grande pragmatismo. Il costo per la collettività di un caso come quello della mucca pazza è stato infinitamente superiore al guadagno immediato di chi ha lucrato sugli allevamenti intensivi. Sarebbe irresponsabile butta-re il denaro del cittadino facendo certe scelte che domani rischiano di costarci ancora più care». E quali sono le alternative? «Se in campo alimentare siamo il Paese più co-piato nel mondo una ragione ci sarà. Il fatturato del nostro comparto agroalimentare è di 250 mila miliardi, un quarto del prodotto interno lordo. Molti di questi sono prodotti tipici di qualità, legati a settori strategici dell’industria di lavorazione e trasformazione. E sono sempre più numerosi i settori dell’agricoltura che chiedono prodotti naturali». 11 governo bloccherà la sperimentazione? «La posizione del governo sulle coltivazioni geneticamente modificate è molto chiara: siamo intenzionati a sospendere ogni autorizzazione di nuove coltivazioni in campo aperto. Nelle ultime settimane sono state respinte sette richieste di sperimentazioni. Inoltre c’e un impegno del presidente Amato ad arrivare all’etichettatura di processo. Ciò significa che in ogni fase della produzione di un alimento si deve sapere se vengono uti-lizzati organismi geneticamente modificati. Credo che adotteremo anche altri provvedimenti». Gli ambientalisti denunciano che a molti agricoltori italiani vengono regalati semi geneticamente modificati. Ho chiesto un controllo al settore antifrode del ministero. Nel frattempo ho chiesto alle Regioni di attivare le Arpal. Se si regalano sementi a un contadino e lui non sa che sono geneticamente modificate potremmo essere davanti al reato di truffa. Qualcuno vuole metterci di fronte al fatto compiuto, e qesto non è accettabile». A Genova ci sono timori che la manifestazione di protesta contro Tebio del 25 maggio provochi problemi di ordine pubblico. «Alla violenza nell’introduzione delle biotecnologie sul mercato, le vittime della biopirateria devono rispondere con la non violenza. Se ci saranno problemi di ordine pubblico chiederemo di identificare i mandanti». Andrea Castanini Dal Lavoro, pagina 3 21.5.2000 di ALBERTO Puppo PECORARO, GUERRA AI BIOPIRATI Il ministro : nel governo siamo tutti d’accordo Il responsabile del dicastero delle politiche agricole ieri a Genova a fianco degli organizzatori della protesta contro il convegno sulle biotecnologie : "Alle furbizie delle multinazionali - ha detto - dobbiamo rispondere con la nonviolenza delle vittime". Un avvertimento : "Vigileremo anche contro chi vuole provocare disordini". UN BIGLIETTO da centomila nella cassetta dell’autofinanziamento, una violenta arringa contro le multinazionali del biotech agroalimentare. Non ha difficoltà, il ministro Alfonso Pecoraro Scanio, a conquistare le decine di ambientalisti presenti al ‘controconvegno’ anti-Tebio, la mostra dedicata alle biotecnologie che scatterà mercoledì prossimo alla Fiera. Ma Pecoraro Scanio, i cuori ribelli li aveva in realtà già conquistati un paio di settimane fa, quando aveva annunciato la revoca del patrocinio del ministero a Tebio e, pochi giorni fa, quando aveva rincarato la dose, ufficializzando la sua indisponibilità a presenziare alla manifestazione, preferendo l’invito dei contestori di Mobilitebio, coordinamento che ormai conta oltre 300 adesioni. L’accorato intervento del ministro fa dimenticare a tutti la defezione di Vandana Shiva, scienziata indiana, simbolo della lotta per la difesa delle biodiversita, bloccata in patria. Pecoraro Scanio parla dopo Gianni Tamino, docente padovano, membro del comitato della presidenza delle repubblica sulle biotecnologie e annuncia, nel tripudio generale, di averlo reclutato nella sua sq1uadra mini-steriale. Inevitabi e ripartire dal no al patrocinio. «Lo ritene-vo un atto scontato. E trovo discutibile alcune mistificazioni. Lo non ho mai avuto difficoltà a confrontarmi seriamente. E’ evidente che il mio ministero non poteva appoggiare un’iniziativa apertamente in contrasto con la politica agricola del nostro paese. La stessa commissione parlamentare, che ho presieduto, ha concluso i suoi lavori ribadendo la sua contrarietà all’apertura al mercato di organismi geneticamente modificati. La lettera di Amato? Capisco la presidenza del consiglio, cbissà quante pressioni... Ma nel governo non c’e’ divisione. Amato non ha voluto dare nessun schiaffo, altri ministri patrociniano Tebio. E’ giusto che lo faccia Letta, perchè una cosa è la ricerca in laboratorio e la sperimentazione di prodotti a tutela della salute e della vita, altro le scelte agricole. Sarebbe un grave errore pero’ se Letta, che deve comunque cominciare a porsi il problema del biotech, si preoccupasse di che cosa e meglio per l’agricoltura italia Alfonso Pecoraro Scanio, in materia, è uno schiacciasassi. <Ho sentito qui esperti che si dichiarano disponibili all’utilizzare processi già possibili in natura. Sono d’accordo. Credo che industrie biotech responsabili accetterebbero la proposta subito. E si renderebero conto che qui non c’è nesunn. khomeinista. Invece la loro intenzione è di metterci di fronte al fatto compiuto». E allora ben venga il dissenso, anche quando si manifesta in modo clamoroso, come il bliz del wwf a saronno, contro lo stabilimento dela Novartis, azienda leader del settore. "Sono d’accordo con tutte le manifestazioni pacifiche e nonviolente. Alla biopirateria delle multi-nazionali noi dobbiamo rispondere con la nonviolenza delle vittime». Argomento delicato, in vista della mobilitazione anti-Tebio. Pecoraro Scanio lancia l’allarme per possibili infiltrazioni all’interno del movimento. «Ho chiesto al ministro dell’Interno Enzo Bianco di verificare il ri-schio di provocazioni strumentali a fini politici impropri. Che nessuno ci provi, perchè risaliremo ai mandanti». Vigilanza sui provocatori, vigilanza quotidiana sul comportamento delle~ industrie. Di fronte all’ipotesi, tutt’altro che accademica, che le aziende re-galino semi transgenici garantendo raccolti record ma, soprattutto, senza segnalare la particolarità dell’offert a1 Pecoraro Scanio annuncia di avere attivato gli ispettorati antifrodi perchè sondino tutte le possibilità di controllo, arrivando alle ispezioni nei silos. «Contro l’illegalità dovremo avere, da subito, un polso fermo». In questo senso va l’invito1 formulato «da avvocato» agli agricoltori che vivono a contatto con campi coltivati con Semenze modificate, a chiedere l’intervento della magistratura. Ce n’è anche per l’ambasciatore americano, impegnatissimo a dimostrare la bontà del proprio sistema bioteche determinato, nei giorni scorsi, a convincere il ministro. «Fa il suo mestiere, ma rivendico il diritto di non vedermi imposto il pensiero unico agroalimentare». La polizia mobilitata chiusi anche alcuni uffici Gli organizzatori continuano ad assicurare che le manifestazioni di Mobilitebio si svolgeranno in maniera assolutamente pacifica. Certo è che, per la questura genovese, i giorni di Tebio non saranno di ordinaria amministrazione. Al punto che l’ufficio di gabinetto informa i cittadini che «la predisposizione sulle di adeguati servizi a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica ha richiesto il massiccio impiego di personale della Polizia di Stato addetto agli uffici della Questura. Tale circostanza potrà determinare, nelle giornate di mercoledì 24 e venerdì 26 maggio alcuni disservizi nella normale attività di ‘sportello’ per il pubblico (licenze e pratiche amministrative, porti d’arma, rilascio e rinnovo di passaporti e permessi di soggiorno" Il 25 stop all’Ufficio Stranieri, alla Comunicazione di Cessione Fabbricati, collegamenti allarmi al 113. LA SCHEDA GLI ARGOMENTI DEL CONVEGNO DAI VACCINI ALLE COLTIVAZIONI IL COMITATO scientifico comprende il premio Nobel per la Medicina, Renato Dulbecco, Leonardo Santi nella veste di responsabile e il suo successore all’Ist, Lucio Luzzatto, ancora sotto le insegne dello ‘Sloan Kettering Cancer Center’ di New York. E poi il rettore Sandro Pontremoli, esperti e pei giapponesi, cinesi. Il tutto con l’appoggio, su alcuni fronti, dell Unesco. Tebio scatterà alle 8.45 di mercoledì 24 maggio. orum sul ‘Monitoraggio dei rischi per il genere umano e per l’ecosistema e informazioni sull’accettabilità sociale delle biotecnologie’. Tra gli altri Sergio Zavoli, Ersilio Tonini. Secondo appuntamto alle 11.30, con la Politica Industriale Biotecnologica. Nel pomeriggio seconda sessione del forum. In contempoporanea spazio ai nuovi vaccini e alle tecnologie in vitro. Il giorno dopo si ricomincerà con le terapie immunologiche e i trapianti, mentre in un’altra saIa si approfondiranno le terapie genetiche e l’ingeneria genetica applicata ai tessuti. Fin qui le applicazioni mediche. Ma già dal pomeriggio precedente si sarà iniziato a sviscerare il tema su cui si appunta la stragrande maggioranza delle prottte. Titolo: ‘Agricolture, food and fisheries industry’. Primo approccio: uno sguardo d’isieme sulla biotecnologia applicata alle piante, ai suoi risultati e alle sue prospettive. Alle 11.30 l’incontro detestato da Mobilitebio: lo show case, una sorta di presentazione commerciale da parte delle maggiori azìende del settore, a cui parteciperanno Novartis, Monsanto, Aventis CropScience, Pioneer Hi-Breed, Plantechno, Tecnogen e Metapontum Agrobios. A seguire fuoco sull’impatto ambientale del biotech in agricoltura. Poi ultimi ultimi Confronti su acquacoltura e nutrizione. Altro terreno: quello dei possibili utilizzi delle biotecnologie in campo ambientale, per il trattamento degli inquinanti e la bonifica delle acque. Non mancheranno lo studio di strumentì finanziari che possano permettere la creazione di nuove aziend, nuovi prodotti e tecnologie sfruttabili commercialmente e uno sguardo d’insieme sulle applicazioni informatiche per lo studio delle bìodivesità e delle strutture molecolari. Ma la Fiera, in quei giorni non ospiterà soltanto il convegno scientifico. In contemporaneamente i padiglioni si trasformeranno in una delle più grandi esposizioni mai realizzate dalle gran multinazionali. In più di 60 hanno chiesto ed ottenuto un proprio spazio. Da Lilliput alla Terra di Nessuno Chi sono e cosa chiedono i nemici dell’agricoltura manipolata DIFFICILE capire come, in un così breve lasso di tempo, sia potuta sbocciare una realtà così grande e organizzata come Mobiilitebio. Il coordinamento na-zionale di mobilitazione contro il convegno -mostra-mercato delle biotecnologie Tebio (dal 24 al 26Maggio al fa Fiera di Genova) ha raccolto le adesioni, in poco più di un mese, di 300 associazioni da tutta l’Italia. Il capo della matassa si può rinvenire nella Rete Lilliput, una realtà nata po-co prima di Seattle, contro la glo-balizzazione e la mondializzazione, a favore di un commercio equo e solidale. «La Rete Lilliput—spiegano i due responsabi-li Fabio Lucchesi e Alberto Zoratti — comprende una ventina di associazioni, tra cui Nigrizia, dei frati comboniani missionari in Africa, Manitese, la storica as-sociazionedi cooperazione internazionale, l’Associazione Bilan-ci di Giustizia composta da 350 famiglie che mensilmente presentano analisi di mercato per spostare il consumo secondo i canoni di un commercio equo e solidale. Anche il Wwf, nefa parte,e Co-sii missionari Beati Costruttori di pace e Pax Christi». Il primo input per la nascita di Mobilitebio è scàturito proprio dal tavolo di coordinamento nazionale della Rete Lilliput, insieme al coordinamento dei Sindaci dei Comuni Antitransgenici (che fino a oggi sono 32 «ma - dice Renato Bologna del Comitato con-tro la manipolazione genetica degli alimenti - in due terzi dei comuni italiani sono state depositate le mozioni per diventare anti-transgenici»). In breve hanno risposto all’appello le associazioni che figurano oggi nel comitato. promotore.Le realtà sono tante e diverse, grandi come la Bottega Solidale — che a Genova conta 5 floridi punti vendita—o più piccole,come l’Associazione Apriti Sesamo «nata circa un anno fa — come spiega Chiara Capini, 25 anni, studentessa da anni impegnata nel sociale — per approfondire i temi dell’economia etica con seminari e corsi di formazione». 115 ragazzi genovesi che la compongono sono riusciti a raccogliere 20(50 firme per la campagna Sdebitarsi, che chiede l’annullamento dei debiti internazionali dei paesi poveri. Vitale è l’apporto al Comitato Promotore dei due centri sociali genovesi Terra di Nessuno e Zapata, attorno ai quali gravitano gruppi come il Collettivo Pinelli, il Comitato Amazzònia,e Ya Basta! «per la dignità dei popoli e contro il neoliberismo>, come spiega Chiara, 22 anni, del Centro sociale Terra di Nessuno. Con Matteo dello Zapata, Chiara tiene a precisare che «il Comitato promotore di Mobilitebio effettua in questi giorni, con le contromanifestazioni organizzate per Tebio, una prova generale di quella che sarà la pacifica contestazione al G8». Dall’associazione Cose di Casa — impegnata come Robe dell’Altro Mondo e Azad, a spingere il mercato verso un commercio equo e solidale — parla Paola, 40 anni, che ha vissuto con fervore l’apertura delle frontiere in Europa, per poi constatare, con amarezza, che «è servita solo a liberare la circolazione delle merci». (francesca forleo) Le adesioni a quota 363 DAL SITO, continuamente aggiornato di Mobilitebio (www.te-bio.org/ mobilitebio.htm), risulta che sono arrivate a 363 le adesioni al coordinamento. Di queste, 22 costituiscono il comitato promotore: Rete Lilliput, Apriti sesamo, Azad, Bottega solida-le, C.n.c. universitari, Centro ligure di documentazione per la pace, i centri sociali La talpa e 1'orologio, Stato di allucinazione, Terra di nessuno, Zapata, Comitato Amazzonia, Comitato contro la manipolazione genetica degli alimenti, Comunità di San Benedetto a Porto, Lav Lega antivivisezione italiana) Cose di casa, Legambiente Liguria, Marea, Progetto continenti, Roba dell’altro mondo, Va basta!, Wwf li ria, Coor-dinamento Nazionale contro la Manipolazione Genetica. Le adesioni genovesi sono una quarantina. Vi rientrano singoli e associazioni, partiti e sindacati circoli Arci. Dalle altre città hanno risposto molti centri sociali, l’Associazione degli astronauti autonomi, personalità come Fulco Pratesi, lo scrittore Ettore Masina, la presidente del comitato per i diritti umani alla Camera, Lea Massari, e Vandana Shiva, direttrice del Research institute for science, technology and ecobogy di New Delhi. Dalla Stampa 21.5.00 pagina 6 BIOTECNOLOGIE, PECORARO PUNTA I PIEDI Il ministro contro una manifestazione patrocinata da Amato di Paolo Lingua GENOVA Dal 24 al 26 maggio, a Genova, presso la Fiera internazionale, si volgerà la mostra-convegno «Tebio», dedicata alle biotecnologie. la manifestazione è contestata, soprattutto per gli interventi transgenici nel settore alimentare, zootecnico e agricolo, da centinaia di associazioni e movimenti ambientalisti. E’ sorto un controcomitato «Mobilitebio» per coordinare, nei giorni della manifestazione, sit-in e marce pacifiche. Ieri «Mobiltebio» ha organizzato in un teatro del capoluogo ligure un convegno al quale ha preso parte il ministro delle Politiche agricole, Alfonso Pecoraro Scanio. Il ministro nei giorni scorsi ha tolto il patrocinio del suo dicastero già concesso alla manifestazione, mentre questo patrocinio contestualmente, è stato confermato dal governo. Contraddizione di termini? Lacerazione politica? «Nessuna contraddizione - ha detto il ministro - perché il governo Amato riassume in sé tutte le parti in causa, cioè i centri di ricerca e i produttori, senza contestare quelli che si occupano di biotecnologie a scopi medici e sanitari». Al dibattito hanno preso parte personaggi della vecchia sinistra, Don Andrea Gallo, il prete genovese che assiste tossicodipendenti e prostitute, oltre a Gianfranco Bologna, segretario generale del WWF. Seduta tra la folla anche Marta Vincenzi, presidente della Provincia, che ha tolto il patrocinio alle manifestazioni, suscitando un vespaio di polemiche. Però bisogna andare alle tavole rotonde e discutere - ha dichiarato la Vincenzi- superando preconcetti e andando a fondo del problema. Non dobbiamo dare l’impressione che la classe politica sia supina di fornte alle durissime leggi di mercato imposte dalla globalizzazione. Dobbiamo capire le ragioni di tutti, superare gli eccessi, ma difendere prima di tutto la salute dei cittadini. Altrimenti che razza di sinistra saremmo ?" Il Verde: ho scelto la coerenza "Non posso stare con chi nega le mie idee. Letta ? ognuno badi alle sue competenze. Renato Rizzo Prologo d’una ribellione. A raccogliere, e a enfatizzare, la pro-testa del fronte del no alla «privatizzazione della materia vivente e alla produzione e commercializzazione su scala industriale degli organismi geneticamente modificati» è stato convegno in modo assolutamente esplicito: centomila lire regalate, a titolo personale, ai giovani dei Centri Sociali che scandivano lo slogan «Liberarsi è naturale». Il gesto ha tutti i crismi di un esibito strappo con Palazzo Chigi e s’intreccia con un avvertimento espresso ((in chiaro» a Letta: si limiti a occuparsi del suo dicastero senza invasioni di campo, lasciando l’Agricoltura a chi ne è responsabile. Ministro, incominciamo dallo «schiaffo» del presidente del Consiglio. «No, guardi, Amato non ha voluto dare proprio nessuno schiaffo. E’ tutto assai semplice: nè lui ha chiesto a me di ridare il patrocinio a Tebio, né io a lui di toglierlo. E’ un problema di competenze: ognuno. rispetta le proprie». E le competenze prevedono che nel governo, coesistano posizioni ideologiche diametralmente opposte? «Le assicuro che Amato ritiene coerente la mia scelta. Perché sa che io sono il ministro dell’Agricoltura, non della Ricerca Scientifica o della Sanità. E questo ruolo mi vincola a rispettare, nel mio ambito, le scelte d’un Parlamento che ha espresso forte preoccupazione e spigoli di contrarietà nei confronti dell’agricoltura biotech. Il nostro è il Paese che vanta la maggior quantità di biodiversità e di prodotti tipici. Non possiamo dare al mondo l’immagine di produttori di cibi non naturali o essere confusi con chi vuol fare coltivazioni ingegnerizzate. ed esportarle ovunque». Sta dicendo che Amato non rispetta le decisioni del Parlamento? Voglio semplicemente chiarire che dare il patrocinio ad una manifestazione significa condividerne gli obiettivi. E io, sotto il profilo agricolo, non condivido quelli d’un convegno - vetrina che proclama: quanto sono buo-ni gli organismi geneticamente modificati. Il presidente del Consiglio rappresenta, invece, tutto il governo, quindi anche il settore della Ricerca e della Sanità: ambiti nei quali è possibile operare in laboratorio basandosi sulle biotecnologie. Lo stesso si può dire per il ministro dell’Industria. Anche se...". Anche se... «Certo sarebbe un grave errore se Letta, che dovrebbe in ogni caso cominciare a porsi il problema delle biotecnologie, si preoccupasse di che cosa sia meglio per l’agricoltura italiana». Dal Manifesto 21.5.2000 Ogm, convegno a Genova Genova si è preparata ieri alla mobilitazione contro la prima mostra mercato sulle biotecnologie Tebio, organizzata dalle multinazionali per il 24-25-26 maggio, con una giornata intera di studi, alla presenza di 500 persone. Prima di rievocare in Liguria il clima di Seattle (grande corteo il 25 e presidi davanti alla Fiera il 24 e il 26), insomma, Mobilitebio ha studiato la materia. Tra il ‘98 e il ‘99, la superficie coltivata con piante transgeniche è aumentata del 44%, e il 99% è distribuito in Usa, Canada e Argentina. «Più del 50% della soia e del cotone, e 1/3 del mais americani sono geneticamente modificati — ha spiegato il presi-dente del Wwf Gianfranco Bologna - Se consideriamo che queste tre nazioni sono i principali esportatori di generi alimentari, ne deriva che buona parte del mais, della colza e dei semi di cotone che circolano sul mercato nazionale sono transgenici». La commercializzazione di mele, lattuga, frumento, pomodori, salse e anche am-mali è pronta, e già oggi l’Italia importa dagli Usa 600 mila tonnellate di soia ogm. «I1 rischio - ha affermato il ministro Pecoraro Scanio — è che l’industria biotecnologica ci metta davanti al fatto compiuto» (il ministro è volato a Genova dopo aver tolto nei giorni scorsi il patrocinio del suo dicastero a Tebio). Le patologie provocate nell’uomo dai prodotti transgenici, inoltre, si potranno vedere tra non prima di 10 anni, ha avvertito Luciano Pecchiai, primario del centro di eubiotica di Milano. Intanto prosegue la mobilitazione in tutt’Italia. Ieri a Origgio (Varese) si è svolto un presidio davanti alla multinazionale Novartis. Dal Mercantile 21.5.2000 pagina 8 E’ l’uso della ricerca applicata nel settore agro-alimentare a creare maggiori rischi. Dai ricercatori aspre critiche sulla mancanza di informazione per i consumatori «Il ministero dell’Agricoltura non poteva non ritirare il patrocinio ad un’iniziativa che ha un’impostazione diversa dalla filosofia che indirizza la politica agricola del nostro Paese>). Alfonso Pecoraro Scanio, neo-ministro, verde, dell'Agricoltura, spiega così la sua decisione di revocare il patrocinio a Tebio, il contestato salone-convegno internazionale sulle biotecnologie che si svolgerà alla Fiera dal 24 al 26 maggio. E lo fa dalla platea "alternativa" del Teatro della Tosse che ieri ha ospitato il convegno "Biodiversità e globahizzazione nel rapporto nord-sud del mondo", organizzato dal Coordina-mento Mobilitebio, che si batte contro la ‘biopirateria genetica" e al quale hanno aderito finora circa 300 soggetti in rappresentanza di ambientalisti, pacifisti, consumatori, agricoltori biologici, cattolici, centri sociali. Per l’intera giornata ricercatori ed esperti di vari settori, provenienti da tutta Italia, hanno spiegato che cosa significhi e quali rischi, imprevedibili, può comportare, per la salute umana, per l’ambiente e per la sopravvivenza dei popoli più poveri del mondo, l’applicazione dell’ingegneria genetica in agricoltura con la conseguente imposizione, sui mercati di prodotti uguali per tutti. Pecoraro Scanio arriva al "contro-convegno" in anticipo rispetto alle previsioni. Contribuisce all’autofinanziamento dell’iniziativa, con 100 mila lire (»se no pare brutto. ..un ministro>)) e risponde alle prime domande che, ovviamente, riguardano l’atteggiamento del suo ministero rispetto a Tebio e al Presidente del Consiglio, Giuliano Amato, che. invece, ha confermato il patrocinio alla manifestazione della Fiera. «La Presidenza del Consiglio rappresenta anche altri settori -commenta - come quello sanitario dove la ricerca si fa al chiuso, in laboratorio, senza rischi di contaminazione, e non in campo aperto come avviene per le coltivazioni transgeniche. Una cosa è la competenza complessiva del Governo, altra quella, specifica, del ministero dell’Agricoltura. E aggiunge il ministro " non ne faccio solo un problema ambientale, di tutela della salute ed etico ma anche di marketing, perché nel mercato globale il prodotto italiano deve avere il marchio di naturale. L’Italia, che è ricchissima di biodiversità alimentari, può fare una scelta e io credo che la scelta debba essere quella di non produrre prodotti genetica-mente modificati, di rifiutare la logica di chi vuole imporci pro-dotti insapore, inodore, sterili, morti». Pecoraro Scanio sottolinea che, a pensarla così, ormai, non sono solo gli ambientalisti: «La Coldiretti sta facendo la campagna "semina sicura" - spiega -perfino il settore alimentare della Confindustria è favorevole all’applicazione del principio di precauzione e anche buona parte dei distributori italiani, non so-no contenti di commercializzare prodotti transgenici. L’Italia - ribadisce - ha il diritto di scegliere e io ho detto anche ali’Assobiotech di abbandonare ll settore agricolo e di concentrarsi su quello sanitario». Il ministro si dice convinto che le manifestazioni della prossima saranno pacifiche: «Io spero che nessuno pensi a inflitrare qualcuno che faccia qualche atto violento in modo da poter dire che...», e respinge l’accusa di non voler partecipare a Tebio per sottrarsi al confronto: «Io - chiarisce - organizzerò presso l’istituto zootecnico del ministero dell’Agricoltura un confronto, fra chi è d’accordo e chi è contrario, sull’utilizzo degli organismi geneticamente modificati nel settore agroalimentare. Non vorremmo essere accusati di non volere il confronto do il confronto viene organizzato a senso unico». Ma le preoccupazioni che salgono dalla platea sono Preoccupazioni determina la mancanza di informazioni corrette e anche dalla confusione legislativa esistente in Italia dove esiste una moratoria alle autorizzazioni di coltivazioni di piante transgeniche. Moratoria che, non impedisce l’importazione prodotti geneticamente modificati (soprattutto soia e mais Stati Uniti) nè che sementi geneticamente modificate e "suicide" (incapaci cioè di generare più di una volta così da costringere gli agricoltori a comprarne altre), siano regalate agricoltori più o meno consapevoli. Il tutto mentre nel Paese, come nel resto d’Europa convivono il trattato di Mastricht che, nel ‘94, ha recepito il principio di precauzione, al quale si dovrebbe produrre e commercializzare solo ciò che è dimostrato che non produce danni, la direttiva europea sulla biosicurezza che non ancora recepito questo principio, ed una serie di regolamenti in attesa del recepimento nuova direttiva dell’Ue che se non modificata, faciliterebbe la diffusione di coltivazioni transgeniche. «Il risultato è che cittadini non hanno avuto l’etichettatura sui prodotti" commenta Gianni Tamino, dell’università di Padova, membro, fra l’altro del comitato interministeriale’ sulle Biotecnologie. "Ma l’etichettatura può avvenire solo attraverso un sistema di processo, che controlli tutte le fasi». UNA CALDA POLEMICA «Iniziativa a senso unico» (Un convegno a senso unico, una passerella per tirare la volata alle grosse multinazionali che commercializzano in tutto il mondo prodotti geneticamente modificati>. E’ l’accusa che, fin dall’inizio, è stata mossa a Tebio da chi contesta la manifestazione e si oppone alle biotecnologie applicate in campo agroa-alimentare per avere piante, animali e quindi alimenti transgenici, modificati cioè nel loro patrimonio genetico (attraverso il trasferimento di geni di specie diverse), solitamente per migliorarne la resistenza ad alcune condizioni. A queste accuse i promotori del convegno hanno sempre replicato sostenendo che si tratta di un convegno scientifico di carattere esclusivamente informativo, nel quale non si prende alcuna decisione sulle sorti dell’umanità e’ che, non essendo stato sponsorizzato dalle multinazionali, non si schiera da nessuna parte. Le due parti, comunque, nei prossimi giorni continueranno a parlarsi a distanza, senza incontrarsi. Ma il tema della "brevettabilità" della materia vivente e della possibilità di riscrivere, in laboratorio, il patrimonio genetico di piante e di animali, con conseguenze, per l’ambiente e per l’auomo, ancora tutte da verificare, è certamente destinato a dividere le coscienze e a far riflettere i cittadini sul fu-turo del pianeta, oltre che della scienza. Programmi carnet delle due fazioni Convegno e contestatori Tre giorni sulle barricate Tre giorni di mostra-convegno e tre giorni di contro-manifestazioni. Sono quelli che Genova vivrà la prossima settimana, dal 24 al 26 maggio quando, nella nostra città, sì svolgerà Tebio, la prima mostra - convegno in-ternazionale sulle biotecnologie organizzata alla Fiera, dallo stesso ente Fiera e dal Centro di biotecnologie avanzate presieduto da Leonardo Santi. Contemporaneamente, infatti, in città, per tutti e tre i giorni, si svolgeranno presidi, volantinaggi e un corteo di protesta, organizzati da Mobilitebio, il coordinamento delle associazioni che contesta l’impostazione di Tebio. A Tebio le biotecnologie fra ricerca e Industria Tebio sarà inaugurata mercoledì mattina. La prima sessione plenaria, che è anche l’unica pubblica (le altre sono riservate agli addetti ai lavori) ed è patrocinata dall’Unesco, sarà dedicata soprattutto agli aspetti etici, ai ri-schi connessi all’uso delle biotecnologie, alla loro accettabilità sociale e ai problemi dell’informazione ai cittadini su questi temi. Nella stessa giornata e nei due giorni successivi, in sei sessioni specifiche, si discuterà delle applicazioni delle biotecnologie in campo medico, con la partecipazione di ricercatori provenienti da diversi Paesi del mondo. Ma spazio molto ampio avrà, nella rassegna, anche il tema dell’applicazione delle biotecnologie nell’industria agro-alimentare ed ittica. A questi temi sono dedicati, dal 24 al 26 maggio, quattro simposi e diverse tavole rotonde, con la partecipazione di ricercatori e anche di rappresentanti di aziende e di alcune delle grosse multinazionali che commercializzano in tutto il mondo prodotti geneticamente modificati. Negli stessi giorni piazza Cavalieri di Vittorio Veneto, vicino a piazzale Kennedy, sarà teatro di una serie di iniziative di contro-informa-zione e di protesta organizzate da Mobilitebio. Presidi, volantini, corteo per contro-informare Il programma delle iniziative sarà illustrato in dettaglio la prossima settimana. Per ora si sa comunque che il 24 maggio verranno distribuiti all’ingresso i volantini di Mobilitebio con un appello ai ricercatori in inglese e in italiano, e saranno distribuite calendule biologiche e prodotti alimentari biologici. Il 25 maggio, invece, alle 9, da piazza Verdi partirà il corteo nazionale che, attraverso viale Cadorna e via Brigate Partigiane raggiungerà piazzale Kennedy dove si concluderà davanti ai cancelli della Fiera. Il 26 maggio, ultima giornata di Tebio, sarà anche l’ulti-ma giornata di presidio in piazzale Cavalieri di Vittorio Veneto. SUPERMARTA RELEGATA IN PLATEA "Inviterò a un dibattito il medico pronto al confronto duello con Santi" La presidente della Provincia preasente alla Tosse come curiosa. 2 sono i concetti che la presidente della Provincia Marta Vincenzi vuole estrapolare dalla tavola rotonda di Mobilitebio (i nemici" della manipolazione genetica) tenutasi ieri a Genova. Il primo è stata la consapevolezza di una pressoché perfetta coincidenza di idee tra il ministro delle Risorse Agricole, Pecoraro Scanio e la provincia di Genova. Il secondo che la Vincenzi vuole discutere "dentro" Tebio, è invece la partecipazione attiva dell’opinione pubblica. Presente, ma in silenzio perché gli interventi dei rappresentanti istituzionali non erano prevista Marta Vincenzi, ha dunque raccolto molti spunti interessanti dalla discussione. «In primo dice - ho apprezzato il fatto che il ministro Pecoraro Scanio abbia mostrato un atteggiamento verso la ricerca clinica e, contemporaneamente, forti perplessità sulle manipolazioni agro-alimentari. Sono proprio le stesse cose che da tempo andiamo dicendo noi come Provincia. Com-mentando poi i vari interventi del pomeriggio, la Vincenzi parla del mondo che si è posto contro ‘le biotecnologie come di un mondo molto «articolato e -non condivisibile in toto». Molto costruttivo, per esempio, il suo riferimento alla cautela in sottofondo quella che considera la questione più importante». Ovvero, puntare sul fatto che è la prima volta che un’invenzione di così grande portata si trova inserita in una fase storica dove l’informazione ricopre un ruolo determinante. «Da Seattle in poi - precisa Marta Vincenzi - abbiamo preso coscienza che l’opinione pubblica può intervenire, fare qualcosa». A questo proposito, era stato particolarmente esplicito Roberto della Seta, del coordinamento scientifico nazionale di Legambiente, che aveva parlato di «prima grande rivoluzione scientifica che ha luogo in democrazia». Un banco di prova decisivo, ritengono sia Della Seta che la Vincenzi, per una sinistra da rivitalizzare. «I ricercatori - puntualizza la presidente della Provincia di Genova - non possono rimanere chiusi nei loro laboratori e non vedere la globalizzazione nella quale stiamo vivendo e nella quale le persone "normali" possono, anzi devono esprimersi». La protesta di Seattle, dunque, è stata determinante nel conferire all’opinione pubblica un ruolo attivo, ruolo che, però, non necessariamente deve portare a disordini. La contestazione accompagnerà senz’altro le giornate di Tebio ma, avverte la Vincenzi «Bisogna avere molta capacità di distinguere tra chi protesta con argomentazioni serie e chi, invece, resta fuori solo per creare caos». Un po’ troppo di stampo "vete-rocomunista" Luciana Castellina, tra gli interventi più apprezzati dalla presidente della Provincia c’è quello del professor Luciano Pecchiai, primario dell’ospedale Buzzi di Milano. Preciso, semplice nelle spiegazione e supportato da dati scientifici, il pediatra milanese aver sollecitato un "duello" con il professor Leonardo Santi, artefice primo di Tebio, ha elencato alcuni esempi nei quali il danno delle manipolazioni genetiche è provato, sia sull’ambiente sia sulla salute delle persone. Pecchiai, infatti, ha lanciato un allarme se-rio: la quasi certezza che, almeno per un gruppo di persone, tut-te queste manipolazioni provochino allergie e intolleranze. «Sono stata particolarmente colpita dall’intervento del professor Pecchiai - dice Marta Vincenzi - tan-to che l’ho fatto subito contattare per chiedergli di partecipare ad un dibattito che organizzerà la Provincia su questo argomento». CENA BEFFE Non l’hanno presa bene agricoltori biologici quando hanno scoperto proprio i loro prodotti saranno la base della cena la Provincia (in quanto aderente al comitato promotore della manifestazione), offrirà la prossima settimana ad alcuni ospiti di Tebio. «Certo che abbiamo polemizzato con la Provincia quando siamo venuti a sapere che i nostri prodotti venivano offerti proprio agli ospiti di Tebio» commenta Laura Freddi, vicepresidente di Liguria Biologica", l’associazione che riunisce una sessantina di agricoltori biologici liguri, ai quali l’iniziativa di Palazzo Spinola è suonata quasi come una beffe Ma la Presidente della Provincia, Marta Vincenzi trova fuori luogo la polomeca «Si tratta di una cena alla quale parteciperanno tra gli altri, Renato Dulbecco, Giovanni Berlinguer - spiega e abbiamo deciso di offrire prodotti tipici e biologici per fare una sottolineatura. Una sorta di "provocazione insomma, magari per convertire ad altra causa chi fosse convinto che i cibi transgenici sono buoni ? GLI AGRICOLTORI BIOLOGICI : "SIAMO INDIFESI. LA CONTAMINAZIONE PUO’ ROVINARCI Centocinquanta agricoltori biologici in Liguria, 50 mila aziende con 100 mila addetti che coltivano un milione di ettari di terra e producono un fatturato da 2 mila miliardi all’anno in tutta Italia. Sono i numeri di un mercato sempre più fiorente che ha fatto del "naturale" la parola d’ordine ma che rischia di essere gravemente danneggiato dall’eventuale diffusione di coltivazioni di piante transgeniche. «Siamo molto preoccupati» conferma Laura Freddi, vicepresidente di "Liguria Biologica", che riunisce una sessantina di agricoltori biologici della nostra regione. «il riconoscimento di agricoltore biologico- spiega - viene dato solo a chi coltiva prodotti che non abbiano nulla di transgenico, in nessuna fase del processo, dalla semina alla vendita. Ma se una coltivazione biologica si trova vicino ad un campo "transgenico" può essere contaminata, per esempio attraverso i pollini, e l’agricoltore biologico può perdere il ricono-scimento pur non avendo alcuna responsabilità». Laura Freddi spiega che anche in Liguria erano state autorizzate, a suo tempo, alcune coltivazioni di prodotti geneticamente modificati, in particolare di fiori: «Noi abbiamo chiesto alla Regione di sospendere queste autorizzazioni - racconta - ma ci è stato detto che il settore della floricoltura è troppo importante e rappresenta una parte troppo consistente del prodotto interno lordo perché si potesse dire di no». Una voce ancora più allarmata è quella di Gino Girolomoni, presidente dell’Associazione mediterranea agricoltori biologici: <L’ultima direttiva dell’Unione europea prevede la brevettabilità di tutte le forme viventi - spiega - e, se fosse applicata, avrebbe implicazioni notevoli sotto tutti i punti di vista. Per quanto riguarda i cibi, noi siamo già in una situazione alimentare ad alto rischio perché quello che mangiamo oggi non ha più gli stessi valori nutritivi che aveva un tempo (basti guardare quello che è avvenuto con il grano), mentre l’uso di additivi chimici e di estrogeni ha responsabilità gravissimi nella diffusione di allergie alimentari, della sterilità di altre malattie». E il fatto che non siano ancora accertati i rischi dell’inserimento di prodotti geneticamente modificati nella catena alimentare non è una garanzia: «Degli effetti del Ddt ci si è resi conto dopo anni - osserva Girolornoni - bisogna rovesciare il principio: chi vuole produrre e vendere un prodotto deve dimostrare prima che non è dannoso». Antonio Bruno Vice Presidente del Consiglio Comunale di Genova Altro Polo - Sinistra verde 0339 3442011 bruno at aleph.it
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