rassegna stampa su convegno anti - tebio



Dal secolo xix, pagina 10, 21.5.2000

TEBIO, E’ PARTITA L’OFFENSIVA
Pecoraro Scanio a Genova al contro-convegno ambientalista sulle
biotecnologie. La questura mobiliterà tutti gli agenti.     In teatro col
ministro per boicottare le manipolazioni. In contemporanea al dibattito
genovese la protesta davanti alla multinazionale Novartis di Varese.

Genova. Ribellarsi e natura le Con questo grido dì battaglia ieri sì sono
riuniti al Teatro della Tosse di Genova centinaia rappresentanti del
movimento di protesta contro gli organismi ge-neticamente modificati. Tra
il pubblico, giunto da tutta Italia, anche il ministro (verde) alle
Politiche agricole Alfonso Pecoraro Scanìo.
Il dibattito di ieri è stato solo l’antipasto di quello che succede-rà dal
24 al 26 maggio. Mentre all’interno della Fiera di Genova sì svolgerà la
mostra - convegno internazionale sulle biotecnologie "Tebio", a cui saranno
presenti ricercatori di tutto il mondo, la città sarà invasa da migliaia di
manifestanti. Sotto la sigla "Mobiltebio" si sono raccolte finora più di
700 associazioni: un arcipelago che vede insieme ambientalisti, centri
sociali, sinistra e volontariato cattolico, animalisti, e che ha la sua
sede virtuale su Internet (www.tebio.org).
I preparativi della protesta sono già iniziati. Ieri mattina un boato ha
scosso il Teatro della Tosse, alla notizia che in quello stesso momento
altri aderenti di Mobiltebio stavano manifestando davanti alla
multinazionale Novartis a Origgio (Varese). E la questura genovese, in
previsione di quello che succederà, ha deciso di distaccare sul territorio
il numero maggiore di agenti disponibili, a costo di svuotare gli uffici
amministrativi, Il 25 maggio chiuderanno i servizi passa-porti, stranieri,
comunicazione cessione fabbricati. Il 24 e il 26 sono probabili disservizi.
«Tebio non sarà la Seattle italiana. Gli ambientalisti hanno nel loro Dna
la cultura della non violenza», assicura Ivan Verga leader dei Ver-di
ambiente e società. «Mobiltebio ha la non violenza fra i suoi ci principi
di base» dice Stefano Lenzi, della segreteria tecnica di Mobiltebio.
«Stiamo lavorando  tutti perché sia una manifestazione pacifica», assicura
Antonio Bruno, dell’Altro polo. 
Il dibattito di ieri intanto ha sollevato interrogativi sui cibi che
finiscono sulle nostre tavole.
«Nella polenta che si acquista in Italia — ha rivelato Gianni Tamino,
dell’Università di Pavia — c’è almeno l’uno per cento di mais transgenico.
Questo anche per-ché nel ‘98 le ditte produttrici lo hanno regalato ad
agricoltori italiani sacchetti di mais modificato: Il rischio è la
contaminazione. Di queste nuove specie non si conoscono ancora gli effetti
sull’uomo». Gianfranco Bologna, presidente nazionale wwf ha snocciolato
altri dati. «Tra il ‘98 e il ‘99 le colture transgeniche sono cresciute nel
mondo del 44%».
Andrea Castanini   

la LETTERA Il progresso scientifico e la tutela dell’uomo

Di fronte al diffondersi del pensiero irrazionale, spesso raccolto e
enfa-tizzato dai media, riteniamo sempre più necessario appellarci alla
ragione scientifica per la soluzione dei problemi che nascono dal
diffondersi delle nuove tecnologie.
I grandi temi della biotetica, delle biotecnologie, degli interventi medico
farmaceutici meritano una discussione pacata e razionale. Ditale
discussione fa parte anche una analisi dei rapporti economici
internazionali, in particolare per ciò che concerne il rapporto tra nazioni
sviluppate e paesi del terzo e quarto mondo, nonché dei rischi derivanti
dalla brevettazione di prodotti rilevanti per le esigenze primarie e
addirittura per l’alimenta-zione.
L’impressionante sviluppo della ricerca  biotecnologica e l’imprevedibilità
di alcuni scenari rendono necessarie meditate riflessioni su problemi
etici, di sicurezza, di protezione e utilizzazione dei risultati. Su questi
problemi è indispensabile un confronto onesto, responsabile e tecnicamente
informato alfine di evitare da un lato pericolose manipolazioni
dell’opinione pubblica, dall’altro di estinguere un insieme di risorse
umane e scientifiche di portata incalcolabile per l’umanità.
Nella convinzione che il progresso scientifico non sia incompatibile con la
tutela dell’uomo, ma che invece possa essere diretto a rendere la vita più
libera e felice, con la riaffermazione del principio che l’uomo debba
comunque costituire il fine e il limite di ogni progresso tecnico
intendiamo contribuire a promuovere la divulgazione di notizie a livello
della popolazione non specìalizzata, che solo attraverso la conoscenza dei
fatti potrà esprimere il proprio meditato parere.
Franco Ajmar, Guido Alpa, Franca Avonzo De Marini, Enrico Beltrametti.
Italo Benso, Marco Bianchi. Cesare Campart,  Elio Cattini, Antonio De
Flora, Marco Evangelisti. Edgardo Loewy, GlunIo Luzzatto, Giuseppe
Manzitti, Gianni Marongiu, Giovanni Persico Ambrogio Puri, Giovanni
Salvarezza, Glorgio Schiano di Pepe 

L’INTERVISTA «Non rifiuto a priori il confronto ma combattiamo i semi
transgenici

Genova. E’ stato accolto con un’ovazione dagli organizzatori di
"Mobilitebio", e con un’altra ovazione è stato salutato al termine
dell’intervento. Ha contribuito con centomila lire alla raccolta di fondi
promossa dai centri sociali genovesi per una campagna di informazione
alternativa a quella delle multinazionali. Ha promosso sul campo a suo
diretto collaboratore Gianni Tamino, uno dei ricercatori intervenuti al
dibattito di ieri. Una mattinata intensa quella del ministro verde delle
Politiche agricole Alfonso Pecoraro Scanio. Ma non avara di soddisfazioni.
Ministro, la sua decisione di ritirare il patrocinio al convegno sulle
biotecnologie Tebio ha scatenato un pandemonio.
«Non rifiuto a priori il confronto sulle biotecnologie. Ma non posso fare a
meno di ricordare che la commissione agricoltura della Camera da me
presieduta negli anni scorsi è stata la prima in Europa a studiare
l’argomento e a richiamare all’applicazione del principio di precauzione
nella semina di specie agricole geneticamente modificate, Il convegno Tebio
è una vetrina legittima delle biotecnologie. Ma come ministro non potevo
dare il mio appoggio a qualcosa che è opposto alla filosofia agricola che
ispira il mio pensiero».
Il premier Giuliano Amato, però, ha confermato il patrocinio della
presidenza del consiglio al convegno internazionale che si svolgerà a Genova.
«Credo che questi poveretti della presidenza del consiglio siano stati
pressati in ogni modo dagli organizzatori del convegno. Ma la posizione di
Amato è comunque legittima, perché il governo rappresenta anche altri
settori, oltre all’a-gricoltura, ed è importante che ci sia un’attenzio-ne
del governo alla ricerca e al dibattito».
Ouesto non vale anche per l’agricoltura?
«La ricerca in questo settore è accettabile solo in laboratorio e non con
coltivazioni in campo aperto. lo ho il dovere di difendere i! modello di
agricoltura italiana, che è biologica, di qualità e ricca di biodiversità.
Non è solo un problema etico, ma economico. Ed è anche una difesa
dell’occupa-zione nel nostro Paese, Il nostro modello di agri-coltura crea
lavoro e manodopera. Nell’altra, quella delle piante geneticamente
modificate, ci sono grandi spazi e pochi addetti: il principio è quello
dell’industrializzazione dell’agricoltura».
Alcuni l’accusano di ostacolare il progresso e la ricerca.
«La mia non è una posizione nè estremista nè fondamentalista, ma dì grande
pragmatismo. Il costo per la collettività di un caso come quello della
mucca pazza è stato infinitamente superiore al guadagno immediato di chi ha
lucrato sugli allevamenti intensivi. Sarebbe irresponsabile butta-re il
denaro del cittadino facendo certe scelte che domani rischiano di costarci
ancora più care».
E quali sono le alternative?
«Se in campo alimentare siamo il Paese più co-piato nel mondo una ragione
ci sarà. Il fatturato del nostro comparto agroalimentare è di 250 mila
miliardi, un quarto del prodotto interno lordo. Molti di questi sono
prodotti tipici di qualità, legati a settori strategici dell’industria di
lavorazione
e trasformazione. E sono sempre più numerosi i settori dell’agricoltura che
chiedono prodotti naturali».
11 governo bloccherà la sperimentazione?
«La posizione del governo sulle coltivazioni geneticamente modificate è
molto chiara: siamo intenzionati a sospendere ogni autorizzazione di
nuove coltivazioni in campo aperto. Nelle ultime settimane sono state
respinte sette richieste di sperimentazioni. Inoltre c’e un impegno del
presidente Amato ad arrivare all’etichettatura di processo. Ciò significa
che in ogni fase della produzione di un alimento si deve sapere se vengono
uti-lizzati organismi geneticamente modificati. Credo che adotteremo anche
altri provvedimenti».
Gli ambientalisti denunciano che a molti agricoltori italiani vengono
regalati semi geneticamente modificati.
Ho chiesto un controllo al settore antifrode del ministero. Nel frattempo
ho chiesto alle Regioni di attivare le Arpal. Se si regalano sementi a un
contadino e lui non sa che sono geneticamente modificate potremmo essere
davanti al reato di truffa. Qualcuno vuole metterci di fronte al fatto
compiuto, e qesto non è accettabile».
A Genova ci sono timori che la manifestazione di protesta contro Tebio del
25 maggio provochi problemi di ordine pubblico.
«Alla violenza nell’introduzione delle biotecnologie sul mercato, le
vittime della biopirateria devono rispondere con la non violenza. Se ci
saranno problemi di ordine pubblico chiederemo di identificare i mandanti».
Andrea Castanini

Dal Lavoro, pagina 3 21.5.2000  di ALBERTO Puppo

PECORARO, GUERRA AI BIOPIRATI Il ministro : nel governo siamo tutti d’accordo
Il responsabile del dicastero delle politiche agricole ieri a Genova a
fianco degli organizzatori della protesta contro il convegno sulle
biotecnologie : "Alle furbizie delle multinazionali - ha detto - dobbiamo
rispondere con la nonviolenza delle vittime". Un avvertimento : "Vigileremo
anche contro chi vuole provocare disordini".

UN BIGLIETTO da centomila nella cassetta dell’autofinanziamento, una
violenta arringa contro le multinazionali del biotech agroalimentare. Non
ha difficoltà, il ministro Alfonso Pecoraro Scanio, a conquistare le decine
di ambientalisti presenti al ‘controconvegno’ anti-Tebio, la mostra
dedicata alle biotecnologie che scatterà mercoledì prossimo alla Fiera. Ma
Pecoraro Scanio, i cuori ribelli li aveva in realtà già conquistati un paio
di settimane fa, quando aveva annunciato la revoca del patrocinio del
ministero a Tebio e, pochi giorni fa, quando aveva rincarato la dose,
ufficializzando la sua indisponibilità a presenziare alla manifestazione,
preferendo l’invito dei contestori di Mobilitebio, coordinamento che ormai
conta oltre 300 adesioni.
L’accorato intervento del ministro fa dimenticare a tutti la defezione di
Vandana Shiva, scienziata indiana, simbolo della lotta per la difesa delle
biodiversita, bloccata in patria. Pecoraro Scanio parla dopo Gianni Tamino,
docente padovano, membro del comitato della presidenza delle repubblica
sulle biotecnologie e annuncia, nel tripudio generale, di averlo reclutato
nella sua sq1uadra mini-steriale. Inevitabi e ripartire dal no al
patrocinio. «Lo ritene-vo un atto scontato. E trovo discutibile alcune
mistificazioni. Lo non ho mai avuto difficoltà a confrontarmi seriamente.
E’ evidente che il mio ministero non poteva appoggiare un’iniziativa
apertamente in contrasto con la politica agricola del nostro paese. La
stessa commissione parlamentare, che ho presieduto, ha concluso i suoi
lavori ribadendo la sua contrarietà all’apertura al mercato di organismi
geneticamente modificati. La lettera di Amato? Capisco la presidenza del
consiglio,  cbissà quante pressioni... Ma nel governo non c’e’ divisione. 
Amato non ha voluto dare nessun schiaffo, altri ministri patrociniano
Tebio. E’ giusto che lo faccia Letta, perchè una cosa è la ricerca in
laboratorio e la sperimentazione di prodotti a tutela della salute e della
vita, altro le scelte agricole. Sarebbe un grave errore pero’ se Letta, che
deve comunque cominciare a porsi il problema del biotech, si preoccupasse
di che cosa e meglio per l’agricoltura italia Alfonso Pecoraro Scanio, in
materia, è uno schiacciasassi. <Ho sentito qui esperti che si dichiarano
disponibili all’utilizzare  processi già possibili in natura. Sono
d’accordo. Credo che industrie biotech responsabili accetterebbero la
proposta subito. E si renderebero conto che qui non c’è nesunn.
khomeinista. Invece la loro intenzione è di metterci di  fronte al fatto
compiuto». E allora ben venga il dissenso, anche quando si manifesta in
modo clamoroso, come il bliz del wwf a saronno, contro lo stabilimento dela
Novartis, azienda leader del settore. "Sono d’accordo con tutte le
manifestazioni  pacifiche e nonviolente. Alla biopirateria delle
multi-nazionali noi dobbiamo rispondere con la nonviolenza delle vittime».
Argomento delicato, in vista della mobilitazione anti-Tebio. Pecoraro
Scanio lancia l’allarme per possibili infiltrazioni all’interno del
movimento. «Ho chiesto al ministro dell’Interno Enzo Bianco di verificare
il ri-schio di provocazioni strumentali a fini politici impropri. Che
nessuno ci provi, perchè risaliremo ai mandanti».
Vigilanza sui provocatori, vigilanza quotidiana sul comportamento delle~
industrie. Di fronte all’ipotesi, tutt’altro che accademica, che le aziende
re-galino semi transgenici garantendo raccolti record ma, soprattutto,
senza segnalare la particolarità dell’offert a1 Pecoraro Scanio annuncia di
avere attivato gli ispettorati antifrodi perchè sondino tutte le
possibilità di controllo, arrivando alle ispezioni nei silos. «Contro
l’illegalità dovremo avere, da subito, un polso fermo».
In questo senso va l’invito1 formulato «da avvocato» agli agricoltori che
vivono a contatto con campi coltivati con Semenze modificate, a chiedere
l’intervento della magistratura. Ce n’è anche per l’ambasciatore americano,
impegnatissimo a dimostrare la bontà del proprio sistema bioteche
determinato, nei giorni scorsi, a convincere il ministro. «Fa il suo
mestiere, ma rivendico il diritto di non vedermi imposto il pensiero unico
agroalimentare».

La polizia mobilitata chiusi anche alcuni uffici

Gli organizzatori continuano ad assicurare che le manifestazioni di
Mobilitebio si svolgeranno in maniera assolutamente pacifica. Certo è che,
per la questura genovese, i giorni di Tebio non saranno di ordinaria
amministrazione. Al punto che l’ufficio di gabinetto informa i cittadini
che «la predisposizione sulle di adeguati servizi a tutela dell’ordine e
della sicurezza pubblica ha richiesto il massiccio impiego di personale
della Polizia di Stato addetto agli uffici della Questura. Tale circostanza
potrà determinare, nelle giornate di mercoledì 24 e venerdì 26 maggio
alcuni disservizi nella normale attività di ‘sportello’  per il pubblico
(licenze e pratiche amministrative, porti d’arma, rilascio e rinnovo di
passaporti e permessi di soggiorno" Il 25  stop all’Ufficio Stranieri, alla
Comunicazione di Cessione Fabbricati, collegamenti allarmi al 113.


LA SCHEDA  GLI ARGOMENTI DEL CONVEGNO DAI VACCINI ALLE COLTIVAZIONI

IL COMITATO scientifico comprende il premio Nobel per la  Medicina, Renato
Dulbecco, Leonardo Santi nella veste di responsabile e il suo successore
all’Ist, Lucio Luzzatto, ancora sotto le insegne dello ‘Sloan Kettering
Cancer Center’ di New York. E poi il rettore Sandro Pontremoli, esperti e
pei giapponesi, cinesi. Il tutto con l’appoggio, su alcuni fronti, dell
Unesco. Tebio scatterà alle 8.45 di mercoledì 24 maggio. orum sul
‘Monitoraggio dei rischi per il genere umano e per l’ecosistema e
informazioni sull’accettabilità sociale delle biotecnologie’. 
 Tra gli altri Sergio Zavoli, Ersilio Tonini. Secondo appuntamto alle
11.30, con la Politica  Industriale Biotecnologica. 	Nel pomeriggio seconda
sessione del forum. In contempoporanea spazio ai nuovi vaccini e alle
tecnologie in vitro. Il giorno dopo si ricomincerà con le terapie
immunologiche e i trapianti, mentre in un’altra saIa si approfondiranno le
terapie genetiche e l’ingeneria genetica applicata ai tessuti. Fin qui le
applicazioni mediche. Ma già dal pomeriggio precedente si sarà iniziato a
sviscerare il tema su cui si appunta la stragrande maggioranza delle
prottte. Titolo: ‘Agricolture, food and fisheries industry’. Primo
approccio: uno sguardo d’isieme sulla biotecnologia applicata alle piante,
ai suoi risultati e alle sue prospettive. 	Alle 11.30 l’incontro detestato
da Mobilitebio: lo show case, una sorta di presentazione commerciale da
parte delle maggiori azìende del settore, a cui parteciperanno Novartis,
Monsanto,  Aventis CropScience, Pioneer Hi-Breed, Plantechno, Tecnogen e
Metapontum Agrobios. A seguire fuoco sull’impatto ambientale del biotech in
agricoltura. Poi ultimi  ultimi Confronti su acquacoltura e nutrizione.
Altro terreno: quello dei possibili utilizzi delle biotecnologie in campo
ambientale, per il trattamento degli inquinanti e la bonifica delle acque.
Non mancheranno lo studio di strumentì finanziari che possano permettere la
creazione di nuove aziend, nuovi prodotti e tecnologie sfruttabili
commercialmente e uno sguardo d’insieme sulle applicazioni informatiche per
lo studio delle bìodivesità e delle strutture molecolari. Ma la Fiera, in
quei giorni non ospiterà soltanto il convegno scientifico. In
contemporaneamente i padiglioni  si trasformeranno in una delle più grandi
esposizioni  mai realizzate dalle gran multinazionali. In più di 60 hanno
chiesto ed ottenuto un proprio spazio.

Da Lilliput alla Terra di Nessuno Chi sono e cosa chiedono i nemici
dell’agricoltura manipolata

DIFFICILE capire come, in un così breve lasso di tempo, sia potuta
sbocciare una realtà così grande e organizzata come Mobiilitebio. Il
coordinamento na-zionale di mobilitazione contro il convegno
-mostra-mercato delle biotecnologie Tebio (dal 24 al 26Maggio al fa Fiera
di Genova) ha raccolto le adesioni, in poco più di un mese, di 300
associazioni da tutta l’Italia. Il capo della matassa si può rinvenire
nella Rete Lilliput, una realtà nata po-co prima di Seattle, contro la
glo-balizzazione e la mondializzazione, a favore di un commercio equo e
solidale. «La Rete Lilliput—spiegano i due responsabi-li Fabio Lucchesi e
Alberto Zoratti — comprende una ventina di associazioni, tra cui Nigrizia,
dei frati comboniani missionari in Africa, Manitese, la storica
as-sociazionedi cooperazione internazionale, l’Associazione Bilan-ci di
Giustizia composta da 350 famiglie che mensilmente presentano analisi di
mercato per spostare il consumo secondo i canoni di un commercio equo e
solidale. Anche il Wwf, nefa parte,e Co-sii missionari Beati Costruttori di
pace e Pax Christi». Il primo input per la nascita di Mobilitebio è
scàturito proprio dal tavolo di coordinamento nazionale della Rete
Lilliput, insieme al coordinamento dei Sindaci dei Comuni Antitransgenici
(che fino a oggi sono 32 «ma - dice Renato Bologna del Comitato con-tro la
manipolazione  genetica degli alimenti - in due terzi dei comuni italiani
sono state depositate le mozioni per diventare anti-transgenici»). In breve
hanno risposto all’appello le associazioni che figurano oggi nel comitato.
promotore.Le realtà sono tante e diverse, grandi come la Bottega Solidale —
che a Genova conta 5 floridi punti vendita—o più piccole,come
l’Associazione Apriti Sesamo «nata circa un anno fa — come spiega Chiara
Capini, 25 anni, studentessa da anni impegnata nel sociale — per
approfondire i temi dell’economia etica con seminari e corsi di
formazione». 115 ragazzi genovesi che la compongono sono riusciti a
raccogliere 20(50 firme per la campagna Sdebitarsi, che chiede
l’annullamento dei debiti internazionali dei paesi poveri.
Vitale è l’apporto al Comitato Promotore dei due centri sociali genovesi
Terra di Nessuno e Zapata, attorno ai quali gravitano gruppi come il
Collettivo Pinelli, il Comitato Amazzònia,e Ya Basta! «per la dignità dei
popoli e contro il neoliberismo>, come spiega Chiara, 22 anni, del Centro
sociale Terra di Nessuno. Con Matteo dello Zapata, Chiara tiene a precisare
che «il Comitato promotore di Mobilitebio effettua in questi giorni, con le
contromanifestazioni organizzate per Tebio, una prova generale di quella
che sarà la pacifica contestazione al G8». Dall’associazione Cose di Casa —
impegnata come Robe dell’Altro Mondo e Azad, a spingere il mercato verso un
commercio equo e solidale — parla Paola, 40 anni, che ha vissuto con
fervore l’apertura delle frontiere in Europa, per poi constatare, con
amarezza, che «è servita solo a liberare la circolazione delle merci».
(francesca forleo)

Le adesioni a quota 363

DAL SITO, continuamente aggiornato di Mobilitebio (www.te-bio.org/
mobilitebio.htm), risulta che sono arrivate a 363 le adesioni al
coordinamento. Di queste, 22 costituiscono il comitato promotore: Rete
Lilliput, Apriti sesamo, Azad, Bottega solida-le, C.n.c. universitari,
Centro ligure di documentazione per la pace, i centri sociali La talpa e
1'orologio, Stato di allucinazione, Terra di nessuno, Zapata, Comitato
Amazzonia, Comitato contro la manipolazione genetica degli alimenti,
Comunità di San Benedetto a Porto, Lav Lega antivivisezione italiana) Cose
di casa, Legambiente Liguria, Marea, Progetto continenti, Roba dell’altro
mondo, Va basta!, Wwf li ria, Coor-dinamento Nazionale contro la
Manipolazione Genetica. Le adesioni genovesi sono una quarantina. Vi
rientrano singoli e associazioni, partiti e sindacati circoli Arci. Dalle
altre città hanno risposto molti centri sociali, l’Associazione degli
astronauti autonomi, personalità come Fulco Pratesi, lo scrittore Ettore
Masina, la presidente del comitato per i diritti umani alla Camera, Lea
Massari, e Vandana Shiva, direttrice del Research institute for science,
technology and ecobogy di New Delhi.

Dalla Stampa 21.5.00 pagina 6
BIOTECNOLOGIE, PECORARO PUNTA I PIEDI Il ministro contro una manifestazione
patrocinata da Amato       di Paolo Lingua

GENOVA Dal 24 al 26 maggio, a Genova, presso la Fiera internazionale, si
volgerà la mostra-convegno «Tebio», dedicata alle biotecnologie. la
manifestazione è contestata, soprattutto per gli interventi transgenici nel
settore alimentare, zootecnico e agricolo, da centinaia di associazioni e
movimenti ambientalisti. E’ sorto un controcomitato «Mobilitebio» per
coordinare, nei giorni della manifestazione, sit-in e marce pacifiche. Ieri
«Mobiltebio» ha organizzato in un teatro del  capoluogo ligure un convegno
al quale ha preso parte il ministro delle Politiche agricole, Alfonso
Pecoraro Scanio. Il ministro nei giorni scorsi ha tolto il patrocinio del
suo dicastero già concesso alla manifestazione, mentre questo patrocinio
contestualmente, è stato confermato dal governo. Contraddizione di termini?
Lacerazione politica? «Nessuna contraddizione - ha detto il ministro -
perché il governo Amato riassume in sé tutte le parti in causa, cioè i
centri di ricerca e i produttori, senza contestare quelli che si occupano
di biotecnologie a scopi medici e sanitari». Al dibattito hanno preso parte
personaggi della vecchia sinistra, Don Andrea  Gallo, il prete genovese che
assiste tossicodipendenti e prostitute, oltre a Gianfranco Bologna,
segretario generale del WWF. Seduta tra la folla anche Marta Vincenzi,
presidente della Provincia, che ha tolto il patrocinio alle manifestazioni,
suscitando un vespaio di polemiche. Però bisogna andare alle tavole rotonde
e discutere - ha dichiarato la Vincenzi- superando preconcetti e andando a
fondo del problema. Non dobbiamo dare l’impressione che la classe politica
sia supina di fornte alle durissime leggi di mercato imposte dalla
globalizzazione. Dobbiamo capire le ragioni di tutti, superare gli eccessi,
ma difendere prima di tutto la salute dei cittadini. Altrimenti che razza
di sinistra saremmo ?"
 
		
Il Verde: ho scelto la coerenza "Non posso stare con chi nega le mie idee.
Letta ? ognuno badi alle sue competenze.

Renato Rizzo
Prologo d’una ribellione. A raccogliere, e a enfatizzare, la pro-testa del
fronte del no alla «privatizzazione della materia vivente e alla produzione
e commercializzazione su scala industriale degli organismi geneticamente
modificati» è stato convegno in modo assolutamente esplicito: centomila
lire regalate, a titolo personale, ai giovani dei Centri Sociali che
scandivano lo slogan «Liberarsi è naturale». Il gesto ha tutti i crismi di
un esibito strappo con Palazzo Chigi e s’intreccia con un avvertimento
espresso ((in chiaro» a Letta: si limiti a occuparsi del suo dicastero
senza invasioni di campo, lasciando l’Agricoltura a chi ne è responsabile.
Ministro, incominciamo dallo «schiaffo» del presidente del Consiglio.
«No, guardi, Amato non ha voluto dare proprio nessuno schiaffo. E’ tutto
assai semplice: nè lui ha chiesto a me di ridare il patrocinio a Tebio, né
io a lui di toglierlo. E’ un problema di competenze: ognuno. rispetta le
proprie».
E le competenze prevedono che nel governo, coesistano posizioni ideologiche
diametralmente opposte?
«Le assicuro che Amato ritiene coerente la mia scelta. Perché sa che io
sono il ministro dell’Agricoltura, non della Ricerca Scientifica o della
Sanità. E questo ruolo mi vincola a rispettare, nel mio ambito, le scelte
d’un Parlamento che ha espresso forte preoccupazione e spigoli di
contrarietà nei confronti dell’agricoltura biotech. Il nostro è il Paese
che vanta la maggior quantità di biodiversità e di prodotti tipici. Non
possiamo dare al mondo l’immagine di produttori di cibi non naturali o
essere confusi con chi vuol fare coltivazioni ingegnerizzate. ed esportarle
ovunque».
Sta dicendo che Amato non  rispetta le decisioni del Parlamento?
Voglio semplicemente chiarire che dare il patrocinio ad una manifestazione
significa condividerne gli obiettivi. E io, sotto il profilo agricolo, non
condivido quelli d’un convegno - vetrina che proclama: quanto sono buo-ni
gli organismi geneticamente modificati. Il presidente del Consiglio
rappresenta, invece, tutto il governo, quindi anche il settore della
Ricerca e della Sanità: ambiti nei quali è possibile operare in laboratorio
basandosi sulle biotecnologie. Lo stesso si può dire per il ministro
dell’Industria. Anche se...".
Anche se...
«Certo sarebbe un grave errore se Letta, che dovrebbe in ogni caso
cominciare a porsi il problema delle biotecnologie, si preoccupasse di che
cosa sia meglio per l’agricoltura italiana».

Dal Manifesto 21.5.2000       Ogm, convegno a Genova

Genova si è preparata ieri alla mobilitazione contro la prima mostra
mercato sulle biotecnologie Tebio, organizzata dalle multinazionali per il
24-25-26 maggio, con una giornata intera di studi, alla presenza di 500
persone. Prima di rievocare in Liguria il clima di Seattle (grande corteo
il 25 e presidi davanti alla Fiera il 24 e il 26), insomma, Mobilitebio ha
studiato la materia.
Tra il ‘98 e il ‘99, la superficie coltivata con piante transgeniche è
aumentata del 44%, e il 99% è distribuito in Usa, Canada e Argentina. «Più
del 50% della soia e del cotone, e 1/3 del mais americani sono
geneticamente modificati — ha spiegato il presi-dente del Wwf Gianfranco
Bologna - Se consideriamo che queste tre nazioni sono i principali
esportatori di generi alimentari, ne deriva che buona parte del mais, della
colza e dei semi di cotone che circolano sul mercato nazionale sono
transgenici».
La commercializzazione di mele, lattuga, frumento, pomodori, salse e anche
am-mali è pronta, e già oggi l’Italia importa dagli Usa 600 mila tonnellate
di soia ogm. «I1 rischio - ha affermato il ministro Pecoraro Scanio — è che
l’industria biotecnologica ci metta davanti al fatto compiuto» (il ministro
è volato a Genova dopo aver tolto nei giorni scorsi il patrocinio del suo
dicastero a Tebio). Le patologie provocate nell’uomo dai prodotti
transgenici, inoltre, si potranno vedere tra non prima di 10 anni, ha
avvertito Luciano Pecchiai, primario del centro di eubiotica di Milano.
Intanto prosegue la mobilitazione in tutt’Italia. Ieri a Origgio (Varese)
si è svolto un presidio davanti alla multinazionale Novartis.

Dal Mercantile 21.5.2000 pagina 8
E’ l’uso della ricerca applicata nel settore agro-alimentare a creare
maggiori rischi. Dai ricercatori aspre critiche sulla mancanza di
informazione per i consumatori

«Il ministero dell’Agricoltura non poteva non ritirare il patrocinio ad
un’iniziativa che ha un’impostazione diversa dalla filosofia che indirizza
la politica agricola del nostro Paese>). Alfonso Pecoraro Scanio,
neo-ministro, verde, dell'Agricoltura, spiega così la sua decisione di
revocare il patrocinio a Tebio, il contestato salone-convegno
internazionale sulle biotecnologie che si svolgerà alla Fiera dal 24 al 26
maggio. E lo fa dalla platea "alternativa" del Teatro della Tosse che ieri
ha ospitato il convegno "Biodiversità e globahizzazione nel rapporto
nord-sud del mondo", organizzato dal Coordina-mento Mobilitebio, che si
batte contro la ‘biopirateria genetica" e al quale hanno aderito finora
circa 300 soggetti in rappresentanza di ambientalisti, pacifisti,
consumatori, agricoltori biologici, cattolici, centri sociali. Per l’intera
giornata ricercatori ed esperti di vari settori, provenienti da tutta
Italia, hanno spiegato che cosa significhi e quali rischi, imprevedibili,
può comportare, per la salute umana, per l’ambiente e per la sopravvivenza
dei popoli più poveri del mondo, l’applicazione dell’ingegneria genetica in
agricoltura con la conseguente imposizione, sui mercati di  prodotti uguali
per tutti.
Pecoraro Scanio arriva al "contro-convegno" in anticipo rispetto alle
previsioni. Contribuisce all’autofinanziamento dell’iniziativa, con 100
mila lire (»se no pare brutto. ..un ministro>)) e risponde alle prime
domande che, ovviamente, riguardano l’atteggiamento del suo ministero
rispetto a Tebio e al Presidente del Consiglio, Giuliano Amato, che.
invece, ha confermato il patrocinio alla manifestazione della Fiera. «La
Presidenza del Consiglio rappresenta anche altri settori -commenta - come
quello sanitario dove la ricerca si fa al chiuso, in laboratorio, senza
rischi di contaminazione, e non in campo aperto come avviene per le
coltivazioni transgeniche. Una cosa è la competenza complessiva del
Governo, altra quella, specifica, del ministero dell’Agricoltura. E
aggiunge il ministro " non ne faccio solo un problema ambientale, di tutela
della salute ed etico ma anche di marketing, perché nel mercato globale il
prodotto italiano deve avere il marchio di naturale. L’Italia, che è
ricchissima di biodiversità alimentari, può fare una scelta e io credo che
la scelta debba essere quella di non produrre prodotti genetica-mente
modificati, di rifiutare la logica di chi vuole imporci pro-dotti insapore,
inodore, sterili, morti». Pecoraro Scanio sottolinea che, a pensarla così,
ormai, non sono solo gli ambientalisti:
«La Coldiretti sta facendo la campagna "semina sicura" - spiega -perfino il
settore alimentare della Confindustria è favorevole all’applicazione del
principio di precauzione e anche buona parte dei distributori italiani, non
so-no contenti di commercializzare prodotti transgenici. L’Italia -
ribadisce - ha il diritto di scegliere e io ho detto anche ali’Assobiotech
di abbandonare ll settore agricolo e di concentrarsi su quello sanitario».
Il ministro si dice convinto che le manifestazioni della prossima saranno
pacifiche: «Io spero che nessuno pensi a inflitrare qualcuno che faccia
qualche atto violento in modo da poter dire che...», e respinge l’accusa di
non voler partecipare a Tebio per sottrarsi al confronto:
«Io - chiarisce - organizzerò presso l’istituto zootecnico del ministero
dell’Agricoltura un confronto, fra chi è d’accordo e chi è contrario,
sull’utilizzo degli organismi geneticamente modificati nel settore
agroalimentare. Non vorremmo essere accusati di non volere il confronto do
il confronto viene organizzato a senso unico».
Ma le preoccupazioni che salgono dalla platea sono Preoccupazioni determina
la mancanza di informazioni corrette e anche dalla confusione legislativa
esistente in Italia dove esiste una moratoria alle autorizzazioni di
coltivazioni di piante transgeniche. Moratoria che, non impedisce
l’importazione prodotti geneticamente modificati (soprattutto soia e mais
Stati Uniti) nè che sementi geneticamente modificate e "suicide" (incapaci
cioè di generare più di una volta così da costringere gli agricoltori a
comprarne altre), siano regalate agricoltori più o meno consapevoli. Il
tutto mentre nel Paese, come nel resto d’Europa convivono il trattato di
Mastricht che, nel ‘94, ha recepito il principio di precauzione, al quale
si dovrebbe produrre e  commercializzare solo ciò che è dimostrato che non
produce danni, la direttiva europea sulla biosicurezza che non ancora
recepito questo principio, ed una serie di regolamenti in attesa del
recepimento nuova direttiva dell’Ue che se non   modificata, faciliterebbe
la  diffusione di coltivazioni transgeniche. «Il risultato è che cittadini
non hanno avuto l’etichettatura sui prodotti" commenta Gianni Tamino,
dell’università di Padova, membro, fra l’altro del comitato
interministeriale’ sulle Biotecnologie. "Ma l’etichettatura può avvenire
solo attraverso un sistema di processo, che controlli tutte le  fasi».

UNA CALDA POLEMICA

«Iniziativa a senso unico» (Un convegno a senso unico, una passerella per
tirare la volata alle grosse multinazionali che commercializzano in tutto
il mondo prodotti geneticamente modificati>. E’ l’accusa che, fin
dall’inizio, è stata mossa a Tebio da chi contesta la manifestazione e si
oppone alle biotecnologie applicate in campo agroa-alimentare per avere
piante, animali e quindi alimenti transgenici, modificati cioè nel loro
patrimonio genetico (attraverso il trasferimento di geni di specie
diverse), solitamente per migliorarne la resistenza ad alcune condizioni. A
queste accuse i promotori del convegno hanno sempre replicato sostenendo
che si tratta di un convegno scientifico di carattere esclusivamente
informativo, nel quale non si prende alcuna decisione sulle sorti
dell’umanità e’ che, non essendo stato sponsorizzato dalle multinazionali,
non si schiera da nessuna parte.
Le due parti, comunque, nei prossimi giorni continueranno a parlarsi a
distanza, senza incontrarsi.
Ma il tema della "brevettabilità" della materia vivente e della possibilità
di riscrivere, in laboratorio, il patrimonio genetico di piante e di
animali, con conseguenze, per l’ambiente e per l’auomo, ancora tutte da
verificare, è certamente destinato a dividere le coscienze e a far
riflettere i cittadini sul fu-turo del pianeta, oltre che della scienza.

Programmi carnet delle due fazioni Convegno e contestatori   Tre giorni
sulle barricate 

Tre giorni di mostra-convegno e tre giorni di contro-manifestazioni. Sono
quelli che Genova vivrà la prossima settimana, dal 24 al 26 maggio quando,
nella nostra città, sì svolgerà Tebio, la prima mostra - convegno
in-ternazionale sulle biotecnologie organizzata alla Fiera, dallo stesso
ente Fiera e dal Centro di biotecnologie avanzate presieduto da Leonardo
Santi. Contemporaneamente, infatti, in città, per tutti e tre i giorni, si
svolgeranno presidi, volantinaggi e un corteo di protesta, organizzati da
Mobilitebio, il coordinamento delle associazioni che contesta
l’impostazione di Tebio.
A Tebio le biotecnologie fra ricerca e Industria

Tebio sarà inaugurata mercoledì mattina. La prima sessione plenaria, che è
anche l’unica pubblica (le altre sono riservate agli addetti ai lavori) ed
è patrocinata dall’Unesco, sarà dedicata soprattutto agli aspetti etici, ai
ri-schi connessi all’uso delle biotecnologie, alla loro accettabilità
sociale e ai problemi dell’informazione ai cittadini su questi temi.
Nella stessa giornata e nei due giorni successivi, in sei sessioni
specifiche, si discuterà delle applicazioni delle biotecnologie in campo
medico, con la partecipazione di ricercatori provenienti da diversi Paesi
del mondo.
Ma spazio molto ampio avrà, nella rassegna, anche il tema dell’applicazione
delle biotecnologie nell’industria agro-alimentare ed ittica. A questi temi
sono dedicati, dal 24 al 26 maggio, quattro simposi e diverse tavole
rotonde, con la partecipazione di ricercatori e anche di rappresentanti di
aziende e di alcune delle grosse multinazionali che commercializzano in
tutto il mondo prodotti geneticamente modificati.
Negli stessi giorni piazza Cavalieri di Vittorio Veneto, vicino a piazzale
Kennedy, sarà teatro di una serie di iniziative di contro-informa-zione e
di protesta organizzate da Mobilitebio. Presidi, volantini, corteo per
contro-informare
Il programma delle iniziative sarà illustrato in dettaglio la prossima
settimana. Per ora si sa comunque che il 24 maggio verranno distribuiti
all’ingresso i volantini di Mobilitebio con un appello ai ricercatori in
inglese e in italiano, e saranno distribuite calendule biologiche e
prodotti alimentari biologici.
Il 25 maggio, invece, alle 9, da piazza Verdi partirà il corteo nazionale
che, attraverso viale Cadorna e via Brigate Partigiane raggiungerà piazzale
Kennedy dove si concluderà davanti ai cancelli della Fiera.
Il 26 maggio, ultima giornata di Tebio, sarà anche l’ulti-ma giornata di
presidio in piazzale Cavalieri di Vittorio Veneto.

SUPERMARTA RELEGATA IN PLATEA "Inviterò a un dibattito il medico pronto al
confronto duello con Santi" La presidente della Provincia preasente alla
Tosse come curiosa.


2 sono  i concetti che la presidente della Provincia Marta Vincenzi vuole
estrapolare dalla tavola rotonda di Mobilitebio (i nemici" della
manipolazione genetica) tenutasi ieri a Genova. Il primo è stata la
consapevolezza di una pressoché perfetta coincidenza di idee tra il
ministro delle Risorse Agricole, Pecoraro Scanio e la provincia di Genova.
Il secondo che la Vincenzi vuole discutere  "dentro" Tebio, è invece la
partecipazione attiva dell’opinione pubblica.
Presente, ma in silenzio perché gli interventi dei rappresentanti
istituzionali non erano prevista Marta Vincenzi, ha dunque raccolto molti
spunti interessanti dalla discussione. «In primo dice - ho apprezzato il
fatto che il ministro Pecoraro Scanio abbia mostrato un atteggiamento verso
la ricerca clinica e, contemporaneamente, forti perplessità sulle
manipolazioni agro-alimentari. Sono proprio le stesse cose che da tempo
andiamo dicendo noi come Provincia. Com-mentando poi i vari interventi del
pomeriggio, la Vincenzi parla  del mondo che si è posto contro ‘le
biotecnologie come di un mondo molto «articolato e -non condivisibile in
toto». Molto costruttivo, per esempio, il suo riferimento alla cautela in
sottofondo quella che considera la questione più importante». Ovvero,
puntare sul fatto che è la prima volta che un’invenzione di così grande
portata si trova inserita in una fase storica dove l’informazione ricopre
un ruolo determinante. «Da Seattle in poi - precisa Marta Vincenzi -
abbiamo preso coscienza che l’opinione pubblica può intervenire, fare
qualcosa». A questo proposito, era stato particolarmente esplicito Roberto
della Seta, del coordinamento scientifico nazionale di Legambiente, che
aveva parlato di «prima grande rivoluzione scientifica che ha luogo in
democrazia». Un banco di prova decisivo, ritengono sia Della Seta che la
Vincenzi, per una sinistra da rivitalizzare.
«I ricercatori - puntualizza la presidente della Provincia di Genova - non
possono rimanere chiusi nei loro laboratori e non vedere la globalizzazione
nella quale stiamo vivendo e nella quale le persone "normali" possono, anzi
devono esprimersi».
La protesta di Seattle, dunque, è stata determinante nel conferire
all’opinione pubblica un ruolo attivo, ruolo che, però, non necessariamente
deve portare a disordini. La contestazione accompagnerà senz’altro le
giornate di Tebio ma, avverte la Vincenzi «Bisogna avere molta capacità di
distinguere tra chi protesta con argomentazioni serie e chi, invece, resta
fuori solo per creare caos». Un po’ troppo di stampo "vete-rocomunista"
Luciana Castellina, tra gli interventi più apprezzati dalla presidente
della Provincia c’è quello del professor Luciano Pecchiai, primario
dell’ospedale Buzzi di Milano. Preciso, semplice nelle spiegazione e
supportato da dati scientifici, il pediatra milanese aver sollecitato un
"duello" con il professor Leonardo Santi, artefice primo di Tebio, ha
elencato alcuni esempi nei quali il danno delle manipolazioni genetiche è
provato, sia sull’ambiente sia sulla salute delle persone. Pecchiai,
infatti, ha lanciato un allarme se-rio: la quasi certezza che, almeno per
un gruppo di persone, tut-te queste manipolazioni provochino allergie e
intolleranze. «Sono stata particolarmente colpita dall’intervento del
professor Pecchiai - dice Marta Vincenzi - tan-to che l’ho fatto subito
contattare per chiedergli di partecipare ad un dibattito che organizzerà la
Provincia su questo argomento».

CENA BEFFE
Non l’hanno presa bene agricoltori biologici quando hanno scoperto proprio
i loro prodotti saranno la base della cena la Provincia (in quanto aderente
al comitato promotore della manifestazione), offrirà la prossima settimana
ad alcuni ospiti di Tebio. «Certo che abbiamo polemizzato con la Provincia
quando siamo venuti a sapere che i nostri prodotti venivano offerti proprio
agli ospiti di Tebio» commenta Laura Freddi, vicepresidente di Liguria
Biologica", l’associazione che riunisce una sessantina di agricoltori
biologici liguri, ai quali l’iniziativa di  Palazzo Spinola è suonata quasi
come una beffe Ma la Presidente della Provincia, Marta Vincenzi trova fuori
luogo la polomeca  «Si tratta di una cena alla quale  parteciperanno tra
gli altri, Renato Dulbecco,  Giovanni Berlinguer - spiega e  abbiamo deciso
di offrire prodotti tipici e biologici per fare una sottolineatura. Una
sorta di "provocazione insomma, magari per convertire ad altra causa chi
fosse convinto che i cibi transgenici sono buoni ?

GLI AGRICOLTORI BIOLOGICI : "SIAMO INDIFESI. LA CONTAMINAZIONE PUO’ ROVINARCI
					
Centocinquanta agricoltori biologici in Liguria, 50 mila aziende con 100
mila addetti che coltivano un milione di ettari di terra e producono un
fatturato da 2 mila miliardi all’anno in tutta Italia. Sono i numeri di un
mercato sempre più fiorente che ha fatto del "naturale" la parola d’ordine
ma che rischia di essere gravemente danneggiato dall’eventuale diffusione
di coltivazioni di piante transgeniche.
«Siamo molto preoccupati» conferma Laura Freddi, vicepresidente di "Liguria
Biologica", che riunisce una sessantina di agricoltori biologici della
nostra regione. «il riconoscimento di agricoltore biologico- spiega - viene
dato solo a chi coltiva prodotti che non abbiano nulla di transgenico, in
nessuna fase del processo, dalla semina alla vendita. Ma se una
coltivazione biologica si trova vicino ad un campo "transgenico" può essere
contaminata, per esempio attraverso i pollini, e l’agricoltore biologico
può perdere il ricono-scimento pur non avendo alcuna responsabilità». Laura
Freddi spiega che anche in Liguria erano state autorizzate, a suo tempo,
alcune coltivazioni di prodotti geneticamente modificati, in particolare di
fiori: «Noi abbiamo chiesto alla Regione di sospendere queste
autorizzazioni - racconta - ma ci è stato detto che il settore della
floricoltura è troppo importante e rappresenta una parte troppo consistente
del prodotto interno lordo perché si potesse dire di no».
Una voce ancora più allarmata è quella di Gino Girolomoni, presidente
dell’Associazione mediterranea agricoltori biologici: <L’ultima direttiva
dell’Unione europea prevede la brevettabilità di tutte le forme viventi -
spiega - e, se fosse applicata, avrebbe implicazioni notevoli sotto tutti i
punti di vista. Per quanto riguarda i cibi, noi siamo già in una situazione
alimentare ad alto rischio perché quello che mangiamo oggi non ha più gli
stessi valori nutritivi che aveva un tempo (basti guardare quello che è
avvenuto con il grano), mentre l’uso di additivi chimici e di estrogeni ha
responsabilità gravissimi nella diffusione di allergie alimentari, della
sterilità di altre malattie».
E il fatto che non siano ancora accertati i rischi dell’inserimento di
prodotti geneticamente modificati nella catena alimentare non è una
garanzia: «Degli effetti del Ddt ci si è resi conto dopo anni - osserva
Girolornoni - bisogna rovesciare il principio: chi vuole produrre e vendere
un prodotto deve dimostrare prima che non è dannoso».
Antonio Bruno
Vice Presidente del Consiglio Comunale di Genova
Altro Polo -  Sinistra verde
0339 3442011
bruno at aleph.it