[ACEA #224] 17/05 Milano: assemblea dibattito su Alimenti Modificati Geneticamente



Agenziastampa per i Consumi Etici e Alternativi
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Comunicato n. 224 del 7-5-2000

L'Associazione Ambiente Territorio Salute e il Forum Ambientalista della
Lombardia

organizzano:una assemblea dibattito su Alimenti modificati geneticamente:
se non li riconosci come li eviti? Sicurezza alimentare e informazione
nell'era delle biotecnologie
Mercoledì 17 maggio 2000, ore 18 alla Camera del Lavoro di Milano, corso di
Porta Vittoria 43, Milano

Sono previsti interventi di Enrico Fedrighini, Roberto Brambilla (WWF
Italia), Alfredo Fontanella (microbiologo), Aldo Iacomelli (Greenpeace
Italia), Giorgio Nebbia (docente universitario di Merceologia), Fulvio
Grimaldi (giornalista, già inviato del TG3)

"C'è il rischio di un nuovo imperialismo biologico, per cui una società o
uno stato potrebbero negare ad altri paesi la disponibilità di piante utili
o di cure per alcune malattie ? Quali possono essere le conseguenze della
produzione di piante transgeniche sull'ambiente, e dell'uso di organismi
transgenici e dei loro derivati sulla salute umana ? I soggetti più
importanti, ma anche più trascurati, i consumatori, rivendicano almeno il
diritto di conoscere che cosa i loro alimenti contengono.
La presenza di semi di mais o di soia o di pomodoro, geneticamente
modificati, nelle partite che entrano nei vari cicli produttivi
agroindustriali è, entro certi limiti, riconoscibile; è possibile
riconoscere la presenza di un seme transgenico anche fra mille o anche
diecimila semi normali. 
I problemi si fanno più complicati quando si tratta di ricostruire la
"storia naturale" dei derivati, per esempio delle farine, o della lecitina,
o di un grasso, estratti da mais o soia transgenici e per ora i governi
pensano di imporre l'etichettatura al più agli alimenti transgenici quando
sono facilmente riconoscibili per via analitica, mentre sarebbero esenti da
etichettatura i derivati di organismi transgenici quando sono
"sostanzialmente equivalenti" ai loro omologhi tradizionali. Una
definizione generica e abbastanza equivoca che esenta dalla etichettatura
molti prodotti di cui al consumatore potrebbe comunque interessare di
conoscere l'origine.
Ma se un alimento non porta alcuna indicazione, o addirittura se, come si
comincia a fare, per motivi pubblicitari, un alimento è presentato come
"esente" da derivati di organismi geneticamente modificati, quali garanzia
ha il consumatore sull'origine dei vari ingredienti ?
Come possono essere organizzate strutture pubbliche di controllo, che
richiedono apparecchiature sofisticate e costose per analisi che richiedono
tempo, specialisti e che sono anch'esse costose, quando i laboratori
esistenti non riescono a sconfiggere neanche le frodi più banali, come la
sofisticazione dell'olio di oliva con olio di nocciole?" Giorgio Nebbia,
docente universitario, Forum Ambientalista
(Fonte AceA)


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(anche in forma di pubblicità con una riga di ringraziamento all'editore
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caso di mancanza di indicazioni specifiche, la nostra redazione.




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