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URANIO IMPOVERITO UNO STUDIO DELLA UNIVERSITA' DI BELGRADO
Le note che seguono derivano dallo studio FR YUGOSLAVIA REPORT del Federal
Ministery for Development Science and the Enviroment della Serbia) è stato
pubblicato alla fine del 2000 a firma del Prof. Nada Sijapic, e da note di
analisi dell'autore -
<http://xoomer.virgilio.it/fernandotermentini/curriculum.htm>Fernando
Termentini - che è un esperto di bonifica anche nel settore NBC.
L'Università di BELGRADO ha sviluppato una analisi su quanto rilevato sul
territorio a seguito dei bombardamenti della NATO sul territorio serbo,
molti dei quali utilizzando Uranio Impoverito.
In estrema sintesi lo studio ha proceduto attraverso :
* l'analisi ambientale dei maggiori siti industriali e militari della
Serbia bombardati dalla NATO con aramneto convenzionale e con il DU;
* l'influenza che questi bombardamenti hanno avuto sulla qualità delle
falde dei bacini dei fiumi : Danubio, Velika Moldava e Lepenica;
* l'impatto ambientale che questi bombardamenti hanno avuto in
particolare per gli aspetti biologici.
Il documento in questione deve considerarsi come uno studio parallelo a
quello effettuato dal "Balkan Task Force (BTF) della Nato che ha operato
sotto l'egida del "United Nation Enviroment Programme (UNEP)", ed ha esteso
l'analisi su altri siti della Serbia, del Kosovo e della Bosnia
Herzegovina, dove è stata rilevata l'utilizzazione di Uranio Impoverito (DU).
I contenuti del rapporto sono per taluni aspetti preoccupanti e nonostante
che sia stato redatto sotto il controllo accademico dell'università devono
essere approfonditi, valutati e comparati con quanto allo stato attuale
noto e comparato con altri indagini nel settore.
La materia, peraltro, è ancora oggetto di una nuova indagine scientifica e
di una valutazione di un'apposita Commissione Parlamentare per cui
anticipare conclusioni seppur personali o pubblicizzare dati presi in
"valore assoluto" sugli effetti diretti ed indiretti dell'Uranio Impoverito
può essere in qualche modo fuorviante e dannoso ai fini dei risultati
scientifici che si intende raggiungere.
Scambiarsi opinioni e pareri non è comunque assolutamente fuorviante ma
concorre sicuramente a configurare nel migliore dei modi un problema così
complesso come quello dell'inquinamento ambientale di aree "post belliche"
dove il DU ha un ruolo importante ma non rappresenta il solo elemento
inquinante.
Infatti, sicuramente i metalli pesanti, le polveri di piombo, rame,
alluminio, le componenti aromatiche degli esplosivi e gli ossidi di uranio
se inspirati od ingeriti non hanno effetti salubri.
Se poi entrano a contatto delle falde acquifere o si inseriscono nel
circuito alimentare attraverso gli ortaggi, la carne ed il latte, i danni
fisici possono essere incrementati e raggiunge livelli di guardia.
Sono fenomeni inquinanti però sotto taluni aspetti controllabili e per
taluni aspetti arginabili, ma devono essere noti. Per farlo non bisogna
essere condizionati dall'approccio arrogante di chi, nel dubbio, non lascia
spazio ad ipotesi e non verifica ed approfondisce le cause di particolari
eventi.
In attesa quindi di arrivare ad una pubblicazione ragionata, lo scrivente
invita chi fosse interessato a discuterne a raggiungerlo attraverso i
contatti telematici a premessa di ogni possibile divulgazione futura che
sarà attuata non appena sarà ultimata la verifica dei dati.
L'indagine scientifica, sviluppata dall'Università di Belgrado, è stata
sviluppata attraverso un rigoroso metodo di lavoro che in sintesi ha
previsto :
* Campioni di acqua e di terreno di aree bombardate, prelevati durante
l'attacco e/o immediatamente dopo il primo attacco.
* Rilevamento dei danni forestali subiti in occasione agli attacchi con
il prelevamento di campioni di terreno e di alberi distrutti.
* Rilevamenti fotografici subito dopo l'attacco ed in tempi successivi
delle aree forestali ed agricole che hanno subito un attacco.
* Diametro e profondità dei crateri provocati dalle bombe di aereo e/o
proiettili in generale.
* Dove possibile, monitoraggio di alcune specie di animali stanziali
nelle aree oggetto di attacco.
Cerchiamo ora di approfondire la tematica del DU tralasciando gli aspetti
di fisica nucleare del problema trattati in altre pagine di questo sito
(ritorna ad Home).
COSA E' L'URANIO IMPOVERITO (DU - URANIO - 238) ??
L'Uranio Impoverito è un combustibile delle centrali nucleari . Il suo
utilizzo genera una grande quantità di scorie radioattive il cui stoccaggio
e smaltimento risulta molto difficile. Nel 1980 negli Stati Uniti sono
state pubblicate ricerche scientifiche che portavano alla conclusione che
era necessario fermare la produzione di uranio impoverito in quanto le
discariche di scorie radioattive avevano una emissione che eccedeva
mensilmente i 150 micro Ci, limite massimo stabilito dalla normativa di
sicurezza internazionale.
Questa emissione corrisponde a quella di
387 g di DU.
ogni colpo da 30 mm di DU pesa 298 grammi
Limitandoci ad approfondire le caratteristiche fisiche del DU e l'incidenza
inquinante che l'Uranio 238 può produrre nell'ambiente possiamo
sottolineare alcuni parametri che dovrebbero rappresentare il modello
principale di riferimento per qualsiasi approfondimento di indagine sugli
possibili effetti e conseguenti danni che il DU può produrre nell'immediato
e nel medio e lungo termine.
In particolare :
* L'Uranio Impoverito è un materiale ad elevata densità e nel momento
che brucia lascia residui radioattiva e di elevata tossicità chimica.
* Il DU è un materiale altamente pirofilo e quando brucia raggiunge
temperature elevatissime (3000 ° C ) in un intervallo di tempo brevissimo.
* Quando il DU colpisce un ostacolo resistente si crea un'elevatissima
temperatura ed il 10% di materiale brucia immediatamente mentre un altro
70% della massa complessiva si trasforma in aerosol con particelle di 5
micron che possono essere inspirate con estrema facilità.
* All'atto della combustione e della frammentazione si ha una
trasformazione in ossido di uranio sempre in particelle finissime ad
elevata tossicità chimica.
* Le particelle polverizzate in presenza di vento possono essere
trasportate anche ad una distanza di 40 km dal punto dove è avvenuto
l'impatto.
* L'Uranio-238 e gli ossidi di uranio sono molto solubili in acqua.
* Le microparticelle diluite in acqua possono essere facilmente
assorbite dalle piante e dagli animali e quindi entrare nella normale
catena alimentare.
* Le particelle radioattive e gli ossidi nel tempo possono provocare
gravi malattie come forme cancerogene mortali in particolare con forme
leucemiche, ai polmoni ed alla vescica.
* La pericolosità dell'inquinamento chimico rispetto a quello
radiologico è molto accentuata per cui inspirare e/o ingerire direttamente
od attraverso acqua e cibi inquinati ossidi di uranio è molto più
pericoloso rispetto agli effetti prodotti dalle radiazioni.
* Il DU è altamente pirofilo. Qualora, quindi, sia mescolato ad altri
ordigni bellici non esplosi (UXOs) o mine destinati ad essere distrutti
secondo le normali tecniche di bonifica (cariche esplosive), all'atto del
brillamento innesca un processo "catalizzante" sulla temperatura
istantanea. Ne consegue una rapidissima trasformazione del DU in ossidi di
uranio alla stessa stregua di quanto avviene nel momento di un impatto
contro superfici dure e la trasformazione degli altri metalli in particelle
sferiche da "fusione". Queste particelle insieme all'ossido di uranio
produce un elevatissimo inquinamento ambientale ad altro rischio per gli
esseri umani.
IPOTESI DI IMPIEGO DI MUNIZIONAMENTO AL DU
Testimonianze e studi riferiscono che una consistenze utilizzazione di
munizionamento al DU è stata fatta nel corso della Prima Guerra del Golfo
in particolare sulle colonne corazzate irachene in ritirata dal Kuwait e
nei Balcani.
In particolare per l'utilizzo dei Balcani da diverse fonti emerge che in
Serbia ed in Kosovo e prima in Bosnia Herzegovina, è stato utilizzato
munizionamento al DU dall'aereo A10/A con il cannoncino da 30
mm. (munizioni API PGU-14/B). Durante la guerra, truppe specializzate
NBC dell'esercito della Serbia hanno monitorato l'utilizzo dell'Uranio 238,
e risulta che ne è stato fatto massivo impiego il 18 aprile 1999 ai confini
della regione di Bujanovac ed il 30 maggio 1999 nell'area di Cape Arza
nella penisola di Lustice. Infine successivamente nella zona della
Vranije. Alla fine della guerra è stata approfondita l'indagine ed è stato
rilevato che l'Uranio 238 è stato utilizzato dalla Nato anche in molte
altre parti della Serbia , in partire lungo il 44° parallelo all'interno
del territorio del Kosovo - Metohia, in altri sette siti della Serbia ed in
un sito del Montenegro.
In totale è stato stimato che in Serbia siano stati utilizzati dai 3000 ai
5000 proiettili al DU sparati dallo A10/A, per l'equivalente di circa 1-1,5
tonnellate di Uranio 238 e dei sui sottoprodotti contaminanti.
SOGGETTI A RISCHIO DI CONTAMINAZIONE
Un'analisi dei 10 principali punti nei quali sono state evidenziate le
possibili e principali caratteristiche inquinanti dell'Uranio - 238, porta
a determinate conclusioni deduttive che dovrebbero rappresentare il punto
di partenza di ogni possibile indagine sulle conseguenze dannose dell'DU e
dei suoi derivati sull'uomo.
In particolare le categorie a rischio sulle quali dovrebbe essere
concentrata l'attenzione e dalle quali sarebbe opportuno ricavare la
campionatura per lo sviluppo di indagini scientifiche sono tre,
rispettivamente rappresentate da :
militare/i o il civile/i che si trovassero coinvolti in un attacco portato
con munizionamento al DU e nelle immediate vicinanze del punto di impatto
del munizionamento : sarebbero destinati a respirare gli ossidi di uranio e
le particelle di DU radioattivo;
personale militare e/o civile impegnato nelle operazioni di bonifica di
UXOs e di mine non conoscendo l'utilizzazione di munizionamento al DU :
sarebbero destinati a respirare gli ossidi di uranio e le particelle
sferiche dei metalli pesanti provocate dalla fusione alle elevate
temperature delle componenti metalliche degli UXOs e delle mine:
personale destinato a percorrere aree dove si siano depositati ossidi di
uranio o nanoparticelle di DU : sarebbero destinati a respirare gli ossidi
di uranio e le particelle di DU radioattivo.
Esistono inoltre episodi recenti della guerra in IRAQ che potrebbero
offrire immediati spunti di indagine alla luce di quanto negli anni è
maturato in tema di conoscenza sugli effetti diretti ed indiretti del DU.
Per esempio e non a caso dovrebbero essere rilevati i siti contro i quali è
stato impiegato il fuoco terrestre dei carri armati Abrams e possibilmente
controllare a distanza di una anno ha respirato a suo tempo polveri per
impatto o per trasformazione in ossido di uranio.