Si è svolto il 12 e 13 novembre a Cagliari il convegno organizzato dal
centro studi Ceteris, Stati Uniti del (sic!) Mediterraneo nella nuova Europa
sottotitolo “La cooperazione nel
Mediterraneo per creare sviluppo e costruire la pace” era prevista
la partecipazione dei ministri Pisanu, Scajola, Micicchè e poi di Cicu,
Viceconte, di Tajani, Pezzotta (che ha rinunciato) e del vescovo Pompedda di
Ozieri, tra i maggiori sponsor c’era l’industria OTO MELARA, a
contorno del convegno pare sia stato organizzato un pranzo il cui ricavato dovrebbe
essere devoluto per curare i bambini
feriti di Nassirya. Il movimento antimilitarista, nonviolento e pacifista sardo,
Pax Christi, il Comitato Fermiamo la guerra, e la Carovana sarda ha presenziato fuori dal convegno, circondato
dalle forze della sicurezza ministeriale in un rapporto di 20 a 5, inivitati
varie volte ad allontanarci, abbiamo ripetuto che l’art 21 della
costituzione è ancora in vigore nonostante i maldestri tentativi governativi di
privarlo della sua efficacia, ma non ci siamo fatti intimorire e per due giorni
siamo stati presenti, dentro e fuori il convegno. Alcune informazioni sulla OTO
MELARA, compartecipata della FINMECCANICA, ha un valore di produzione di 330
milioni di €, i dipendenti sono 1334, attualmente pruce tra l’altro
il blindato Centauro, assieme alla IVECO Fiat, il veicolo corazzato Dardo, il
carroarmato Ariete, l’obice semovente PzH 2000, il siluro Waa Mv 90 e il
missile Meteor,i cannoni navali da 127 e
76 e 25mm. Lanciarazzi, e il missile MBDA Marte Mk2. I cannoni navali sono
stati (felicemente) testati nei poligoni sardi nel marzo 2003 a Teulada e nel
maggio 2004 nel Salto di Quirra, dove da tempo i pescatori e gli allevatori
sardi hanno formato un movimento che chiede con forza, il risanamento e il
pagamento del danno causato alle economie locali, opponendosi e vincendo alle
esercitazioni del mare, terra e cielo (l’ultima è stata bloccata, e poi
annullata del tutto nel mese di ottobre. Per ultimo e non per importanza l’Oto
Melara, benedetta dal vescovo vende le sue armi ultimamente al Messico, Abu
Dhabi, Finlandia e Romania, è sicuro il (nostro sic !) vescovo che tali armi
non servano a reprimere nel sangue il dissenso ad esempio nel cattolissimo Messico. A si biri in paris e
in paxi Giancarlo Nonis |