[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

=?iso-8859-15?q?una=20=20news=20=20che=20non=20f=E0=20pi=F9=20news=20=20i=20pescatori=20occupano=20ancora=20il=20poligono=20=20a=20=20teulada=20?=



dall'unione sarda  SULCIS IGLESIENTE del 28\9\2004


Teulada. I pescatori
Con le barche di legno
sfidano in mare
la flotta con le stellette 

Oltre
al pagamento
degli indennizzi
arretrati
chiedono
di poter calare
le reti davanti
al poligono
Barche in mare e bandiere al
vento. I pescatori di Sant?Anna
Arresi e Teulada hanno invaso
le acque davanti al poligono
militare di Capo Teulada.
È accaduto ieri quando,
a bordo di una ventina di pescherecci
e piccole imbarcazioni
partite da Porto Tramatzu
e da Porto Pino i pescatori
hanno occupato per l?intera
giornata il mare off limits per
le esercitazioni militari.
Il blitz è scattato verso le 9
quando i pescatori hanno
preso il mare decisi a bloccare
le esercitazioni di tiro e rivendicare
il diritto al lavoro.
Precisi, come l?ordinanza che
annunciava l?inizio delle esercitazioni,
le due marinerie del
Sulcis hanno tenuto fede alla
promessa: «Rispetteremo
l?ordinanza alla lettera: ogni
volta che ci saranno le esercitazioni
? ha detto Luciano Marica,
uno dei pescatori ? noi
saremo lì con le nostre barche
». Invasione, seppure pacifica,
delle acque interdette
doveva essere e invasione è
stata. Salpati dalle banchine
di Porto Tramatzu, i pescherecci
hanno raggiunto l?area
delle esercitazioni dopo appena
mezz?ora di navigazione.
Hanno gettato l?ancora a poche
centinaia di metri dalla
costa e hanno atteso. Tutto
come annunciato.
All?appello,
però, mancavano
il tuono dei
cannoni e il
rombo delle
esplosioni. Dal
poligono di Capo
Teulada, infatti,
non è partito
neppure un
colpo. «Tutto
tranquillo»,
hanno confermato
dai pescherecci
alla
fonda nel tratto
di mare davanti
alla spiaggia
delle Sabbie
bianche, Cala
Piombo e Portu Zafferanu.
Ma la rabbia dei pescatori
aumenta giorno dopo giorno.
«Non è più possibile andare
avanti così ? ha continuato
Marica ? ci stanno prendendo
in giro da troppo tempo e
continueremo a protestare sino
a quando non otterremo
risultati concreti».
A nulla sono valse, pochi
giorni fa, le assicurazioni del
sottosegretario alla Difesa
Salvatore Cicu sul pagamento
degli indennizzi per il 2002 e
l?avvio dell?iter per quelli del
2003. «La nostra protesta ?
ha puntualizzato Pietro Paolo
Di Giovanni ? non si limita
agli indennizzi. Rivendichiamo
la specificità delle nostre
marinerie che chiedono di calare
le reti nella zona interdetta
durante la pausa dell?attività
militare».
La protesta dei pescatori di
Sant?Anna Arresi e Teulada
approderà anche in Consiglio
regionale. I consiglieri diessini
Silvio Cherchi, Antonio Calledda,
Siro Marrocu e Salvatore
Mattana, infatti, hanno
presentato ieri una interrogazione
al presidente della giunta
regionale e all?assessore all?Ambiente
sollecitando la stipula
di un nuovo protocollo
d?intesa tra Regione e ministero
della Difesa che riconosca
alle due marinerie il diritto
a pescare nelle acque interdette
del poligono.
L?aver bloccato le esercitazioni
di ieri (erano previsti
bombardamenti con mezzi
aerei in partenza dalla base
militare di Decimomannu) è
solo una piccola vittoria «in
una battaglia per il riconoscimento
? aggiunge Di Giovanni
- del nostro diritto al lavoro
». Oggi e domani i pescatori
torneranno in mare. «Siamo
decisi a proseguire - ha
assicurato Di Giovanni - puntualmente
ad ogni esercitazione,
sino a quando non vedremo
accolte le nostre istanze».
Mentre i motopescherecci
di Teulada e Sant?Anna Arresi
navigavano verso il mare
vietato i pescatori di Sant?Antioco
effettuavano un sit-in nei
piazzali del porto. Per alcune
ore un centinaio di loro hanno
stazionato nel piazzale davanti
alla palazzina della
Guardia di Finanza. Ad animare
la protesa è sempre lo
stesso motivo: il ritardo nell?erogazione
dei rimborsi per
il fermo pesca militare degli
anni scorsi ed il silenzio da
parte del ministero per l?avvio
del tavolo di trattative per
la firma del nuovo protocollo
di intesa. «Con
questo gesto dimostrativo
e pacifico
abbiamo
voluto dare un
segnale ? afferma
Mimmo Siddu,
segretario
territoriale della
Flai-Ggil - affiancandoci
ai
nostri colleghi
che a Capo Teulada
stanno sfidando
i cannoni
della Nato».
Quella di ieri è
stata la prima di
una serie di manifestazioni
che
vedranno coinvolte
tutte le
marinerie del Sulcis. «Vogliamo
che il ministero della difesa
? continua Mimmo Siddu -
al posto dei comunicati dia risposte
concrete alle richieste
dei pescatori». Il segretario
della Flai-Cgil si riferiva al comunicato
stampa con cui, venerdì
scorso, il sottosegretario
alla Difesa Salvatore Cicu
annunciava, tra le altre iniziative
parlamentari per la pesca,
anche il pagamento degli
indennizzi del 2002 e l?avvio
dell?iter per il pagamento
di quelli del 2003. «Un annuncio
a cui non crediamo.
Siamo stanchi di anni di promesse
? è il parere di Gianni
Crastus, un pescatore da sempre
in prima linea nella protesta
- saremo determinati sino
a quando il ministero non
sarà disponibile ad aprire il
tavolo delle trattative per un
confronto serio e non fatto di
comunicati». Insomma, i pescatori
pensano che il ministro
della Difesa cerchi di
prendere tempo. «Forse a Roma
temono che potremmo
creare problemi - continua
Gianni Crastus ? quel comunicato
è solo fumo. Fatto per
prendere tempo».
MAURIZIO LOCCI




 dalla nuova  sardegna  sulcis-iglesiente