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il progetto
sei palazzine a santo stefano
Secondo gli americani si tratta di riqualificazione e non ampliamento. Saranno
realizzate nell'isola in totale sei palazzine logistiche e strutture coperte,
conformi al dettato delle norme urbanistiche e del Parco che ingloberanno
tutto il materiale disseminato nell?area di Santo Stefano ripulendola da
baracche e prefabbricati realizzati nel corso degli anni.
La Maddalena.
Iniziano oggi i contestati lavori
Al via l?ampliamento della base americana
I lavori di riqualificazione del punto d?appoggio di Santo Stefano inizieranno
puntualmente oggi. Se non si fosse in quella sorta di limbo politico che
è l?attesa della data del 23 settembre, quando sarà la legge a decidere
del destino della giunta Giudice, l?avvio dei lavori a Santo Stefano sarebbe
il ?leit motiv? più gettonato del commento politico. Invece silenzio, o
solo sussurri.
Il progetto era stato presentato pubblicamente dal comandante del Naval
Support Activities, oggi trasferito negli Stati Uniti, Edward Gardiner,
il 24 gennaio scorso. Aveva invitato i giornalisti a ?fare un giro a Santo
Stefano? per rendersi conto della qualità delle strutture del punto d?appoggio
navale. Lo aveva fatto perché il progetto per la riqualificazione del sito,
ovvero miglioramento logistico, articolato su 48.832 mq di volume su un
totale di 57.710, stava facendo arroventare il mondo politico isolano.
Aspramente
negato dal Co.Mi.Pa., prudentemente ignorato dalla giunta regionale, e
giustificato
da quella comunale come un?opera «necessaria per la riqualificazione della
vita del personale americano addetto al punto d?appoggio, senza l?aggiunta
di un solo metro cubo a quanto già esistente». Secondo il parere dei tecnici
americani estensori del progetto di riqualificazione, anzi, esiste una
diminuzione
del 15% della massa volumetrica derivante dall?accorpamento di tutti i volumi
sparsi nella zona concessa alla marina Usa (container, vecchie baracche,
pontoni galleggianti e quant?altro).
Nemmeno l?assessore regionale all?urbanistica ed agli enti locali Gian Valerio
Sanna, invitato a parlare di dismissioni demaniali ha voluto affrontare
lo spinoso problema. Troppo breve ancora la sua permanenza a palazzo per
poter esprimere un giudizio corretto sul tema. E poi è il presidente Soru
ad essersi esposto in prima persona. Ci badi lui.A sentire Sanna c?era anche
Agostino Bifulco (Prc) ex membro del Co.Mi.Pa. l?organismo interministeriale
di controllo delle servitù militari. Ha ricordato brevemente all?assessore
le vicende del sito, pregandolo di «informarsi su un comportamento, quello
della precedente giunta di centro destra, che ha lasciato impregiudicato
ogni elemento presentato dalla riunione del Comitato Paritetico per dire
di no all?ampliamento, perché di ampliamento si tratta, della zona adibita
a base di appoggio. Hanno lasciato mano libera al governo».
Il segretario de ?La Margherita? Gian Luca Lioni parla di «evidente
trasformazione
di fatto del punto d?appoggio in base navale. Alla trasformazione, però,
non corrisponde una trasformazione dell?opinione pubblica sul problema.
Occorre rinegoziare tutto, magari parlare finalmente dei problemi sindacali
dei dipendenti italiani, del problema degli extracomunitari. Si sta perdendo
l?ennesima occasione per tentare un approccio più valido con i nostri ospiti,
facendo valere i nostri diritti».
Per Stefano Filigheddu (?Buon Vento?) «sta per iniziare qualcosa di nuovo
sull?isola, si cambia scenario: sta nascendo la più grande base navale americana
del Mediterraneo. Di fronte a questo evento epocale, c?è il vuoto, il
disinteresse
più assoluto dei poteri. Per parte nostra fra qualche giorno, quando verrà
qui il segretario Renato Cugini, ci faremo portatori di una richiesta di
interrogazione direttamente al presidente Soru. Vogliamo delle risposte.
Fra quelle risposte ci dovrà essere anche il trattamento sindacale dei
dipendenti,
ci dovrà essere la vertenza sulla mobilità interna. Su circa 310 dipendenti
solo 130 sono italiani e ben 180 sono americani, pensionati o parenti dei
dipendenti, in violazione della legge sull?immigrazione. E naturalmente
una risposta sul fatto che i sommergibili a propulsione nucleare ora
aumenteranno
di numero».
Francesco Nardini