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fermiamo la militarizzazione dei vigili del fuoco
- Subject: fermiamo la militarizzazione dei vigili del fuoco
- From: Jubileo - Comboniani Bari <jubilmolfetta at yahoo.it>
- Date: Fri, 23 Jul 2004 21:41:40 +0200 (CEST)
Inviato da ufficiostampa di 22 Lug 2004 - 05:35 PM
Nonviolenza / Armi e disarmo -->
Appello di Rete Lilliput per fermare la militarizzazione dei pompieri. "Città
per città, al lavoro con i vigili e i parlamentari"
“Siamo con i Vigili del Fuoco! Per proteggerci dall’uragano estivo che sta
montando in Parlamento - la militarizzazione dei pompieri in dirittura d’arrivo
al Senato - invito tutti i cittadini, la società civile organizzata, le reti di
associazioni, le istituzioni democratiche, gli enti locali a sospendere per un
attimo le proprie vacanze e a mobilitarsi per bloccare questa tragica riforma
del Corpo dei Vigili del Fuoco”. Con queste parole Alex Zanotelli, animatore di
Rete Lilliput, interviene nel dibattito a proposito del disegno di legge sulla
Riforma del rapporto di lavoro del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco.
“Invito allo stesso tempo i nodi della Rete Lilliput, diffusi in tutto il
paese, a solidarizzare con i Vigili del Fuoco caserma per caserma, per
contrastare una legge che nessuno di loro ha voluto. Dobbiamo reagire, i
cittadini si mobilitino chiedendo ai loro parlamentari di riferimento, eletti
con i loro voti, di non approvare questa legge assurda che martedì prossimo
rischia di essere approvata definitivamente dal Senato”
La proposta di legge trasformerà il rapporto di lavoro dei Vigili del Fuoco
equiparandoli ad una sorta di nuova forza di polizia. Si prevede l’assegnazione
ai pompieri del nuovo compito di difesa civile, comprendendo in sé la garanzia
e la sicurezza delle istituzioni, la capacità di sopravvivenza economica,
produttiva e logistica del "sistema Paese" in occasione di crisi interne o
internazionali. In particolare si prevede la gestione di crisi dovute ad armi
di distruzione di massa di tipo nucleare, batteriologico e chimico.
La Rete di Lilliput sostiene le proposte delle forze democratiche che
all’interno del Corpo dei Vigili del Fuoco si impegnano contro questa tendenza
alla militarizzazione dei pompieri per trasformarli in corpo di difesa interno.
Ribadendo il sostegno alle attività civili dei pompieri, la Rete di Lilliput si
associa al gruppo di studiosi e attivisti nonviolenti, tra cui Antonino Drago,
Alex Zanotelli e Alberto L'Abate (vedi su www.unimondo.org), che invitano a
ripensare il corpo dei Vigili del Fuoco come naturale sostegno di una seria
Protezione Civile che dovrebbe sviluppare l'autorganizzazione della società
civile per prevedere, prevenire e rimediare ai disastri naturali, ecologici,
industriali e potenzialmente anche militari. “Questa decisione sposta il
confine dalla difesa civile senza armi a quella con le armi” ha dichiarato
Gualtiero Via, referente del Gruppo sulla Nonviolenza della Rete di Lilliput.
In questi anni molte sono state le lotte contro questa tendenza alla
militarizzazione ed anzi le Rappresentanze Sindacali di Base del Publico
Impiego (RdB-Cub P.I.) dei Vigili del Fuoco hanno anche controproposto un
notevole progetto di legge AC 2868 Istituzione del Corpo nazionale di
Protezione Civile.
In questa politica della difesa, pensata come azione di guerra a garanzia degli
interessi strategici, rientra il varo della portaerei Cavour, commissionata dal
precedente governo di centro-sinistra di Prodi e appena varata dal Ministro
della difesa Martino. La portaerei Cavour costa al contribuente come 1/7 della
manovra correttiva, che porterà tagli a ministeri, enti locali, Sud ed imprese.
Al costo iniziale della portaerei Cavour, 900 milioni di euro vanno a sommarsi
i costi delle armi e delle strumentazioni a bordo che fanno raggiungere la
cifra di 1390 milioni di euro, quasi 2.700 miliardi delle vecchie lire. Ma è
giusto ricordare al Ministro Martino che nella finanziaria per l’anno 2004
l’aumento per le spese militari era stato dell’1,5% rispetto all’anno
precedente, pari a 19.670 milioni di euro a cui si sono aggiunte 1.200 milioni
di euro per le missioni militari italiane. Cifre da capogiro proprio nell’anno
in cui secondo il Sipri-l'Istituto internazionale di Stoccolma per la
ricerca sulla pace, il commercio legale di armi ha raggiunto i 956 miliardi di
dollari, aumentando dell'11% nel 2003. C’è da sottolineare che il governo
Berlusconi ha autorizzato l'export di sistemi bellici verso la Cina nonostante
la conferma dell'embargo da parte del Parlamento europeo e quindi in violazione
della legge 185/90 che regola il commercio delle armi.
Allo stesso tempo per Alex Zanotelli “è scandalosa la decisione del Pentagono
di trasferire da Londra a Napoli il quartier generale delle Forze navali Usa in
Europa: 20mila uomini delle tre armi.” La Nato Response Force, questa la forza
presente a Napoli dal primo luglio, è destinata non tanto alla difesa
collettiva, prevista dall'articolo 5 del Trattato nord-atlantico, quanto alle
«operazioni di gestione delle crisi non previste dall'articolo 5, al di fuori
del territorio dell'Alleanza», che rientrano nel «nuovo concetto strategico»
ufficializzato dal vertice Nato dell'aprile 1999. Per Zanotelli “niente a che
fare con l’articolo 11 della nostra Costituzione, che ripudia la guerra come
strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali.”
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