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La deformazione della legge 185 sulle armi non era una richiesta europea
Un anno dopo il voto, la conferma in un documento del governo
La deformazione della legge 185 sulle armi
non era una richiesta europea
Neppure una parola nella Relazione sulla partecipazione dell'Italia
all'Europa nel 2003
di Tino Bedin senatore dell'Ulivo
Non era l'Europa che ci chiedeva di cambiare la nostra legge sul commercio
delle armi. Un anno dopo la deformazione della legge 185 da parte del
Senato, la verità emerge in un documento del governo: la "Relazione sulla
partecipazione dell'Italia all'Unione Europea" nel 2003, di cui si sta
discutendo nella Commissione Europa del Senato.
Il 2003 è stato l'anno nel quale la maggioranza ha deformato la legge 185
sul commercio delle armi. Ricordo che quella deformazione è stata per
lunghi mesi giustificata dal governo con la necessità di ratificare
l'Accordo di Farnborough sull'industria europea della Difesa. Di questa
ratifica non c'è traccia nella Relazione, né nel capitolo della Politica di
sicurezza e di difesa né in quello del mercato interno. È la conferma,
pochi mesi dopo l'approvazione della legge, che l'Europa non centra niente
con le nuove regole italiane sul commercio di armamenti. Io l'avevo
sostenuto per un anno, avvertendo che con la deformazione della 185
l'Italia riduceva la solidarietà industriale e militare dell'Europa.
Il governo non può neppure dire che si tratta di una dimenticanza o che non
ci sia l'argomento delle armi: la Relazione infatti ricorda che nel 2003 è
stata decisa la nascita di un'Agenzia europea per gli armamenti. Si tratta
di una citazione di una riga, senza commento. Il Parlamento e i cittadini
meriterebbe di avere almeno l'indicazione di quale politica attraverso
questa Agenzia l'Italia intende perseguire. È questo un capitolo sul quale
è urgente realizzare procedure di controllo parlamentare, per evitare che
anche quello che è rimasto della legge 185 sia aggirato burocraticamente
attraverso l'Agenzia.
Un esempio? all'ultimo Consiglio europeo sotto presidenza italiana è stato
dato incarico all'Altro rappresentante per la politica estera e di difesa
di riesaminare l'embargo delle armi alla Cina. È una brutta notizia per
l'Europa, per il mondo, per la pace, appena mitigata dal voto contrario
espresso dal Parlamento dell'Unione. La Relazione del governo al Parlamento
non ne parla.
26 marzo 2004