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Sì all’ampliamento della base
Sì all’ampliamento della base la Camera approva la mozione
Dure le reazioni dell’opposizione. Ermete Realacci parla di «decisione
arrogante e subalterna» Giacomo Sanna:
ROMA. Il centrodestra che sostiene il governo Berlusconi ieri alla
Camera ha detto sì all’ampliamento da 52mila metri cubi della base per
sommergibili nucleari di Santo Stefano. Né l’incidente dell’Hartford né la
denuncia sulla presenza in mare di torio 234 in misura 400 volte superiore
ai valori normali hanno fatto cambiare parere alla maggioranza. I deputati
hanno dunque approvato (a maggioranza) la mozione sulla destinazione della
base militare della Maddalena. Approvate anche alcune parti delle altre tre
mozioni presentate dalle opposizioni, votate per parti separate. Dure le
reazioni dell’opposizione. Ermete Realacci parla di «decisione arrogante e
subalterna». «Un atto di una gravità senza precedenti», ha aggiunto Mauro
Bulgarelli, deputato dei Verdi. Giudizi pesanti anche in Sardegna: «È un
insulto all’autonomia della Sardegna - ha commentato Giacomo Sanna,
capogruppo sardista in consiglio regionale - la subalternità politica del
centrodestra isolano non ha limiti». Il governo, che tramite il ministro
per la Difesa Antonio Martino ha avallato il progetto di ristrutturazione e
ampliamento della base proposto dal comando Usa, non dovrà cambiare
atteggiamento. Il documento del centrodestra lo vincola «a mantenere gli
impegni sottoscritti dall’Italia con gli Stati Uniti, nell’ambito della
storica alleanza fra i due paesi, anche nel quadro della Nato». Il governo
dovrà quindi «portare avanti la realizzazione della riqualificazione del
punto di appoggio logistico dell’isola di Santo Stefano secondo il progetto
già approvato». Con il parere favorevole del sottosegretario alla Difesa
Francesco Bosi, sono sono state approvate anche alcune parti delle tre
mozioni delle opposizioni a firma Violante, Deiana, Mastella. Sono le
seguenti. La Camera impegna il governo a «mantenere i livelli occupazionali
già garantiti al personale civile dell’arsenale militare e ad assicurare la
piena fruibilità e conservazione paesaggistico-naturale del parco nazionale
dell’arcipelago della Maddalena». Il governo dovrà inoltre impegnarsi ad
«adottare iniziative dirette a tutelare gli interessi e il diritto alla
salute della popolazione locale» e a «predisporre e rendere pubblico un
completo piano di emergenza e un conseguente piano di evacuazione
specificamente adatti alle condizioni di un’isola». Le reazioni negative
al voto del centrodestra non si sono fatte attendere e puntuali hanno
criticato pesantemente il voto della Camera. «La situazione è già critica
- attacca Ermete Realacci, presidente di Legambiente e deputato della
Margherita - La presenza di una base nucleare come quella di Santo Stefano
è assolutamente incompatibile con il luogo in cui si trova: il Parco
nazionale rappresenta una risorsa e un patrimonio preziosissimo in uno dei
tratti di mare più belli e frequentati del Tirreno, per non dire della
popolazione che abita l’arcipelago. Ogni volta che un sottomarino si muove
espone l’area ad altissimi rischi. E l’incidente di qualche mese fa lo
dimostra in modo lampante. Da queste premesse il governo, sostenuto dalla
maggioranza, trae come illogica conseguenza l’ampliamento della base. E lo
fa rincorrendo l’approvazione degli Stati Uniti e svilendo al ruolo di
sudditi i sardi». «Giusto sabato scorso - ricorda a proposito Vincenzo
Tiana, presidente di Legambiente Sardegna - c’è stata un’imponente
manifestazione della società civile a Cagliari per chiedere la chiusura
della base. Per non dire della vigorosa protesta del Consiglio regionale
che è arrivato a chiedere addirittura le dimissioni del ministro Martino».
(r.o.)
Un’occasione sprecata per il governo
IL GOVERNO ha sprecato in Parlamento l’occasione per rispondere agli
interrogativi sulla base Usa della Maddalena. Ha affrontato una questione
di interesse generale come una modesta lamentazione localistica, con
profilo minimalista ed elusivo. In realtà il problema centrale riguarda la
natura e il fondamento convenzionale delle attività della marina degli
Stati Uniti nell’arcipelago. E’ ancora quella definita nel 1972?
Quell’accordo concedeva un diritto di approdo, di attracco, di
stazionamento, sicuramente non assimilabile al diritto di edificare a terra
strutture edilizie per 52 mila metri cubi. Il governo ha preferito
affrontare il dibattito con toni e argomenti che potrebbero essere usati in
un qualsiasi consiglio comunale. Il sottosegretario Cicu ha detto tre cose:
quello programmato dalla Marina Usa è un semplice intervento di risanamento
edilizio; di buon impatto ambientale perché certificato dalla
sovrintendenza (che, notoriamente, in Sardegna non ha mai consentito
costruzioni di brutto impatto ambientale!); è utile perché l’edilizia crea
occupazione e indotto. Ma il problema vero è quale sia la reale
destinazione di un progetto di 52 mila metri cubi. Il progetto insiste
sulla stessa area o impegna eguale superficie in aeree diverse
dall’arcipelago, cioè anche nelle aree di elevato pregio ambientale di Vena
Longa e Vigna Grande? Perché la commissione paritetica sull’argomento ha
espresso parere contrario? Che relazione esiste tra il nuovo insediamento e
la funzione della Base nelle strategie del Pentagono? E’ in corso,
rispetto al 1972, una modifica di tale funzione nel senso evocato da
Martino di una ridislocazione delle forze americane in Italia? C’è un nuovo
accordo tra il governo italiano e quello degli Stati Uniti che limita la
sovranità italiana nel proprio territorio. In secondo luogo, vi è il
problema della sicurezza. Avremmo apprezzato se il governo avesse dato una
risposta alle seguenti domande. Esistono nelle acque dell’arcipelago
concentrazioni di sostanze radioattive 400 volte superiori alla norma?
Esiste una relazione tra la contaminazione radioattiva delle alghe e
l’incidente al sottomarino? Qual è, in ogni caso, la causa? Quali sono
concretamente gli strumenti di cui il governo si servirà per il monitorare
l’inquinamento radioattivo nell’arcipelago, al di là delle scorciatoie di
una delega agli enti locali, che in sé non significa niente? A tali domande
un governo serio risponde con dati, cifre e affermazioni verificabili: il
governo italiano ha risposto offrendo la personale assicurazione dell’on.
Cicu. Garanzia, senza offesa, inadeguata. Tutto questo accade in un’area
di pregio ambientale sottoposta a vincoli e controlli superiori a quelli
normali. Può essere assoggettata a decisioni considerate dal ministro della
Difesa come indifferibili ed urgenti, al di sopra di un confronto con la
comunità regionale e nazionale, nel nome dell’interesse militare, per sua
natura sottoposto (come ha ricordato) alla segretezza? Ci chiediamo se
esista un’attenzione e un rispetto per la comunità della Sardegna, una
parte di Italia che, attraverso uno statuto speciale di autonomia,
partecipa alla vita della Repubblica, che attraverso quello statuto difende
il suo diritto di cittadinanza e che, attraverso quell’autonomia, vorrebbe
disegnare il carattere del suo sviluppo futuro. La maggioranza di centro
destra ha voluto interpretare i nostri dubbi ragioni come il segno di un
viscerale sentimento antiamericano. Mentre non è in gioco - non lo è mai
stata - la nostra amicizia con gli Stati Uniti, ma l’amicizia è una
dimensione informata alla reciprocità, al rispetto, in regime di parità.
Deputato della Margherita
Antonello Soro
A Cualbu importa solo la forma «Il Wwf non aveva il nulla osta»
Il presidente del Parco sembra più preoccupato dei permessi che di un
possibile inquinamento radioattivo. Le reazioni
LA MADDALENA. Finalmente il presidente del parco rompe il suo lungo
silenzio. Ma, incredibilmente, lo fa non per manifestare la sua
preoccupazione per un possibile inquinamento radioattivo nell’arcipelago o
per manifestare perplessità sull’ampliamento della base della Us Navy a
Santo Stefano, votato dalla Camera l’altro ieri. Nei giorni scorsi,
infatti, Gianfranco Cualbu ha preso carta e penna e ha scritto una lettera
durissima al Wwf Gallura sui prelievi fatti nei mesi scorsi. Sì, proprio
il WWf che dovrebbe essere un naturale alleato del parco. E l’iniziativa è
veramente sorprendente perché Cualbu, che non ha nulla da dire sul fatto
che nelle acque del parco circolano tranquillamente sommergibili a
propulsione nucleare, ora bacchetta gli ambientalisti, rei di avere fatto
qualche prelievo per verificare l’esistenza di inquinamento
radioattivo. Un’iniziativa che, a rigor di logica, avrebbe dovuto
assumere, primo fra tutti, il presidente del parco. In un passaggio della
lettera, i toni sono addirittura, incredibilmente minacciosi. Infatti, dopo
avere rammentato che «il prelievo di qualunque materiale, così come le
acque dell’arcipelago, devono essere preventivamente autorizzati dall’ente
parco ad evitare l’irrogazione delle sanzioni previste nella legge e nel
regolamento», Cualbu invita il Wwf a «comunicare con urgenza date e luoghi
ove i prelievi sarebbero avvenuti e quali materiali sarebbero stati
asportati, nonché i nominativi di coloro i quali hanno proceduto alle
immersioni». Semplicemente incredibile. La responsabile del Wwf Gallura,
Paola Buioni, ha così commentato: «Attenendosi in materia scrupolosa alle
norme di salvaguardia del parco nazionale dell’arcipelago di La Maddalena,
gli attivisti del Wwf hanno provveduto a prelevare, senza immergersi,
alcuni grammi di alghe brune e verdi, senza asportare alcunchè della
matrice litologica del fondale marino». E ancora: «Nel prelevare i
campioni di alghe dai siti di punta Fico, punta Testiccioli e cala
Brigantino, il Wwf - precisa la Buioni - si è limitato a prestare la
propria collaborazione all’associazione ambientalista corsa Abcde, con sede
a Bonifacio. Quest’ultima ha provveduto a inoltrare i campioni di alghe al
laboratorio del Criirad che ha effettuato le analisi». Il commento finale:
«Una lettera, quella di Cualbu, non certo ricca di complimenti, ma
piuttosto intrisa di una vergognosa componente minatoria». Intanto, sul
fronte politico, arrivano le prime reazioni all’approvazione della mozione
della maggioranza, approvata alla Camera, sull’ampliamento della base Usa.
Mauro Bulgarelli ha così ha commentato: «Il governo non ha fatto altro che
dare una veste di formalità istituzionale a una decisione già presa con
accordi segreti». Secondo Bulgarelli, il governo, anche sfruttando «con
abilità la presentazione di alcune mozioni da parte dell’opposizione» vuol
far passare l’ampliamento della base di Santo Stefano «come il risultato
della decisione del Parlamento: ma si tratta di una truffa bella e buona
dal momento che tutto ciò che riguarda gli insediamenti militari Usa nel
nostro paese viene deciso in virtù di accordi segreti di cui il Parlamento
non è mai stato a conoscenza». Il deputato del Sole che Ride ha infine
auspicato una mobilitazione della «gente sarda per riaffermare le sue
sacrosante ragioni». Durissimo il commento del consigliere regionale Luigi
Cogodi: «Il voto del centrodestra alla Camera dei deputati sulla base
nucleare della Maddalena contrasta e offende la libera volontà delle
popolazioni e delle istituzioni autonomistiche della Sardegna». «I
poligoni militari, a partire dalle basi nucleari - ha detto ancora Cogodi -
violano apertamente la decisione assunta di volere in Sardegna una vita e
un’economia di pace». (p.m.)
http://www.cronacheisolane.it/not_04_142.htm