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Strage Ustica, tutti assolti gli imputati




Lo ha deciso la terza Corte d'Assise di Roma
Strage Ustica, tutti assolti gli imputati
Escono di scena i generali Bartolucci, Ferri, Melillo e Tascio. Bonfietti 
(parenti vittime): ''Di piu' i giudici non potevano fare''; Pinto 
(Aeronautica): ''Ora il risarcimento morale''
Roma, 30 apr. (Adnkronos) -
La terza Corte d'Assise di Roma ha assolto tutti gli imputati per la strage 
di Ustica. Ad essere assolti sono stati i generali Lamberto Bartolucci, 
gia' capo di stato maggiore dell'Aeronatica quando il 27 giugno del 1980 il 
Dc9 precipito' in mare davanti a Ustica, Franco Ferri, all'epoca sottocapo 
di Stato maggiore, Corrado Melillo, ex capo del III reparto dello stato 
Maggiore e Zeno Tascio, responsabile del II reparto del Sios.
Per i primi due la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a 6 anni e 9 
mesi di reclusione, 4 dei quali condonati per l'accusa di attentato agli 
organi costituzionali con l'aggravante dell'alto tradimento. Per gli altri 
due invece era stata sollecitata l'assoluzione secondo comma dell'art. 530 
del C.P. che prevede quella che era in passato l'assoluzione per 
insufficienza di prove.
''Si e' ottenuto il massimo ottenibile, oggi, dalla magistratura, a tanti 
anni di distanza dalla strage'' ha commentato Daria Bonfietti, presidente 
dell'associazione familiari delle vittime di Ustica e ora parlamentare Ds. 
''Di piu' i giudici non potevano fare: l'impianto accusatorio del pm ha 
mostrato di reggere al processo -prosegue la Bonfietti- e dimostra come sia 
mancata la collaborazione del governo italiano, nelle varie legislature''.
Diverso il commento del generale dell'Aeronautica militare Enrico Pinto, 
coordinatore del Comitato Studi su Ustica. Pinto ha definito 
''chiarissima'' la sentenza che ''restituisce l'onore agli imputati'' 
accusati di depistaggi sulla vicenda di Ustica ''e apre un problema 
politico molto serio: quello del dovuto risarcimento morale a una forza 
armata bistrattata per anni, che ha dovuto subire un condizionamento 
infamante''.
Dopo aver appreso il verdetto il generale Sandro Ferracuti, riferisce 
l'Adnkronos, si e' detto ''lieto per una sentenza che restituisce serenita' 
a tutta l'Aeronautica''.
''Credo che questa sentenza dica una cosa molto importante: lascia in piedi 
lo scenario su cui si fondava l'ordinanza di rinvio a giudizio firmata dal 
giudice Priore'' osserva Andrea Purgatori, il giornalista che per 'Il 
Corriere della Sera' ha seguito per anni le indagini, autore anche della 
sceneggiatura del film sul disastro diretto da Marco Risi nel 1991. ''Per 
due degli imputati, Lamberto Bartolucci e Franco Ferri, all'epoca 
rispettivamente capo e vicecapo dello Stato Maggiore dell'Areonautica 
-sottolinea Purgatori all'Adnkronos- e' stato prescritto il reato che 
consiste nel non aver informato il governo della presenza di altri aerei in 
volo accanto al Dc9 quella notte. Ma se io non informo che c'erano altri 
aerei, non do tutti gli elementi che consentono di accertare la 
verita'...'', aggiunge.
La sentenza pronunciata oggi chiude la vicenda cominciata il 27 giugno del 
1980, quando precipito' il Dc9 dell'Itavia che partito da Bologna era 
diretto a Palermo. Nel disastro morirono 81 persone. Assolvendo oggi i due 
generali per i quali era stata chiesta la condanna, la Corte d'Assise ha 
derubricato l'imputazione contestata applicando nei loro confronti il 
secondo comma dell'art. 289 del Codice Penale, e non il primo comma, che 
era stato invece contestato al momento del rinvio a giudizio.
In particolare, mentre il primo comma punisce con la reclusione fino a 10 
anni chi commetta un fatto diretto ad impedire in tutto e in parte al 
Presidente della Repubblica o al governo l'esercizio delle loro 
attribuzioni, il comma applicato oggi riduce da 1 a 5 anni la pena se il 
fatto e' diretto soltanto a turbare l'esercizio delle attribuzioni, 
prerogative o funzioni del Presidente e del governo. Di conseguenza la 
Corte ha dichiarato la prescrizione dell'imputazione.