[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
Fwd: I dipendenti del Gruppo San Paolo: "diciamo anche noi addio alle armi!"
- Subject: Fwd: I dipendenti del Gruppo San Paolo: "diciamo anche noi addio alle armi!"
- From: francesco iannuzzelli <francesco@peacelink.org>
- Date: Sat, 3 Apr 2004 01:33:43 +0200
- Organization: peacelink
- User-agent: KMail/1.5.4
I dipendenti del Gruppo San Paolo: "diciamo anche noi addio alle armi!"
di Benedetta Verrini (b.verrini@vita.it)
http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=42173
01/04/2004
Con un comunicato e una lettera all'Amministratore Delegato del San Paolo
Banco di Napoli, i quadri sindacali della UILCA dell'Area Campania chiedono
che la banca esca dal settore
Il Gruppo San Paolo abbandoni il settore degli armamenti . A chiederlo, in un
comunicato indirizzato all'Amministratore Delegato del San Paolo Banco di
Napoli, sono i quadri sindacali della UILCA dell'Area Campania.
Dopo l'addio alle armi di Banca Intesa, insomma, altre realtà bancarie
italiane si stanno ponendo la questione etica legata all'appoggio di
operazioni di compravendita di armi.
Nel caso del San Paolo, questo avviene dall'interno, dagli stessi impiegati:
"Auspichiamo che tale esigenza , sollevata non solo qui in Campania, ma anche
in altre regioni d'Italia , giunga sino a Torino persuadendo gli
amministratori del Gruppo San Paolo della necessità etica di lasciare
definitivamente il settore degli armamenti senza se e senza ma" scrivono i
sindacati.
Il nove Marzo scorso a Bologna Fisac-Fiba e Uilca hanno promosso una
manifestazione proprio sul problema del finanziamento delle banche
all'import/export di armi. In occasione dell'incontro alcuni gruppi hanno
anche inscenato una manifestazione davanti alla sede San Paolo per denunziare
il Pool di Banche che gestirà il credito in Iraq.
"Sono maturi i tempi per scelte che vanno nella direzione di uno sviluppo
etico , responsabile e sostenibile , così come ribadito dall'impianto della
piattaforma per il rinnovo del CCNL dei Bancari le cui trattative inizieranno
a Roma il prossimo 6 Aprile" prosegue il comunicato, ricordando che quatto
importanti gruppi italiani hanno già operato un cambio di rotta in materia di
sostegno creditizio e/o transazionale all'export di armi.
"Auspichiamo che ben presto tale esigenza venga avvertita ed accolta anche dai
vertici del nostro gruppo" conclude il comunicato.
A dare il via a tale disimpegno è stato nel 2001 l'Unicredito Italiano, la
scelta dell'allora presidente del gruppo, Francesco Casarini, venne
confermata dal consiglio di amministrazione che escluse dalle attività del
gruppo ogni tipo di transazione concernente la produzione o il commercio
delle armi .
Il 22 Novembre del 2001 è la volta di tutte le aziende del gruppo Monte Paschi
di Siena che, ad onor del vero, come singolo Istituto di Credito aveva
cessato sin dal 2000 l'impegno in tale settore.
Nell'Autunno del 2002 si allinea anche il Gruppo Banca Popolare di Bergamo -
Credito Varesino che decide per il blocco di ogni forma di servizio e di
suopporto all'industria bellica : import, export e transito, finanziamento e
bonifici esteri, crediti documentari all'import - export, fidejussioni ed
invio di documenti all'incasso .
Il 18 Marzo di quest'anno un altro grande annuncio, anche Banca Intesa , con
un ordine del giorno a firma dell' Amministratore Delegato, annuncia
definitivamente la propria uscita dal settore degli armamenti, pur
riservandosi la Banca di valutare , previa comunicazione pubblica, singole
operazioni di " peacekeeping".