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Carabiniere punito. E' contro la guerra
- Subject: Carabiniere punito. E' contro la guerra
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>
- Date: Fri, 12 Mar 2004 23:34:33 +0100
Fonte: il manifesto - 12 Marzo 2004
Carabiniere punito. E' contro la guerra
Il maresciallo Ernesto Pallotta aveva detto: "L'Iraq non deve essere il
nostro Vietnam"
SA. M.
ROMA
"Non parlo, mi considero agli arresti domiciliari e quindi imbavagliato".
Ernesto Pallotta, direttore del Giornale dei Carabinieri, finito a casa con
4 giorni di "consegna di rigore" per aver parlato contro la guerra in Iraq
all'indomani della strage di Nassiriya, preferisce non parlare. Ma in sua
difesa si e' mosso prima di tutto il giornale di cui fa parte e poi, in
ordine sparso vari rappresentati della sinistra. E' stato proprio il suo
giornale due giorni fa a dare notizia del provvedimento a carico di
Pallotta e a spiegare che l'azione nei suoi confronti fa parte di una
strategia piu' ampia che prende di mira tutti i tentativi di democratizzare
la Benemerita e permettere che i suoi membri si vedano garantito il diritto
di esprimere opinioni e di associarsi liberamente. "Quella contro Pallotta
- spiegano - e' una decisione presa su richiesta del gabinetto del
ministero della difesa, che rispetta il codice militare di guerra, e guarda
caso si riferisce proprio al fatto che il suo reparto sia impegnato
nell'operazione di pace in Iraq". Secondo il codice militare infatti, i
membri di reparti impegnati in operazioni di guerra non possono diffondere
notizie su operazioni in atto. Peccato che quella di Pallotta, espressa in
particolare sulle pagine del manifesto (vedi il giornale del 15 novembre
ndr) fosse semplicemente una opinione, di quelle che tutela anche la
Costituzione italiana. "Non vogliamo che l'Iraq diventi il nostro Vietnam -
aveva detto il maresciallo - Chiediamo un dibattito politico sulla missione
per decidere se questa e' una guerra. E a qual punto saranno altri gli
uomini e i mezzi impiegati, non dei semplici padri di famiglia convinti di
essere li' per la pace o per mantenerla". Due mesi fa il maresciallo aveva
dato la sua disponibilita' a candidarsi alle elezioni europee con la lista
di Occhetto e Di Pietro, comunicando le sue intenzioni anche al comando
generale dell'Arma. E proprio quella notizia aveva fatto scoppiare un primo
"caso Pallotta" con richieste di chiarimenti da parte di alcuni
parlamentari di Forza Italia. A mettersi dalla sua parte e contro i
provvedimenti del comando generale sono stati nei giorni scorsi soprattutto
i Comunisti italiani, con una interrogazione urgente presentata da
Gianfranco Pagliarulo ieri. "Se un militare si dichiara per la guerra non
succede nulla - ha detto il parlamentare - Se un militare si dichiara
contro la guerra viene punito. Tutto cio' e' intollerabile e rinvia ancora
una volta all'involuzione autoritaria di questo governo. Tanto piu' e'
isolato nell'opinione pubblica, tanto piu' agisce comminando punizioni".
Analoghe iniziative sono annunciate anche da parte di Rifondazione
comunista, Verdi e Ds. Nessun commento invece dal ministro della difesa
Antonio Martino.