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qualcuno apre gli occhi sulla questione dela base
- Subject: qualcuno apre gli occhi sulla questione dela base
- From: "giuseppe scano" <useppescano@virgilio.it>
- Date: Fri, 5 Mar 2004 16:45:22 +0100
dall'unione sarda del 5\3\2004 zona Gallura
Le cifre
dell'indagine
11
anni: il periodo preso in esame dall'analisi è compreso fra il 1992 e il
2003.
11.637
Questo il numero dei residenti nell'isola di La Maddalena al 31 dicembre
2002. Il censimento ha rivelato che gli uomini sono 5.725, le donne 5.912.
6
Le pagine del questionario che dovranno essere riempite dai pazienti.
50.000
euro: è quanto costerà il progetto all'Azienda sanitaria numero 2 di Olbia.
28
Questo il numero di casi di neonati deformi registrato dal 1976 al 1997 nell
'isola.
0
Nessun caso di neonati deformi è stato registrato dal 1998 al 2003. Il dato
è stato fornito dall'Azienda sanitaria 2.
La Maddalena.
Uno studio per cercare relazioni con l'ambiente
Tumori, la Asl decide di fare chiarezza
In aumento i casi nella popolazione maschile rispetto alla media del resto
della provincia
Nell'isola ci si ammala più che nel resto della provincia. L'impennata della
media di persone che a La Maddalena sono colpite da tumore ha convinto l'Asl
2 a predisporre uno studio accurato sulla popolazione e sulle possibili
relazioni fra l'attività militare e l'insorgere di queste terribili
patologie.
Sapremo la verità molto presto. Sapremo quanto incide - e se incide - la
presenza della base Usa sui casi di tumore registrati a La Maddalena negli
ultimi vent'anni. Conosceremo quali rischi si stiano correndo, e si siano
corsi, dal 1992 alla fine del 2003 per l'ambiente, per il lavoro, nella vita
di tutti i giorni. Si chiama "studio caso-controllo", lo sta conducendo l'
azienda sanitaria locale 2 con la sua struttura di prevenzione e sicurezza
nei luoghi di lavoro. Collaborano alla ricerca il centro multizonale di
osservazione epidemiologica dell'Asl 1 di Sassari e il servizio di Oncologia
dell'ospedale San Giovanni di Dio. Dai dati in possesso dell'Azienda
sanitaria emerge che si ammalano più gli uomini delle donne e che nel
periodo che va dal 1992 al 2001 sono aumentati i tumori della cute
(epiteliomi e melanomi), della pleura, della vescica e del sistema
linfatico, aumento registrato solo negli uomini e non nelle donne.
Ai pazienti in cura verrà consegnata una scheda. In sei pagine, il malato
dovrà ricostruire la sua storia familiare, lavorativa e medica rispondendo
alle domande stampate su ognuna delle sei cartelle. La propria vita
racchiusa in una fredda e amara serie di risposte, un documento di
importanza fondamentale per chi, all'interno della struttura sanitaria
diretta da Efisio Scarteddu, dovrà poi elaborare i dati e capire quanto può
influire la presenza di una base per sommergibili nucleari a La Maddalena
nell'aumento, se pur percentualmente modesto, dell'insorgere dei tumori fra
la gente dell'isola. «Il nostro obiettivo - sottolinea il direttore generale
dell'Asl, Scarteddu - è quello di verificare l'impatto sulla popolazione di
un eventuale inquinamento ambientale e quindi calcolare i rischi di
ammalarsi». Non solo: «Un altro obiettivo importante è quello di ottenere
informazioni per una mirata politica sanitaria». Le schede verranno
distribuite anche all'istituto di Anatomia patologica dell'università di
Sassari, all'ospedale civile di Sassari e nelle cliniche universitarie che
si occupano di oncologia, nelle case di cura private, negli ospedali dell'
Asl numero 2 e nei poliambulatori che operano nell'area sotto indagine.
Saranno analizzati tutti i casi di tumore dal primo gennaio 1992 al 31
dicembre 2003.
Lo studio costerà 50 mila euro, 40 mila dei quali saranno utilizzati per
contrattualizzare ricercatori, medici, epidemiologi, specialisti in igiene
preventiva , oncologi.
Nella risposta all'associazione ambientalista Gruppo di intervento giuridico
su possibili relazioni fra l'aumento dei casi di nasciate di bimbi
malformati e l'inquinamento ambientale, l'Asl 2 ha risposto con un dato
confortante: dal 1998, nessun caso è stato registrato.
Enrico Pilia
Documento del cocis
«I progetti americani, un danno per l'economia»
Il Comitato cittadino spontaneo torna ancora sul progetto della
riqualificazione del punto d'appoggio di Santo Stefano sostenendo alcuni
punti di vista: quello del pericolo insito nella possibilità di un aumento
del pericolo atomico e di attentati derivanti dalle «colate di cemento di 52
mila metri cubi e con la realizzazione di palazzi alti 11 metri sulla riva
del mare». Tra le ragioni negative il comitato individua infatti l'impatto
ambientale, «i rischi di incidenti ai sommergibili a propulsione nucleare, l
'aumento consistente della presenza di militari americani a La Maddalena»,
il coinvolgimento sempre più ampio della base in operazioni militari
condotte dagli Stati Uniti con la conseguenza logica di «diventare un
obbiettivo dell'azione di terrorismo internazionale». Rammenta anche il
documento che è ragionevole supporre una parallela «compressione dello
sviluppo turistico alternativo data l'imponenza della base e dei rischi
connessi con la sua presenza sul territorio». Quello che preoccupa il
Comitato è anche il secondo progetto presentato dalla Us Navy alle autorità
italiane e di cui poco si parla. Si tratta della «previsione di massicci
investimenti all'interno dell'isola della Maddalena (33.340 mq di area), in
particolare a Vena Longa e Vigna Grande dove verranno costruiti gli alloggi
per i militari americani che non avranno più l'esigenza di affittare le case
dei maddalenini». Ma non è soltanto questo. Con la predisposizione delle
caserme all'interno dell'isola, ufficialmente richiesta per ragioni di
sicurezza, saranno realizzati anche «alloggi, pub, caffetterie, agenzie di
viaggio, negozi, un corpo di polizia e quant'altro necessario a rendere
autosufficiente la comunità nordamericana». Per il Comitato tutto questo,
rappresenterà per l'isola, il punto del non ritorno economico perché
affosserà tutte le residue ambizioni di un qualunque progetto di sviluppo
alternativo.
Francesco Nardini