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per conoscenza: basi USA in Italia
Martino- Bertinotti - Cossutta
già d'accordo per nascondere
le nuove basi Usa in Italia
Roma 26 febbraio - (La Velina Azzurra) - Il ministro della difesa Antonio
Martino ha ammesso ieri alla Camera nel corso del question time che gli
americani stanno rinnovando le loro basi in Italia ("non si può escludere
una diversa dislocazione della presenza militare americana sul territorio
nazionale"), ha detto dando di gomito al vicino con aria furba. Ma che la
materia è segreta e lui, purtroppo, non può dire nulla al Parlamento. E se
ne è andato trattenendo a stento le risate. L'interrogante Elettra Deiana di
Rifondazione comunista si è mostrata delusa e tutto è finito lì. Anche
perché la sua interrogazione era stranamente generica e non documentata e
perché, essendo sarda, la Deiana era interessata solo alla base della
Maddalena, per la quale in Sardegna si parla e si manifesta nelle piazze da
alcune settimane. E dunque la deputata di Rifondazione non poteva proprio
tacere. Altrettanto stranamente la Deiana, attirando l'attenzione sulla
Maddalena, ha invece taciuto sulla nuova base navale Usa da realizzare a
Taranto, che sarà la nuova grande base-comando degli Usa nel Mediterraneo,
come a Taranto si sa già da almeno due anni.
Si ripete la sceneggiata del Governo
"amerikano" D'Alema-Cossiga-Cossutta
Quella che si è recitata alla Camera è solo la sceneggiata di sempre. La
regola di ferro, l'unica regola che conta ancora in Italia, è che le basi
Usa sono intoccabili e impronunciabili. Gli ingenui credono che il governo
"amerikano" D'Alema-Cossiga-Cossutta nacque per fare la guerra del Kosovo.
Mentre il vero obiettivo era l'approvazione camuffata in Parlamento del
rinnovo dei trattati per le basi Usa e Nato, che erano tutte insieme in
scadenza in quei mesi. Bertinotti e lo stesso Cossutta avevano minacciato
fuoco e fiamme se fossero stati rinnovati. In realtà bastò un vago ordine
del giorno letto nell'aula e tutti fecero finta di non capire. Infatti da
allora non si parlò mai più del rinnovo delle basi americane.
Così accadrà esattamente anche nei prossimi mesi, con una storica
trasformazione dell'insediamento Usa in Italia e l'allestimento già iniziato
delle nuove basi comando, Bertinotti e Cossutta conniventi. Il futuro
dispositivio americano verrà bilanciato su due poli essenziali, la grossa
base navale sullo Jonio e la struttura di comando di terra a Solbiate Olona
in Lombardia. La base di Taranto, secondo le indiscrezioni accumulatesi
negli ultimi mesi, verrà affiancata alle due basi italiane già esistenti. Si
tratta della vecchia storica base di Mar Piccolo e della nuova base di Mar
Grande, costata 150 milioni di euro (per un terzo finanziati dalla Nato) e
tuttora da completare. Anche la seconda base è sotto comando italiano. Ma è
dotata di alcune infrastrutture Nato (ad esempio per il rifornimento) che
verranno condivise con le unità navali alleate di altri Paesi. Questa
seconda base è integrata con la base aerea della Marina Militare di
Grottaglie, che si trova a 20 chilometri.
L'ambasciata USA sta acquistando
aree e spazi logistici a Taranto
Quella americana sarà quindi la terza base navale a Taranto. Anche nelle
scorse settimane i giornali italiani locali e alcuni siti pacifisti hanno
fornito indiscrezioni su questa futura mega struttura comando da 600 milioni
di dollari. Gli americani, che si stanno sganciando da Napoli e Gaeta,
intendono concentrarvi forze imponenti che la base della Maddalena in
Sardegna non è in grado di accogliere. Già da mesi molte fonti italiane ed
estere in dicano Taranto come futura sede di un "interporto" militare Usa.
Nel maggio 2003 l'ambasciatore americano Selmer ha incontrato il presidente
dell'autorità portuale di Taranto, Petriccione. Mentre il 27 dicembre
scorso, l'emittente "Radio France International" ha annunciato che
"l'America è alla ricerca di un ponte sul Mediterraneo dove sfrutterebbe una
presenza già consolidata".
Il Corriere del Giorno dell'11 gennaio 2004 ha pubblicato il prima pagina un
articolo ("Un porto a stelle e strisce") in cui si annuncia un sopralluogo
per l'eventuale costruzione di un molo a scopo commerciale a Taranto. Il 12
gennaio scorso la funzionaria dell'ambasciata Usaa Roma Barbara Lief è
giunta a Taranto alla guida di una missione ufficialmente commerciale, con
uomini della Westland Securities, una società americana di analisi
finanziaria e studi di fattibilità. L'operazione era ovviamente segreta. Il
2 febbraio scorso un sopralluogo a Taranto è stato fatto dalla "Uss La
Salle", nave-comando della Sesta Flotta.
Ma a Taranto tutti sanno della nuova base Usa
A dispetto delle smentite ufficiali Usa, la conferma dei piani Usa per
Taranto è venuta anche dal deputato locale Massimo Ostillio dell'Udeur
(centrosinistra), vicepresidente della Commissione Difesa della Camera.
Ostilio ha dichiarato al Corriere del Mezzogiorno che i vertici militari Usa
puntano a "realizzare due grossi poli logistici in Italia, uno per le truppe
di terra a Solbiate, vicino Milano, e uno navale in Puglia, a Taranto".
L'on. Ostillio ha detto che la scelta del Pentagono ricadrà su Taranto. I
piani militari Usa sono camuffati da missioni esplorative di tipo
commerciale in cui viene sondata la possibilità di ottenere spazi e aree
lasciate libere da industrie in fase di chiusura..
Nel frattempo, dopo una serie di procedure e di test, la Nato di Bruxelles
ha dato il nulla-osta validità al comando di corpo d'armata di Solbiate
Olona in Lombardia. E' uno dei nuovi sei comandi di schieramento rapido con
i quali la Nato sarà presente in Europa. Gli altri sono ARRC (Allied Command
Europe Rapid Reaction Corps) a Rheindalen in Germania; l'Eurocorps a
Strasburgo in Francia; il corpo turco a Istanbul; il corpo tedesco-olandese
a Munster in Germania; il corpo spagnolo a Valencia. Il comando italiano di
Solbiate Olona, pochissimo conosciuto dalla nostra opinione pubblica, è a un
passo dalla superstrada che porta al nuovo aeroporto civile di Malpensa.
Esso assolverà il ruolo previsto dalla nuova dottrina americana e Nato di
schierare rapidamente e assumere l'autonomo controllo tattico di consistenti
forze alleate nelle aree di crisi a Est e a Sud. Per ottenere la
certificazione, ognuno di questi sei corpi d'armata ha dovuto dimostrare di
essere capace di operare in 50 aree diverse.
Taranto sede anche del "Grande orecchio"
A tutto questo c'è da aggiungere che, secondo fonti del movimento pacifista
(Associazione Peace-Link), il progetto della nuova base navale Usa sullo
Jonio conferma quanto già apparso sul sito Internet del Pentagono e cioè che
Taranto è diventata il nodo telematico del sofisticatissimo sistema C4i
americano, una rete di coordinamento e spionaggio militare che collegherà la
nuova base navale jonica direttamente al "Navy Center for Tactical System
Interoperability" di San Diego in California, scavalcando la catena di
comando Nato. Si è poi appreso dalla stampa specializzata che il sistema C4i
coinvolge anche la portaerei italiana Garibaldi. A Taranto dal 2003 è
infatti in funzione un sistema telematico velocissimo in fibra ottica -
dieci volte più veloce dell'Adsl - che serve tutte le strutture della Marina
Militare italiana.
Fonte: La Velina Azzurra N. 10 del 26.2.2004
Supplemento di Italian Outlook - Facts and analysis
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