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un raddoppio della base Nato fra le direttive di sviluppo di Taranto



A TARANTO IL RADDOPPIO DEL RADDOPPIO

Il prof. Aurelio Misiti è passato da Taranto il 29 gennaio 2004.
Chi è? E' il commissario straordinario della grandi infrastrutture del 
Mezzogiorno e opera nel Ministreo dei Lavori Pubblici.
La cosa ha a che fare i progetti di militarizzazione del territorio e 
vediamo perché.
Intervistato da un giornalista locale (1) ha parlato di due direttrici di 
sviluppo: il porto e il raddoppio della base Nato.
Il progetto di ampliamento delle infrastrutture militari a Taranto è quindi 
fra le ipotesi del governo. Misiti parla di possibilità di raddoppio della 
base navale in chiave Nato.
"Ma questo dipende dagli scenari internazionali", ha aggiunto, specificando 
che una decisione in tal senso non sarebbe ancora stata presa.
La dichiarazione di Misiti non è una voce misteriosa ma la dichiarazione di 
un commissario straordinario del governo.
Ed è straordinario questo annuncio-auspicio per una base che è già 
raddoppiata negli anni Novanta e che ora sta attendendo solo le utime 
rifiniture per diventare pienamente operativa a Chiapparo (Mar Grande), 
affiancandosi a quella del Mar Piccolo.
Ma dove dovrebbe raddoppiare la già raddoppiata base di Taranto?
Un'ipotesi è l'aggiunta di una terza base navale a stelle e strisce nel 
molo polisettoriale.


IL MAR PICCOLO AI TARANTINI? LA GROSSA BUGIA SI SGONFIA

In ogni caso sta emergendo una grossa bugia.
Negli anni Ottanta la nuova base navale a Chiapparo (Mar Grande) era stata 
presentata come uno "spostamento" di quella del mar Piccolo. Ora invece 
appare archiviata quella patetica bugia con cui migliaia di Tarantini hanno 
potuto sperare e illudersi di potersi riappropriare del mar Piccolo.

Il mar Piccolo rimarrà monopolio della Marina Militare con i suoi 
sommergibili. La conferma viene da un sito specializzato come Analisi 
Difesa in cui si legge che la Marina Militare Italiana e Tedesca si stanno 
coordinando "costruendo in parallelo due simulatori, tra loro assolutamente 
identici e situati rispettivamente a Taranto, presso la locale Scuola 
Sommergibili, dove già esiste un moderno simulatore di piattaforma dedicato 
ai “Sauro”, e ad Eckenforde, oltre alla urgente necessità di formare 
adeguatamente il personale (imbarcato e non, militare e civile) che dovrà 
effettuare gli interventi manutentivi e la risoluzione di avarie inerenti i 
sistemi di nuova concezione. Ulteriori vantaggi, sia in termini di 
risparmio economico che di prontezza operativa, potranno derivare dalla 
costituzione di un apparato logistico bi-nazionale, in grado di 
razionalizzare e velocizzare l’approvvigionamento, la gestione e la 
successiva somministrazione alle unità delle numerosissime parti di 
rispetto di nuova acquisizione. La stessa Marina Militare non potrà certo 
cullarsi sugli allori: l’entrata in linea dei “212” imporrà infatti una 
profonda riforma, a tutti i livelli, della componente subacquea (che 
recentemente ha abbandonato la storica denominazione di “MARICOSOM” per 
assumere il nuovo appellativo di “COMFORSUB”, acronimo per “Comando delle 
Forze Subacquee”) e delle infrastrutture che la sostengono. In proposito i 
vertici della Forza Armata hanno già avviato l’ampliamento e la 
modernizzazione degli immobili della Stazione Sommergibili di Taranto, 
mentre la già citata Scuola Sommergibili si avvia ad assumere un ruolo di 
primo piano in campo europeo grazie al progressivo accorpamento di tutti i 
corsi di formazione per il personale sommergibilista, precedentemente 
frazionati in un numero eccessivo di enti. A seguire dovranno essere 
realizzate le necessarie attrezzature per lo stoccaggio ed il rifornimento 
degli speciali reagenti per il sistema AIP, settore in cui occorrerà 
effettuare un ulteriore importante salto di qualità, soprattutto per quanto 
riguarda gli standard di sicurezza (non sarà più sufficiente affiancare al 
battello la classica “bettolina” da cui aspirare l’ormai “obsoleta” nafta). 
Anche la vita del personale di bordo subirà un’autentica rivoluzione". (2)

La notizia è confermata in un altro articolo: "Fincantieri fornirà alla 
Marina anche tutto il supporto logistico integrato, compreso un nuovo e 
moderno centro di addestramento per gli equipaggi presso l'Arsenale di 
Taranto" (3). Dov'è l'Arsenale di Taranto? Nel mar Piccolo. Nessun trasloco 
nel Mar Grande.

Ci sarebbe da obiettare che il sommergibile "Salvatore Todaro" coprodotto 
da Italia e Germania è intitolato non ad un militare di marina che si 
ribellò ai tedeschi dopo l'8 settembre 1943 ma al capitano di corvetta 
Salvatore Todaro scomparso nel dicembre del 1942 durante un'azione di 
guerra nel Mediterraneo e decorato alla memoria con medaglia d'oro al valor 
militare. Una guerra condotta dalla parte sbagliata... ma decorata. 
Presente Ciampi. Ma questo è un altro discorso...


ASSALTO ANFIBIO

Ritorniamo alla Marina Militare che non molla il Mar Piccolo. Lì vi sono 
attrezzature che non possono essere spostate a Chiapparo. Si legga questa 
scheda circa l'ultimo ammodernamento realizzato nell'Arsenale di Taranto:

"Il processo evolutivo della componente anfibia della Marina Militare per 
adeguare le tre LPD (Landing, Platform Dock ­ unità da trasporto e assalto 
anfibio dotate di bacino allagabile) di cui dispone (San Giorgio, San Marco 
e San Giusto) ai nuovi scenari operativi incrementandone le capacità ha 
visto l’unità d’assalto anfibio San Giorgio completare i lavori di modifica 
elaborati dalla Marina Militare ed eseguiti in proprio presso l’Arsenale di 
Taranto. Le principali aree di intervento hanno interessato la chiusura 
della celata mobile; il prolungamento del ponte di volo fino a prora 
estrema, modifica che ha comportato l’eliminazione del cannone da 76/62 mm; 
la sostituzione delle due gru centrali a portale con altri impianti a 
bracci telescopici montati all’interno di una nuova struttura a sbalzo a 
centro nave; allargamento del ponte di volo nella sola zona centrale; 
l’adozione di sistemi per l’handling e la sicurezza delle operazioni di 
volo. La nuova soluzione consente di avere oltre allo spot poppiero anche 
due spot centrali per elicotteri medi ed un altro spot prodiero per 
elicotteri pesanti del tipo EH.101. Al momento, unitamente alle foto che 
evidenziano le modifiche apportate, non è possibile reperire ulteriori 
informazioni tranne quella che l’unità non disporrà di nessun sistema per 
la difesa di punto, una scelta che solleva qualche perplessità. 
L’ampliamento del ponte di volo consentirà l’operatività simultanea di un 
maggior numero di elicotteri mentre le modifiche alle struttura permetterà 
una diversa sistemazione dei mezzi da sbarco minori". (4)

E così possiamo effettuare anche noi il nostro sbarco in terra straniera, 
alla facciaccia dell'articolo 11 della Costituzione. Ma c'è sempre modo di 
essere formalmente a posto: "L'esercitazione simulerà una situazione di 
crisi in una Nazione ove è necessario l'intervento, sotto il mandato ONU, 
di una Task Force (Forza di Pronto Impiego) per ristabilire le normali 
condizioni di sicurezza per la popolazione". (5)


TARANTO BASE NATO DAL 2002, MA IN CITTA' NESSUNO LO DICE

Ma veniamo alla funzione della nuova base navale di Taranto nell'ambito 
della Nato. Ecco le prove del fatto che a Taranto il progetto è finalizzato 
ad una condivisione Nato della struttura che - iniziata a metà degli anno 
Ottanta - sorge ora a Chiapparo nel Mar Grande. Non è finita, ma è 
praticamente a buon punto e già ospita il COMITMARFOR. Vediamo cosa è. 
Attenzione: oltre che della Nato (e dello staff di ufficiali e 
sottufficiali già presenti) in questa scheda si parla del C4i americano che 
è stato montato sulla nave Etna.

"Il COMITMARFOR è stato istituito ufficialmente il 4 settembre del 2002 
sulla più importante base navale della Marina Militare, quella di Taranto, 
e si avvale di uno staff multinazionale composto da una ottantina di uomini 
e donne tra Ufficiali e Sottufficiali, in quella che possiamo chiamare una 
normale situazione di pace, ma che possono diventare circa 110 durante le 
situazioni di crisi, risultato della combinazione degli staff di comando 
del "COMFORAL" (Comando Forze d'Altura) e di "COMGRUPNAVIT" (Comando Gruppo 
Navale Italiano), in cui sono stati integrati ufficiali e sottufficiali di 
Stati Uniti, Gran Bretagna, Grecia, Turchia, Francia, Spagna e Germania per 
un buon 25% del totale citato in precedenza.
Una delle caratteristiche peculiari del "COMITMARFOR" è la capacità di 
intervenire con estrema rapidità alla guida di forze aeronavali e anfibie 
NATO o comunque caratterizzate da una composizione multinazionale, in crisi 
che si possono sviluppare in quello che viene definito il Mediterraneo 
"allargato", ovvero la porzione di spazio che comprende oltre al 
Mediterraneo stesso, il Mar Rosso, il Golfo Persico ed i mari limitrofi. Il 
comandante del nuovo comando, che adesso si può considerare operativo al 
100% dopo un inevitabile periodo di assestamento, è un Ammiraglio italiano 
imbarcato con tutto il suo Staff sul rifornitore di Squadra ETNA.

Attualmente esso è il Contrammiraglio Maurizio Gemignani, un ufficiale 
superiore che ha prestato gran parte del suo servizio operativo con i mezzi 
della componente sommergibili, ma che nel contempo ha maturato diverse 
esperienze internazionali come quella di addetto navale aggiunto a 
Belgrado, oppure di comandante del "GrupNavIt" (Gruppo Navale Italiano) e 
della Forza Anfibia Italo-Spagnola (SIAF) ed ancora della prima componente 
navale italiana che ha partecipato alle operazioni connesse con la 
"Enduring Freedom". Ovviamente per consentire al "COMITMARFOR" la gestione 
di operazioni aeronavali, anfibie e terrestri secondo quelli che sono gli 
attuali standard della NATO, Nave Etna è stata dotata dei più avanzati 
sistemi di comunicazione e di supporto al comando integrati in un sistema 
C4I tra i più sofisticati, oltre ad ospitare l'intero staff del comando 
stesso. Nei dettagli sono state installate sul cielo della plancia 
principale diverse antenne satellitari, tanto UHF che SHF, che fanno capo 
alla rete SICRAL SHF con capacità di interscambio dati a 2048 Kb ed alla 
SICRAL UHF da 25 KhZ. I due sistemi citati permettono collegamenti via 
intranet e videoconferenza tanto con le similari reti straniere, in 
particolare quelle dei paesi NATO, che con i centri di comando e controllo 
dell'Aeronautica e dell'Esercito italiano, in questi ultimi casi 
utilizzando i protocolli delle strutture SIACCON e SICCAM, questo in 
particolare con il sistema di comunicazione SHF, in quanto il secondo, UHF, 
è destinato perlopiù a collegamenti di tipo tattico o con mezzi in 
immersione quale i sottomarini". (6)

Taranto si candida così - con la certificazione NATO di COMITMARFOR ad 
essere il fulcro della
Forza Navale NATO in Mediterraneo (STANAVFORMED).
Ma comunque il fatto che il COMITMARFOR sia stato istituito ufficialmente 
il 4 settembre del 2002 nella nuova base navale della Marina Militare di 
Taranto significa una cosa ben precisa: Taranto è base Nato. Anche se a 
comando italiano. Che sia diventata base Nato (senza che nessuno a Taranto 
l'abbia mai comunicato ufficialmente) lo mosta l'ufficailità di questa 
dichiarazione:

"I Comandi Joint ed i Component Commanders propri della struttura statica 
di comando opereranno attraverso i nuovi Comandi proiettabili ad alta 
prontezza (HRF) di cui la NATO sta progressivamente dotando la propria 
struttura delle forze. Nel settore marittimo i comandi proiettabili saranno 
tre (COMITMARFOR, COMUKMARFOR e COMSPMARFOR) in grado di gestire operazioni 
NATO a livello TASK FORCE (NTF), ad essi si aggiunge il comando americano 
COMSTRIKFORSOUTH al quale potrebbero essere affidate eventuali operazioni 
di più ampie dimensioni e di più consistente Power Projection". (7)
E' una dichiarazione tratta dalla Conferenza del Capo del SMM Amm. di Sq. 
DE DONNO del 19 giugno 2003 al CASD (Centro Alti Studi per la Difesa).


CI SIAMO DISTRATTI?

Torniamo allora al prof. Aurelio Misiti è passato da Taranto il 29 gennaio 
2004.
Che ci ha detto in sostanza?
Siete diventati una base Nato e nessuno ve l'ha detto. E visto che non ve 
ne siete neppure accorti ve la raddoppiamo pure!


Alessandro Marescotti
http://italy.peacelink.org/disarmo






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(1) Michele Tursi, Corriere del Giorno 30/1/04, p. 10 "Taranto crocevia 
dell'Europa")
(2) http://www.analisidifesa.it/numero8/inuovisottomarini7.htm
(3) http://www.analisidifesa.it/articolo.shtm/id/3534/ver/IT
(4) http://www.analisidifesa.it/articolo.shtm/id/2507/redazionalestart7.htm
(5) http://www.marina.difesa.it/comunica/comitmarfor.htm
(6) http://www.analisidifesa.it/articolo.shtm/id/3101/ver/IT
(7) http://www.casd.difesa.it/eventi/eventi_istituto/detail.jsp?codice=158 

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Version: 6.0.576 / Virus Database: 365 - Release Date: 30/01/2004