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Re: Il Potere Nucleare: storia di una follia da Hiroshima al 2015
verissimo nessuno parla.
Però neanche di questa strana coincidenza:
Anna Lindh è morta l'11 settembre per mano di un killer, il 28 febbraio
1986 un killer colpì il premier svedese Olaf Palme.
Entrambi mentre passeggiavano come cittadini privati e senza scorta.
Di lei è stato scritto che era una strenua sostenitrice dei diritti umani,
dell'ingresso nella zona euro della Svezia.
Ad Olaf Palme fanno riferimento in molti: dai pacifisti di manitese, ai
terzomondisti e mondialisti della rivista Ernesto, a Pannella che lo
richiama rispetto alle scelte di politica energetica (nucleare), a chi è
legato ad esperienze di cooperazione che non fanno riferimento al modo di
produzione attuale.
Ma cosa avevano in comune? La "Commissione internazionale indipendente
sulla sicurezza e il disarmo" era presieduta dall'allora primo ministro
Olaf Palme.
L'11 agosto 2003 il Ministro degli esteri Anna Lindh aveva annunciato che
il paese intendeva costituire una "Commissione internazionale sulle armi di
distruzione di massa" affidandone la presidenza all'ex capo degli ispettori
dell'ONU in Iraq, Hans Blix. Una Commissione che avrebbe dovuto monitorare
gli sviluppi e promuovere iniziative per il disarmo e la non proliferazione
in campo nucleare, chimico, biologico e missilistico. Commissione che
dovrebbe essere attivata con l'incarico di formulare proposte entro il 2005.
Al suo funerale vi erano fra gli altri: Franco Frattini, Jack Straw,
Dominique de Villepin, Joschka Fischer, George Papandreu, Anders Fogh
Rasmussen, Tarja Halonen. Non hanno potuto partecipare Colin Powell e Kofi
Annan a causa dell'uragano Isabel.
Per l'omicidio di Olaf Palme il MIT (servizi segreti turchi) tentò di
incolpare il PKK. Ocalan smentì ricordando che Palme fu grande amico del
popolo kurdo e che si oppose alla guerra in Vietnam.
Una cosa è certa, Olaf Palme stava indagando a proposito dello scambio di
tangenti per l'acquisto da parte della Turchia di elicotteri anche italiani.
At 10.42 10/10/2003 +0200, you wrote:
>IN LIBRERIA
>Il Doomsday Clock - l'orologio dell'autorevole rivista statunitense
>Bulletin of the Atomic Scientists che dal 1947 mostra, in base alla
>situazione internazionale, a quanti minuti siamo dalla apocalittica
>mezzanotte della guerra nucleare - nel 1980 indicava 7 minuti a mezzanotte.
>Con la fine della guerra fredda, nel 1991, la lancetta è tornata indietro a
>17 a mezzanotte. Dopo, contrariamente a quanto ci si poteva aspettare, ha
>cominciato a riandare avanti: 14 minuti a mezzanotte nel 1995, 9 nel 1998,
>7 nel 2002.
>
>Di fronte a questo fatto ci si aspetterebbe una allarmata reazione nelle
>sedi parlamentari e politiche, negli ambienti scientifici e culturali, e,
>in generale, nell'opinione pubblica. Non è invece così. La notizia che la
>lancetta dell'Orologio dell'Apocalisse sta avanzando verso la mezzanotte
>nucleare passa inosservata o, comunque, non suscita particolari reazioni.
>
>Finita l'era della guerra fredda, si è diffusa la sensazione che la
>minaccia di guerra nucleare fosse pressoché scomparsa e si è, di
>conseguenza, instaurata la pericolosa abitudine a convivere con la Bomba.
>Si è allentata di conseguenza, all'interno degli stessi movimenti per la
>pace, l'attenzione su tale minaccia, proprio mentre essa, al contrario,
>raggiungeva livelli critici.
>
>Da qui l'esigenza di combattere la non-informazione e disinformazione con
>l'informazione, con la documentazione dei fatti reali. E' quanto cerca di
>fare questo libro, in cui si ricostruisce la storia della corsa agli
>armamenti nucleari, dalla fine della seconda guerra mondiale ai nostri
>giorni.
>
>Essa viene posta sullo sfondo degli eventi che segnano il passaggio dalla
>guerra fredda al dopo guerra fredda, soprattutto di quelli che precedono e
>seguono l'11 settembre, poiché è attraverso tali eventi, in cui il governo
>statunitense svolge un ruolo fondamentale, che si rilancia la corsa agli
>armamenti nucleari e cresce di conseguenza la possibilità di una guerra
>nucleare.
>
>Solo così si può cogliere la reale dimensione della Bomba. Non solo
>un'arma, ma l'espressione di un potere mai visto prima nella storia: il
>potere nucleare, capace di porre fine alla storia stessa, ponendo fine
>all'umanità.
>
>
>
>
>
>L'AUTORE Manlio Dinucci, giornalista e geografo, è stato direttore
>esecutivo per l'Italia della International Physicians for the Prevention of
>Nuclear War, associazione vincitrice del Nobel per la pace nel 1985.
>Collabora con "il manifesto" ed è autore, tra l'altro, de Il sistema
>globale (2002) e, con Daniel Bovet, di Tempesta nel deserto (1991).
>
>
>
>INDICE
>
>
>
>Prefazione di Giulietto Chiesa
>
>
>
>Introduzione
>
>
>
>PARTE PRIMA
>
>
>
>1945-1986. Da Hiroshima alla perestroika
>
>
>
>1. La nascita della Bomba
>
>1.1 Una «nuova e rivoluzionaria capacità distruttiva»
>
>1.2 Le conseguenze dell'esplosione nucleare su una città
>
>1.3 L'inverno nucleare
>
>
>
>2. La corsa agli armamenti nucleari
>
>2.1 Il primo esclusivo club nucleare
>
>2.2 L'ingresso dei paesi del «terzo mondo» nel club nucleare
>
>e i primi trattati
>
>2.3 La Bomba segreta
>
>
>
>3. La polveriera nucleare
>
>3.1 Un milione di Hiroshima
>
>3.2 Le Hiroshima degli incidenti e dei test nucleari
>
>3.3 Il legame tra nucleare militare e civile
>
>3.4 I movimenti antinucleari durante la guerra fredda
>
>
>
>PARTE SECONDA
>
>
>
>1986-2001. Il dopo guerra fredda
>
>
>
>1. L'occasione perduta del disarmo
>
>1.1 Il mondo al bivio
>
>1.2 Il riorientamento della strategia statunitense
>
>1.3 La mutazione genetica della NATO
>
>
>
>2. La nuova corsa agli armamenti
>
>2.1 Il disarmo armato
>
>2.2 Le forze nucleari del dopo guerra fredda
>
>2.3 La proliferazione nucleare
>
>2.4 La proliferazione delle armi chimiche e biologiche
>
>
>
>PARTE TERZA
>
>
>
>Dopo l'11 settembre
>
>
>
>1. L'offensiva della «potenza globale»
>
>1.1 La spada sul piatto della bilancia
>
>1.2 La «guerra globale al terrorismo»
>
>1.3 Il fronte interno
>
>1.4 La penetrazione in Asia Centrale e Medio Oriente
>
>
>
>2. La preparazione della guerra nucleare
>
>2.1 Il Trattato di Mosca
>
>2.2 La militarizzazione dello spazio
>
>2.3 Il first strike nucleare per la "guerra preventiva"
>
>
>
>3. Lo squilibrio del terrore
>
>3.1 Le «proprietà uniche» della Bomba
>
>3.2 Le «eventualità» di guerra nucleare
>
>3.3 La minaccia nascosta
>
>3.4 Il rilancio del movimento antinucleare
>
>
>
>APPENDICE
>
>US Atomic Veterans, Operation Castle