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Stagnazione economica e mercato della difesa



Si parla ormai di stagnazione economica ovvero momento in cui la crescita è 
minima rispetto alle opportunità di sviluppo. Ne deriva una depressione nel 
settore degli investimenti, riduzione della domanda di beni e servizi e di 
conseguenza genera la disoccupazione.
Vediamo un caso che investe l'unico settore in crescita a livello 
internazionale:


INDUSTRIA EUROPEA / La sfida di AgustaWestland all’americana Sikorsky per 
la conquista del mercato d’Oltreoceano

Difesa, sprint per le commesse Usa

Roma e Londra stringono sulle forniture militari. A partire dagli 
elicotteri di Bush

«Stanno sponsorizzando i nostri elicotteri ogni volta che si trovano faccia 
a faccia con il presidente Bush». E’ un’ammissione da dietro le quinte 
quella che arriva da Kevin Smith. Interpellato dal quotidiano britannico 
Guardian , l’amministratore delegato di Gkn, il gruppo inglese 
coproprietario con Finmeccanica della AgustaWestland, ha rivelato come il 
premier Tony Blair e il primo ministro italiano Silvio Berlusconi siano 
impegnati in una serrata azione di lobbying per convincere il presidente 
Bush a scegliere gli elicotteri italo-inglesi AgustaWestland EH-101 
(ridenominati US- 101 per il mercato americano) quando, fra fine 2003 e 
inizio 2004, dovrà dare il via ai contratti d’acquisto per il rinnovo 
dell’intera flotta presidenziale, affidata alla Marina militare. Ad andare 
in pensione saranno i 24 elicotteri prodotti dal gruppo americano Sikorsky, 
quei velivoli ormai un po’ arretrati tecnologicamente, con le insegne 
Marine One e la tradizionale livrea verde e bianca, con cui il presidente 
si sposta sulle rotte brevi, come quella quasi settimanale fra Washington e 
Camp David. Ma per Bush, più che sul piano tecnologico, la scelta ha un 
significato politico di forte impatto simbolico. C’è da decidere fra un 
prodotto tutto americano, il nuovo Sikorsky 92, e uno europeo.
L’azione comune di Blair e Berlusconi è partita fin dal novembre 2002, 
durante l’incontro bilaterale fra i due premier. E da allora il pressing si 
è intensificato. «Downing Street sta esercitando sulla Casa Bianca una 
pressione senza precedenti» hanno rivelato al Guardian fonti industriali 
britanniche. Per il gruppo AgustaWestland, un «sì» di Bush vorrebbe dire 
trovarsi la strada spianata verso un mercato, quello delle commesse 
pubbliche Usa, che si stima possa valere attorno ai 7 miliardi di dollari 
in pochi anni. La stessa Gkn ha ammesso che punta a conquistare in America 
ordinativi, del valore di 7 miliardi di dollari appunto, per 360 elicotteri 
(fra cui 196 destinati alla Us Airforce). L’intero programma di sviluppo 
dell’EH-101 prevede la vendita di velivoli per oltre 20 miliardi di dollari.
Di certo, AgustaWestland (che già fornisce mezzi a Gran Bretagna, Italia, 
Canada, Danimarca, Giappone) ha mosso con cura tutte le sue pedine. Quasi 
due anni fa ha siglato un’intesa con il gruppo americano Lockheed proprio 
per proporre l’EH-101 nelle gare d’appalto dell’amministrazione di 
Washington. Poi, nel maggio scorso, l’accordo si è sviluppato nella 
costituzione di una joint venture della quale AgustaWestland deterrà il 51% 
e la texana Bell Helicopter il 49% in veste di subfornitore della Lockheed. 
«Ora abbiamo un’occasione d’oro, la migliore da moltissimo tempo, per 
imporre un nostro prodotto negli Usa», ha spiegato Kevin Smith.
Per Bush si tratta di una partita politica in cui procedere con cautela, 
tantopiù dopo le divisioni in campo transatlantico che hanno scandito la 
guerra in Iraq. Dire «sì» a Blair-Berlusconi non significa solo scegliere 
fra Europa e America, ma anche dare un segnale di favore verso quell’Europa 
che la Casa Bianca sente più vicina a sé, piuttosto che l’Europa 
franco-tedesca rappresentata in questo caso dal gruppo Eurocopter 
(controllato dal gigante franco-tedesco della Difesa, Eads) che, non a 
caso, ha ufficialmente rinunciato alla gara per le commesse di Marine One.

AZIENDE & SFIDE
La posta in gioco: 360 velivoli per 7 miliardi di dollari

La scelta per il nuovo elicottero sul quale volerà il presidente americano 
Bush ha scatenato la competizione a maggior peso politico degli ultimi 
decenni dell’aviazione. La Casa Bianca deve sostituire la vecchia flotta di 
macchine ai limiti della sicurezza e delle possibilità con una prima 
commessa di 12 elicotteri. I concorrenti in gara sono solo due: l’S-92 
della Sikorsky (secondo fabbricante americano di ale rotanti) e l’US-101 
prodotto dall’AgustaWestland (maggior gruppo europeo del settore) 
presentato alla gara dalla statunitense Lockheed Martin assieme a Bell che 
lo realizzerebbero in buona parte sul suolo degli States. Il valore della 
commessa non è precisato perché nessuno si vuol scoprire ma è valutabile 
intorno ad alcune centinaia di milioni di dollari. La Casa Bianca intende 
scegliere entro l’anno perché è già nel budget, ma la Marina sta premendo 
per spostare la gara e favorire il suo tradizionale maggior fornitore. Il 
motivo sta nel fatto che la gara tecnicamente è impari: sulla carta il 
vincitore è l’europeo AgustaWestland, per molti motivi. L’US-101 (EH-101 in 
Europa) pur essendo una macchina nuova è già ampiamente collaudata con 36 
mila ore di volo ed ha già iniziato l’impiego nelle forze armate italiane e 
britanniche.
E’ inoltre più grande ed è dotato di tre motori che garantiscono una 
sicurezza maggiore del concorrente che ne ha soltanto due. Il Sikorsky, 
nato con l’ambizione di realizzare un velivolo per trasporto passeggeri 
(19), è rimasto in gestazione per molti anni. Compiva il primo volo alla 
fine del 1998 e veniva certificato solo nel dicembre scorso con ritardi 
causati anche da un grave incidente in Canada che bloccò a lungo le 
operazioni. Alle spalle ha poco più di mille ore di volo. La potenza motore 
è decisamente inferiore alle necessità di impieghi come quello della Casa 
Bianca e infatti la Sikorsky ha ingaggiato una gara contro il tempo per 
sviluppare una versione più potente (H-92 Superhawk) destinata ai militari. 
Ma l’obiettivo è lontano, non prima del 2007. Certi ambienti americani 
rifiutano un prodotto straniero, ma in realtà anche l’S-92 nasce con la 
collaborazione di Taiwan, del Giappone e addirittura della Cina. Infatti 
nella versione della Casa Bianca le parti cinesi sarebbero sostituite.
AgustaWestland sta tentando il colpo perché se andasse a buon fine il vero 
obiettivo di business sarebbe la sostituzione di circa 360 elicotteri (per 
un costo di 7 miliardi di dollari) a breve termine che le forze armate Usa 
devono affrontare. Quindi l’elicottero scelto dal Presidente porrà 
un’ipoteca importante sul grande affare conseguente. Ma pochi credono che 
un macchina europea possa davvero atterrare facilmente sul prato verde 
della Casa Bianca.

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