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l'on.Elettra Deiana (PRC) replica ad Alex Zanotelli



La dichiarazione di Zanotelli sul voto dei deputati dell'opposizione
sulla legge di "riforma" della 185/90 è gravissima. Egli afferma:

 > Rimango addolorato al vedere come anche i partiti di opposizione hanno 
votato.
 > I Comunisti italiani: su 10, 8 si sono astenuti; dei 136 Ds, 36 astenuti;
 > di Rifondazione, su 11, 5 astenuti, tra i quali Bertinotti; dei Verdi, 2 
astenuti su
 > 6.

Ho chiesto di ciò delucidazioni ad Elettra Deiana, deputata del PRC che
so essere molto impegnata sul fronte antibellico.

Allego la sua risposta a tutte le persone e/o liste dalle quali ho
ricevuto il messaggio di Zanotelli e prego tutte/i di diffonderla perchè
mi pare sia chiarificatrice.
Sarebbe utile se altrettanto fosse fatto nei confronti degli altri
gruppi parlamentari dell'opposizione, per sapere cosa hanno veramente
combinato in aula.

Saluti
Anna Gigli

 > Da: Andreina Albano [mailto:albano@arci.it]
 > Inviato: giovedì 5 giugno 2003 13.16
 > A: fori-sociali@yahoogroups.com
 > Oggetto: [fori-sociali] risposta di elettra deiana, deputata del prc,
 > ad
 > alex zanotelli
 >
 > Roma, 5 giugno 2003
 >
 >
 > Su richiesta di Elettra Deiana, deputata  di Rifondazione Comunista,
 > metto
 > in rete questo messaggio di precisazione rispetto a quanto sostenuto
 > nel
 > comunicato di Alex Zanotelli:
 >
 > Ho seguito personalmente in commissione e in Aula l'iter del disegno
 > di
 > legge che apporta modifiche alla legge 185.
 > Ho espresso, a nome mio e del mio gruppo, in tutte le sedi, la più
 > netta e
 > radicale avversione sia alle modifiche proposte alla 185 sia alla
 > Trattato
 > di Farnborough, cui fanno riferimento i primi due articoli del ddl
 > approvato.
 > Rifondazione Comunista in Aula, in Parlamento e nella società ha
 > portato
 > avanti con coerenza una dura battaglia contro il ddl, sottolineando
 > contemporaneamente il depotenziamento e il parziale svuotamento che
 > già la
 > 185 aveva avuto negli anni precedenti e la crescente subalternità di
 > una
 > parte dell'Ulivo alla lobby delle armi.
 > Rimango esterrefatta e indignata dalla falsa notizia riportata nella
 > mail di
 > Zanotelli rispetto al comportamento di voto in Aula dei parlamentari
 > di
 > Rifondazione.
 > NON E' VERO CHE I DEPUTATI DI RIFONDAZIONE SI SONO ASTENUTI. HANNO
 > VOTATO
 > CONTRO, così come preannunciato dalla mia dichiarazione di voto che
 > invio di
 > seguito per conoscenza.
 > E' vero invece che c'erano 5 assenti (tra cui il segretario) per
 > impegni
 > precedenti legati alla campagna referendaria, ma tra astenuti e
 > assenti c'è
 > una bella differenza!
 > Né posso credere che Zanotelli non colga l'importanza del referendum
 > del 15
 > giugno e dunque la necessità per alcuni deputati di partecipare alle
 > iniziative a pochi giorni dal voto.
 > A riguardo ci permettiamo anzi di chiedere a Zanotelli - che ancora
 > sull'argomento non ha fatto conoscere la sua posizione -  di andare a
 > votare
 > e votare sì, come il movimento e tanti dirigenti di  associazioni
 > laiche e
 > cattoliche hanno da tempo indicato.
 >
 > Elettra Deiana, deputata Prc
 >
 >
 > Accordo quadro sull'industria europea per la difesa
 > AC 1927-B
 > Aula 3 giugno 2003
 >
 > Dichiarazione di voto e votazione finale del provvedimento
 >
 > ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, sottolineo nuovamente aspetti che
 > abbiamo
 > illustrato ampiamente nel lungo e complesso dibattito che ha
 > accompagnato
 > l'approvazione di questo provvedimento.
 > Innanzitutto, vorrei sottolineare un aspetto, per noi di estremo
 > interesse e
 > di estrema importanza politica. Con questo provvedimento, la legge n.
 > 185
 > del 1990 è stata sottoposta ad un gravissimo tentativo, in grandissima
 > parte
 > riuscito, di destrutturazione e di forte depotenziamento.
 > Tuttavia, credo che dobbiamo essere realistici e sapere che, se si è
 > arrivati a questo, è perché, negli anni precedenti, non è stata
 > manifestata
 > alcuna reale capacità né volontà di utilizzare questa legge. Si tratta
 > di
 > una legge straordinaria, frutto di un grande movimento democratico
 > che, alla
 > fine degli anni ottanta, aveva modificato radicalmente il punto di
 > vista
 > sociale, politico e culturale sulla questione del mercato delle armi.
 > Questa
 > legge, imposta al Parlamento da un movimento di opinione pubblica
 > democratico e pacifista, in cui avevano trovato convergenza le forze e
 > le
 > culture più diverse, in realtà, è stata immediatamente sottoposta a
 > notevoli
 > tentativi di depotenziamento.
 > Io rimango piuttosto perplessa di fronte all'esaltazione che anche
 > molti
 > colleghi e colleghe dell'opposizione ne hanno fatto dopo che, appunto,
 > sono
 > successe molte cose intorno a questo disegno di legge. Oggi si arriva
 > a un
 > punto, per molti versi inevitabile, a livello europeo per quello che
 > ho
 > detto prima, per il contesto europeo entro cui è maturato l'Accordo di
 > Farnborough, ma anche per quanto riguarda l'Italia. La legge n. 185
 > del 1990
 > ha subito un progressivo logoramento. In qualche modo, danno ragione
 > di
 > questo mio giudizio anche la stessa modalità e lo stesso spirito con
 > cui
 > arrivano in Parlamento le relazioni governative in materia di
 > commercio
 > delle armi, che ormai sono puri atti burocratici, completamente
 > scollegati
 > da quello che doveva essere, nelle intenzioni di chi promosse questo
 > passaggio legislativo nella società, uno strumento di interlocuzione
 > con la
 > società, uno strumento di reale controllo pubblico, prima ancora che
 > parlamentare, delle logiche del mercato, quindi un vincolo fortissimo
 > per
 > tenere sotto controllo il mercato e l'export delle armi per ricondurlo
 > ai
 > meccanismi di vigilanza democratica della legge. Quindi, le relazioni
 > governative dovevano essere uno strumento importantissimo di verifica,
 > controllo e interazione tra Governo, Parlamento e società civile.
 > Queste
 > relazioni sono diventate sempre più un mero atto burocratico di cui
 > nessuno
 > si interessa: esse giacciono in qualche cassetto o scaffale della
 > Commissione difesa o nelle librerie della Camera e in nessuna sede c'è
 > alcun
 > riscontro e, quindi, non vengono neanche visionate. Pertanto, questo è
 > il
 > sintomo e la manifestazione di un processo molto negativo che è andato
 > avanti e che, come dicevo prima, ha logorato la legge n. 185 del 1990.
 > All'applicazione della legge, per esempio, sono state sottratte nel
 > tempo la
 > maggior parte delle armi leggere - questo sin dall'inizio -,
 > classificate
 > come "civili" e quindi di conseguenza vendibili, commerciabili,
 > esportabili.
 > Sappiamo bene quanto le cosiddette "armi civili" pesino negativamente
 > nell'alimentare le cosiddette guerre a bassa intensità, che sono un
 > elemento
 > dilaniante in moltissime parti del mondo e spesso coinvolgono minori,
 > bambini soldati: questo è un primo aspetto, estremamente drammatico di
 > depotenziamento della legge. Inoltre, è stato fatto un abuso della
 > cosiddetta riservatezza commerciale delle imprese, per cui anche nelle
 > relazioni - e l'ultima, quella relativa al commercio del 2002, è
 > esemplare
 > da questo punto di vista - il Governo ha potuto diminuire, in nome di
 > questa
 > riservatezza commerciale delle imprese, ossia in nome del profitto
 > delle
 > lobby delle armi, la quantità e la qualità delle informazioni che sono
 > state
 > in esse raccolte e per quello che ci riguarda anche nell'ultima
 > relazione.
 > Ci troviamo di fronte ad un generale e forte indebolimento dello
 > spirito
 > pubblico che aveva guidato il Parlamento - sotto la spinta della
 > società
 > civile - in materia di vigilanza. Di conseguenza, oggi viene da sé la
 > connessione tra l'allegato di Farnborough e la legge n. 185 del 1990
 > così
 > depotenziata. Il provvedimento in esame rappresenta sicuramente ed
 > innegabilmente un salto di qualità rispetto a questo processo di
 > depotenziamento.
 > Intendo però sottolineare - è questo un aspetto che ci sta
 > particolarmente a
 > cuore sul piano politico - che tale salto di qualità è stato reso
 > possibile
 > dall'allegato di Farnborough. È in quel contesto - delineato in
 > precedenza
 > dalla sottoscritta - che è stato reso possibile il definitivo
 > snaturamento
 > della legge n. 185 del 1990. L'Italia era più avanzata in materia di
 > controllo del mercato delle armi, quindi, da questo punto di vista,
 > ciò era
 > incompatibile con l'allegato di Farnborough: è questo il nodo politico
 > che
 > voglio sottoporre all'attenzione dei colleghi e delle colleghe in
 > generale
 > e, in particolare, ai colleghi e alle colleghe dell'opposizione.
 > Sicuramente il Governo ci ha messo del suo con la modifica della legge
 > n.
 > 185 del 1990 e, senza dubbio, ha accolto con una particolare
 > propensione e
 > vocazione gli alti lamenti emessi dai rappresentanti della lobby delle
 > armi
 > che in tutti questi anni - in particolare negli ultimi - hanno
 > continuamente
 > esternato chiedendo che la legge venisse modificata. La legge,
 > infatti,
 > rappresenta un laccio - ricordiamoci dei famosi lacci e lacciuoli -,
 > un
 > ingombro, un vincolo che rende impossibile il pieno dispiegamento
 > della
 > competitività delle loro fabbriche di armi.
 > Quindi, il Governo Berlusconi ci ha messo del suo, ma tutto ciò è
 > avvenuto
 > nell'ambito di una linea di tendenza europea ed italiana che già era
 > stata
 > ampiamente costruita.
 > Se si accetta l'autorizzazione globale di progetto, di conseguenza,
 > evidentemente, si accetta il meccanismo fondamentale che destruttura
 > la
 > legge n. 185 del 1990. Infatti, l'autorizzazione globale di progetto
 > rappresenta l'asse fondamentale dell'allegato di Farnborough; ciò,
 > sostanzialmente, significa che saltano tutti i controlli intermedi,
 > cade
 > l'obbligo del certificato di destinazione finale e di uso finale.
 > Quindi,
 > sostanzialmente, si sta trattando della mostruosa - da un punto di
 > vista
 > giuridico, politico e culturale - connessione tra il mercato delle
 > armi e la
 > difesa europea.
 > Signor Presidente, la difesa europea va impostata sul piano della
 > politica
 > internazionale, delle relazioni tra le varie parti del mondo, tra
 > l'Europa e
 > gli Stati Uniti. Abbiamo bisogno che si instauri una grande
 > discussione
 > politica, giuridica, strategica, culturale e filosofica, visto che
 > viviamo
 > in un secolo che ha fatto piazza pulita di tanti concetti e di tanti
 > paradigmi che hanno sorretto la politica della modernità. È una
 > mostruosità
 > giuridica pensare che si possa discutere della difesa dell'Europa a
 > partire
 > dagli interessi dei produttori di armi. Quindi, poiché stiamo
 > assistendo ad
 > una mostruosità del genere e poiché l'allegato di Farnborough contiene
 > il
 > cuore dei processi di riordinamento - nel senso della liberalizzazione
 > e
 > della regolamentazione del mercato delle armi -, preannuncio in
 > quest'aula
 > il voto contrario del mio gruppo nei confronti del provvedimento in
 > esame.
 >
 > Votazione finale ed approvazione
 > Presenti 357
 > Votanti 337
 > Astenuti 20
 > Maggioranza 169
 > Hanno votato sì 222
 > Hanno votato no 115.
 > La Camera approva
 >
 >

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Italy repudiates war [...] as a way of resolution of international
controversies [Art. 11 Constitution of the Italian Republic]

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|             ANNA GIGLI               |
|                                      |
|Istituto di Ricerche sulla Popolazione|
|       e le Politiche Sociali         |
|                                      |
|   Via Nizza 128, 00198 ROMA, ITALY   |
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