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Fwd: Legge 185: Epifani scende in campo
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Subject: Legge 185: Epifani scende in campo
Date: Thu, 20 Feb 2003 11:38:42 +0100 (CET)
From: info@vita.it
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** AGGIORNAMENTI ** EPIFANI IN CAMPO PER LA 185 **
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EPIFANI SCENDE IN CAMPO A DIFESA DELLA 185
Con una lettera Epifani chiede ai gruppi parlamentari di "modificare il
disegno di legge d'iniziativa governativa (Atto Camera 1927) in materia di
industria della difesa
http://web.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=29124
La segreteria nazionale della Cgil, con una lettera di Guglielmo Epifani ai
gruppi parlamentari di Camera e Senato, chiede ai membri del Parlamento di
"modificare radicalmente il disegno di legge d'iniziativa governativa (Atto
Camera 1927) in materia di industria della difesa", attualmente in
discussione al Senato, che "costituisce un pericoloso passo indietro per la
pace e la giustizia". E contestualmente invita "tutti i parlamentari ad
attivarsi affinche' l'Italia si faccia promotrice, a livello internazionale,
di un'iniziativa volta a una maggiore severita' nel controllo del commercio
di armi, a un maggiore impegno nella prevenzione dei conflitti e a
raggiungere una piu' avanzata normativa europea".
Il testo della lettera
La Segreteria nazionale della CGIL
ricordando che
così come esplicitato nell'art.1 della legge 185/90 che regola il commercio
delle armi, la Costituzione Repubblicana all'art.11 ripudia la guerra come
mezzo di risoluzione delle controversie internazionali
Visto che
il Senato italiano sta discutendo un disegno di legge d'iniziativa governativa
(Atto Camera 1927) in materia di industria della difesa;
il progetto prevede la ratifica dell'accordo quadro sottoscritto dall'Italia e
da altri cinque Paesi europei il 27 luglio 2000 a Fansbourough, per
"facilitare la ristrutturazione e le attività dell'industria europea per la
difesa" ed è stato già licenziato dalla Camera dei Deputati in data 26 giugno
2002;
tale accordo imporrebbe il "tempestivo adeguamento della nostra normativa" e,
infatti, 10 dei 14 articoli che compongono il testo proposto sono volti a
modificare la legge n. 185 del 1990 che disciplina attualmente
l'import-export di armi nel nostro Paese;
l'attuale normativa, infatti, vieta l'esportazione di armi italiane a "Paesi
in stato di conflitto armato; Paesi la cui politica contrasti con i principi
dell'art.11 della Costituzione; Paesi nei cui confronti sia stato dichiarato
l'embargo totale o parziale delle forniture belliche da parte dell'ONU; Paesi
i cui governi sono responsabili di accertate violazioni delle convenzioni
internazionali in materia di diritti dell'uomo; Paesi che, ricevendo
dall'Italia aiuti ai sensi della legge 26 febbraio 1987, n. 49, destinino al
proprio bilancio militare risorse eccedenti le esigenze di difesa del paese;
la novità più rilevante è costituita dall'introduzione di un nuovo tipo di
autorizzazione per il commercio delle armi, la "licenza globale di progetto",
riferita ai programmi intergovernativi o industriali congiunti ai quali le
imprese partecipano e ai quali non si applicheranno più le norme sulle
trattative contrattuali, rendendo meno trasparenti e controllabili tutte le
operazioni;
le norme sulle attività bancarie relative a questo nuovo tipo di "licenza
globale" verranno modificate, non essendo più notificate al Ministero del
Tesoro e da questo autorizzate, e non comparendo più nello specifico capitolo
dell'annuale Relazione al Parlamento;
la legge 185/90 è una legge ritenuta da tutti "severa e rigorosa", che ha
fatto del nostro Paese uno dei più avanzati al mondo per aver provveduto a
regolare il commercio delle armi nel rispetto dei diritti umani, della
promozione della pace e della trasparenza (ricordiamo che quella legge fu
ottenuta grazie all'impegno tenace della Campagna "Contro i mercanti di
morte" promossa da Arci, ACLI, MLAL Mani Tesi, Missione Oggi, Pax Christi);
anche il riferimento al "Codice di condotta dell'Unione Europea per le
esportazioni di armi" (che non è assolutamente vincolante) costringerebbe
l'Italia a rinunciare alla propria normativa nazionale che in questo verrebbe
peggiorata;
considerato inoltre che
l'eventuale approvazione del ddl 1927 determinerebbe un pericoloso
allentamento dei controlli e delle procedure a garanzia della trasparenza
della vendita di armi proprio in un momento in cui forte è l'esigenza di
combattere i rischi legati al terrorismo internazionale e a ricercare le
strade del dialogo tra i popoli;
chiede
ai membri del Parlamento di modificare radicalmente tale disegno di legge che
costituisce un pericoloso passo indietro per la pace e la giustizia;
invita
tutti i Parlamentari ad attivarsi affinché l'Italia si faccia promotrice, a
livello internazionale, di un'iniziativa volta a una maggiore severità nel
controllo del commercio di armi, ad un maggiore impegno nella prevenzione dei
conflitti e volta a raggiungere una più avanzata normativa europea.
Guglielmo Epifani
Segretario Generale CGI
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francesco iannuzzelli francesco@peacelink.org
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