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(Fwd) Altri sommergibili nucleari arrivano in Sardegna
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- Subject: (Fwd) Altri sommergibili nucleari arrivano in Sardegna
- From: "francesco iannuzzelli" <francesco@href.org>
- Date: Fri, 22 Nov 2002 01:57:30 -0000
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LIBERAZIONE 21/11/2002
Migliaia di marines e più sommergibili nucleari
La Maddalena, la base raddoppia
La Maddalena - nostro servizio
La Marina da guerra statunitense chiede spazio in Sardegna.
Obiettivo: ampliare la base appoggio per sommergibili nucleari
dell'isola di Santo Stefano nell'arcipelago della Maddalena. Una
delle tante installazioni con le stellette nella regione più
militarizzata d'Italia, sicuramente la più importante e pericolosa se
si considera la "qualità" degli armamenti custoditi. I marines
chiedono molto più spazio di quello attualmente disponibile,
intenderebbero investire 35 milioni di dollari per trasformare vecchi
casermoni prefabbricati in edifici in calcestruzzo e costruire una
nuova banchina. In più, sarebbero alle porte altri sottomarini con
altri, tanti, militari al seguito.
Un progetto di ampliamento è stato già presentato al Comitato misto
paritetico per le servitù militari (Comipa), organismo regionale
composto da sette rappresentanti della Difesa e altrettanti civili
che deve esprimere in merito un parere obbligatorio. La decisione
però è stata rimandata perché la componente civile non avrebbe
raggiunto l'unanimità, condizione necessaria per dare via libera agli
americani. Agostino Bifulco, falegname maddalenino, ex segretario
della Federazione gallurese di Rifondazione, fa parte del Comitato
paritetico: «Nel corso della riunione del 13 novembre è stata
presentata una richiesta di ampliamento della base di Santo Stefano
che prevede il raddoppio delle volumetrie sino a 55mila metri cubi e
la costruzione di una banchina galleggiante. Si tratta di strutture
fisse che dovrebbero sostituire quelle mobili. Per questo la base
potrebbe diventare un impianto stabile sul territorio e per questo ho
annunciato la mia contrarietà al progetto Usa». Bifulco è stato
l'unico a esprimere parere "non favorevole" e ha richiesto nuovi
documenti e un nuovo sopralluogo: «Dopodiché si potrà arrivare a una
nuova votazione».
Della vicenda se ne occupa anche il consigliere della Provincia di
Sassari Giulio Giudice. Ingegnere maddalenino, ex insegnante di
fisica in una scuola per motoristi della Marina militare italiana. E'
di Forza Italia, presidente della commissione Ambiente e parchi ed è
stato lui a lanciare l'allarme qualche giorno fa: «Da fonti che non
posso rivelare ma che ritengo attendibili ho appreso che a Santo
Stefano starebbero per arrivare altri 6 sottomarini e 5000 uomini. In
tal modo si passerebbe da 2 a 8 sommergibili nucleari e da 3000 a
8000 militari di stanza nell'isola. Mi spiegate com'è possibile
conciliare tutto questo con il Parco nazionale dell'Arcipelago di La
Maddalena, area protetta destinata a diventare patrimonio
dell'umanità? Il nostro territorio ha un'indiscussa vocazione
turistica, penso alla vicina Costa Smeralda, ma si deve fare una
scelta: o i sommergibili o il parco». Giudice, inoltre, non esclude
la possibilità di una contaminazione radioattiva: «So che il rischio
c'è. Non dimentico che una decina di anni fa a La Maddalena si sono
verificate nascite di bambini deformi. Non a caso la Provincia ha
chiesto un monitoraggio di aria e acqua, 24 ore su 24: un'eventuale
perdita del reattore nucleare dovrebbe essere immediatamente rilevata
per correre subito ai ripari, ma al momento nessuno conosce il piano
di evacuazione». Il pericolo non deve essere sottovalutato, premono i
maddalenini, e soprattutto, gli enti locali non possono essere
scavalcati: «Perché Comune e Regione non sono stati invitati al
sopralluogo effettuato alla base di Santo Stefano con i
rappresentanti dell'Ente parco, dello Stato maggiore e con la
Soprintendenza ai beni culturali?», chiede Bifulco. «In seguito, la
Soprintendenza ha rilasciato anche un parere preliminare favorevole
al progetto Usa che prevede costruzioni in muratura a pochi metri dal
mare. Mi pare che in Sardegna esistano delle leggi che vietano tutto
questo», aggiunge il falegname.
Il perché delle grandi manovre comunque non è chiaro. Secondo il
consigliere Giudice, l'ampliamento della base sarda sarebbe parte di
un progetto più ampio che prevede il
disimpegno e il trasferimento di altre installazioni statunitensi nel
Mediterraneo. Il deputato della Margherita Antonello Soro ha rivolto
un'interrogazione al presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi per sapere se esistono relazioni tra un
eventuale potenziamento delle basi appoggio della Marina Usa in
Sardegna e un possibile conflitto in Iraq.
ll capogruppo di Rifondazione in Consiglio regionale della Sardegna
Luigi Cogodi chiede che venga discussa con urgenza la mozione sulla
smilitarizzazione dell'isola e
accusa la Giunta regionale guidata dal forzista Mauro Pili di
silenzio tombale sull'argomento.
Insomma, la cortina di mistero che da trent'anni avvolge la base
americana di Santo Stefano pare non dissolversi. E' dal 1972 che la
nave-balia per sommergibili nucleari è
alla fonda sulle coste sarde con inevitabili effetti collaterali: a
qualche centinaio di metri da La Maddalena sono state stoccate,
trasferite, trasportate armi nucleari, sono
stati maneggiati missili che potrebbero annientare ogni forma di vita
nel raggio di chilometri. Il tutto in base a un accordo segreto tra
Roma e Washington, una concessione
che, secondo diversi giuristi, contrasta con il diritto
internazionale e costituzionale «il caso forse più eclatante di
limitazione della sovranità italiana a favore di una potenza
straniera», scriveva il magistrato di Cassazione Pierluigi Onorato.
Gettiamo le Basi, A manca pro s'indipendentzia, Kuiles, Rifondazione
comunista, Sardigna Nazione Indipendentzia, Pdci, Psd'Az, Cagliari
social forum, Indipendentzia-Repubblica de Sardigna e Cobas ancora
una volta non ci stanno: sabato alle 10, davanti alla sede del
Consiglio regionale a Cagliari, comincerà un presidio con assemblea
aperta «fino a quando la Sardegna non avrà espulso le fabbriche di
guerra».
Walter Falgio
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francesco iannuzzelli francesco@href.org
associazione peacelink - sez. disarmo
http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo
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and I finish all my coffee
and it's time to catch the train