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Dossier del governo britannico sull'Iraq
- To: disarmo@peacelink.it
- Subject: Dossier del governo britannico sull'Iraq
- From: "francesco iannuzzelli" <francesco@href.org>
- Date: Wed, 25 Sep 2002 01:02:14 +0100
- Organization: peacelink
- Priority: normal
E' stato pubblicato oggi, in concomitanza con la discussione alla
Camera dei Comuni, il dossier del governo britannico sull'Iraq,
atteso da tempo come la prova che dovrebbe giustificare un'azione
militare contro il regime di Saddam.
Il testo del dossier puo' essere scaricato, in formato pdf, da
parecchi siti (quello ufficiale e' http://www.ukonline.gov.uk).
Si tratta di 55 pagine che ripercorrono la storia degli ultimi 15
anni cercando di dimostrare come Saddam stia sviluppando armi di
distruzione di massa.
I punti affrontati nel dossier sono i seguenti:
- L'Iraq avrebbe continuato la produzione di armi chimiche e
batteriologiche, attrezzandosi in modo da nasconderle dalle eventuali
ispezioni.
- L'Iraq avrebbe provato a riprendere il programma di sviluppo di
armi atomiche, cercando di acquistare materiale all'estero e
richiamando specialisti nel settore. Lo stesso rapporto afferma pero'
che, se permane l'attuale embargo, l'Iraq non potra' mai sviluppare
questo genere di armi. Se l'embargo viene tolto, l'Iraq potrebbe
produrre un'arma atomica nel giro di 5 anni. In caso riesca ad
acquisire illegalmente parte del materiale necessario, questo tempo
potrebbe ridursi ad un paio di anni.
- L'Iraq avrebbe esteso la gittata dei suoi missili Al-Samoud a 200
Km (il limite imposto dall'ONU e' di 150 km); inoltre sarebbe (forse)
ancora in possesso di 20 missili Al-Hussein (del tipo Scud) con
gittata di 650 Km. Infine avrebbe cercato di procurarsi materiali per
la produzioni di missili balistici (gittata oltre i 1000 km), che
pero' non potrebbe produrre prima del 2007.
- Da quando sono state sospese le ispezioni dell'ONU (1998), non e'
possibile sapere cosa sta succedendo. E' noto che alcune fabbriche
sono state ricostruite, ma e' impossibile determinare se siano ad uso
civile o militare.
- Il regime irakeno ha' gia dimostrato in passato di non esitare ad
usare armi chimiche in conflitti locali
- Il regime iracheno viola sistematicamente i diritti umani, come
viene dimostrato da alcune testimonianze di oppositori al regime
(fonti Amnesty International e Human Rights Watch)
Come e' stato fatto notare da molti, non solo esponenti
dell'opposizione interna laburista ma anche consiglieri militari ed
esperti di armamenti, il dossier non dice niente di nuovo.
Si tratta di fatti noti da tempo, piu' che altro provenienti dalle
relazioni degli ispettori delle Nazioni Unite.
Il punto riguardante le armi nucleari appare abbastanza
inconsistente, mentre delle armi chimiche si sapeva gia' da tempo.
Gli stessi ispettori dell'ONU hanno fatto notare come l'apparato
produttivo militare di Saddam Hussein sia stato praticamente
smantellato dopo la guerra nel golfo e con il rigidissimo embargo in
corso e' praticamente impossibile che venga ricostruito.
Per quanto riguarda i missili balistici, infine, si tratta di ipotesi
non confermate da fatti ed in ogni caso non potrebbero rappresentare
una minaccia imminente.
Nonostante nell'introduzione lo stesso Blair sottolinei
l'approfondito lavoro di intelligence richiesto per la creazione di
questo documento, di intelligence ce n'e' ben poca; sembra piu' che
altro un lavoro di relazioni pubbliche e forse proprio in
quest'ottica va interpretato.
Piu' che la prova definitiva per scatenare la guerra, questo
documento mette l'accento sulla necessita' improrogabile della
ripresa delle ispezioni, preparando cosi' il terreno alla guerra nel
caso che Saddam le rifiutasse o si ripetesse un incidente diplomatico
simile a quello del 1998.
La giornata parlamentare si e' chiusa con una votazione "tecnica";
Blair ha da tempo
annunciato che il governo non intende permettere al Parlamento una
votazione sulla guerra,
e questo e' di per se' significativo di come e' ridotta la
"democrazia" britannica, dove una
decisione di importanza estrema come una guerra non puo' essere presa
in Parlamento.
Di conseguenza i parlamentari si sono dovuti accontentare di una
votazione simbolica contro la chiusura dai lavori odierni, che ha
riscosso l'adesione di piu' di cinquanta deputati laburisti.
La risposta dei cittadini e' attesa per sabato prossimo, 28
settembre, a Londra per la manifestazione nazionale contro la guerra.
ciao
francesco
francesco iannuzzelli francesco@href.org
associazione peacelink - sez. disarmo
http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo
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Ama e ridi se amor risponde
piangi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior
(Fabrizio de Andre')