[Disarmo] Un tempo era un modello ma oggi la Finlandia dopo l'entrata nella Nato vuole ritirarsi dal trattato contro le mine antiuomo



La Finlandia ha rappresentato per anni un modello di democrazia avanzata, di equilibri internazionali e di rispetto per i diritti umani. La sua adesione al Trattato di Ottawa, che proibisce l'uso, la produzione, la vendita e lo stoccaggio delle mine antiuomo, ne era una dimostrazione evidente. 

Oggi, però, la notizia del suo possibile ritiro da questa convenzione segna un’inversione di marcia preoccupante, non solo per il Paese nordico ma per l'intero scenario globale.

L’annuncio del primo ministro finlandese Petteri Orpo giunge in un contesto di crescente tensione geopolitica, in cui la minaccia russa è presentata come motivo sufficiente per fare marcia indietro sulle mine antiuomo. L’idea di rafforzare la difesa nazionale fino ad aumentare il budget militare al 3% del PIL è giustificata in una logica di deterrenza e il ritorno a strumenti di guerra indiscriminati come le mine antiuomo desta enorme preoccupazione. La comunità internazionale si è battuta per anni per mettere al bando queste armi, proprio a causa del loro devastante impatto sui civili: le mine continuano a uccidere e mutilare persone (in particolare bambini) anche decenni dopo la fine dei conflitti.

La Finlandia, come altri paesi scandinavi, in passato ha sempre puntato sulla diplomazia, sulla stabilità e sul rispetto dei diritti umani come strumenti principali della sua politica estera e di difesa. Questo cambio di rotta - maturato con l'ingresso nella Nato e all'interno di una marcata posizione di ostilità verso la Russia - segna un precedente pericoloso, aprendo la strada ad altre nazioni che potrebbero ritenere giustificabile l'abbandono di impegni internazionali di fondamentale importanza.

Ciò che sta accadendo in Finlandia è il segnale di una tendenza più ampia: sempre più Paesi, spinti dalla paura e dalle tensioni geopolitiche, stanno rivedendo i propri impegni a favore della pace e della cooperazione internazionale. Il rischio è che, in nome della sicurezza, si finisca per sacrificare quei valori che hanno garantito decenni di stabilità e di civiltà che hanno portato alla definizione di convenzioni e trattati di tutela dei diritti globali. 

In un mondo che si sta pericolosamente riarmando, il ripudio delle mine antiuomo dovrebbe rimanere un principio irrinunciabile, non una variabile da sacrificare sull’altare delle nuove paure.

Alessandro Marescotti a.marescotti at peacelink.org 


Documentazione 


“La Finlandia e l’Europa devono valutare tutte le misure che mirano a rafforzare le loro capacità di dissuasione e di difesa, individualmente e in seno alla Nato. Proponiamo che la Finlandia cominci a preparare il suo ritiro dall’accordo di Ottawa“. Il premier finlandese Petteri Orpo, durante una conferenza stampa, ha annunciato che il suo paese uscirà dalla Convenzione internazionale per la proibizione delle mine antiuomo.

Continua su

https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/04/01/minaccia-russia-finlandia-trattato-contro-mine-antiuomo/7936283/ 

Helsinki, 1 apr. (askanews) - Il primo ministro finlandese Petteri Orpo ha annunciato - in conferenza stampa a Helsinki - che il suo Paese uscirà dalla convenzione internazionale che mette al bando le mine antiuomo, conosciuta anche come Trattato di Ottawa, affermando la necessità di rafforzarsi di fronte alla minaccia russa. "La situazione della sicurezza in Europa e in Finlandia è radicalmente cambiata. La Russia è e rimarrà una minaccia per tutta l'Europa. La Finlandia e l'Europa devono valutare tutte le misure volte a rafforzare le loro capacità di deterrenza e di difesa, individualmente e nella NATO. Oggi, il governo finlandese ha deciso che la Finlandia mira ad aumentare il livello del suo bilancio della difesa ad almeno il 3% del PIL entro il 2029. Proponiamo inoltre che la Finlandia inizi a preparare il ritiro dall'accordo di Ottawa".