[Disarmo] Perché bisogna tenersi alla larga dal mito dell'esercito europeo



Negli ultimi anni, il dibattito sulla creazione di un esercito europeo si è intensificato. I sostenitori che lo vedono come un passo avanti verso una maggiore autonomia strategica dell'Unione Europea. 

Tuttavia, questa idea nasconde pericoli concreti, sia dal punto di vista politico che strategico. 

L'esercito europeo, infatti, rischia di avere meno limiti rispetto alla NATO, la cui funzione è chiaramente definita come puramente difensiva per i suoi membri, come stabilito dal Trattato del Nord Atlantico del 1949. È uno dei limiti più fastidiosi che, con artifici vari e con acrobazie linguistiche, i sostenitori dei bombardamenti a Belgrado del 1999 hanno cercato di scavalcare maldestramente.

Un esercito già esistente

L'idea di un esercito europeo ignora un dato di fatto: le forze armate europee esistono già all'interno della NATO. Questa alleanza già opera per la sicurezza del continente e favorisce l'interoperabilità tra i diversi eserciti nazionali. Creare una nuova struttura militare parallela significherebbe duplicare inutilmente risorse e competenze, senza un reale valore aggiunto.

Una maggiore libertà d'azione militare

Uno degli aspetti più preoccupanti dell'esercito europeo è che oggi verrebbe concepito per avere un maggiore margine di manovra rispetto alla NATO. Se la NATO opera con il vincolo di mandato della difesa dei suoi membri da aggressioni esterne, un esercito europeo potrebbe essere utilizzato per ulteriori missioni (ad esempio la difesa delle rotte commerciali o degli interessi strategici di approvvigionamento delle materie prime, oppure gli interventi a protezione dei diritti umani nel mondo) non contemplate dal Trattato del 1949, aprendo la strada a missioni militari molto pericolose, come quelle che Macron e Starmer stanno pensando per l'Ucraina.

Differenze costituzionali e rischi normativi

Un esercito europeo dovrebbe essere regolato da principi unici, il che risulta problematico considerando le diverse tradizioni costituzionali degli Stati membri. Ad esempio, la Costituzione italiana e quella tedesca pongono limiti chiari alle operazioni militari, enfatizzando un approccio strettamente difensivo. Un comando centralizzato europeo potrebbe bypassare queste restrizioni, portando a un uso più disinvolto delle forze armate.

Il falso mito del superamento della frammentazione tecnologica 

Uno degli argomenti a favore dell'esercito europeo è che consentirebbe di superare la frammentazione dei sistemi d'arma nazionali. Tuttavia, questa già viene affrontata all'interno della NATO, che promuove attivamente l'interoperabilità tra le forze armate degli Stati membri. La creazione di un nuovo esercito non risolverebbe il problema della diversificazione tecnologica e logistica, che potrebbe essere superata già ora con politiche comuni di difesa senza dover creare un esercito europeo.

Costi maggiori, non minori

Si sostiene spesso che un esercito europeo ridurrebbe i costi della difesa. In realtà, l'obiettivo di questo progetto è quello di rendere l'Europa militarmente autonoma dagli Stati Uniti, il che comporterebbe un aumento significativo della spesa per la difesa. Senza il supporto logistico e tecnologico fornito dagli USA all'interno della NATO, gli Stati europei dovrebbero investire molto di più per garantire la stessa efficienza operativa, con un impatto pesante sui bilanci nazionali.

Conclusioni

L'idea di un esercito europeo, pur apparentemente suggestiva, si rivela pericolosa sotto molteplici aspetti. Creerebbe una struttura parallela alla NATO per garantire ad alcuni paesi europei ruoli di leadership con una maggiore libertà d'azione militare.  Inoltre sarebbero allentate le limitazioni costituzionali nazionali. L'esercito europeo non risolverebbe il problema della frammentazione dei sistemi d'arma che comunque dialogano fra loro in virtù dei protocolli Nato per l'interoperabilità. 

Ma soprattutto un esercito europeo comporterebbe costi significativamente maggiori: l'esatto opposto di ciò che pensano gli europeisti ingenui.


Alessandro Marescotti

a.marescotti at peacelink.org