[Disarmo] "Più armi meno futuro": volantino già pronto da distribuire
- Subject: [Disarmo] "Più armi meno futuro": volantino già pronto da distribuire
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.org>
- Date: Mon, 3 Mar 2025 10:04:01 +0100
Più armi, meno futuro: l’aumento delle spese militari e il conto per gli italiani
Mentre l’economia arranca e il costo della vita schiaccia sempre più famiglie, il governo ha deciso di aumentare le spese militari. Un trend che non riguarda solo l’Italia, ma che sta investendo tutta l’Europa, complice la crescente tensione internazionale e le pressioni della NATO. Ma chi pagherà davvero il conto? Gli italiani, con tasse più alte, meno investimenti in sanità, istruzione e welfare.
Un budget da guerra in tempo di crisi economica
L’Italia ha già portato il budget della Difesa oltre i 30 miliardi di euro all’anno, e l’obiettivo è raggiungere il 2% del PIL come richiesto dalla NATO. Questo significa ulteriori miliardi da destinare a nuove armi, mezzi bellici e operazioni militari, mentre ospedali chiudono, i trasporti pubblici cadono a pezzi e gli stipendi reali non crescono.
Le dichiarazioni ufficiali parlano di “sicurezza nazionale” e “impegni internazionali”, ma il vero problema è: siamo sicuri che più spese militari rendano il nostro Paese più sicuro? Oppure stiamo solo alimentando un circolo vizioso di tensioni, contribuendo a una corsa agli armamenti che non ha mai portato pace nella storia?
Chi ci guadagna?
Non certo i cittadini. A guadagnarci saranno le grandi industrie degli armamenti, che vedono nei conflitti armati e nelle tensioni internazionali un’opportunità di business. Miliardi di euro che potrebbero essere investiti nella transizione ecologica, nelle infrastrutture e nelle tutele sociali, finiranno invece nelle tasche di aziende che producono strumenti di distruzione.
Le lobby militari hanno un peso enorme nelle scelte politiche, e mentre la gente lotta con bollette e mutui sempre più cari, le priorità sembrano andare nella direzione opposta.
Un’alternativa è possibile
Se davvero vogliamo sicurezza, dovremmo investire in diplomazia, cooperazione e sviluppo. La vera pace non si costruisce con più missili, ma con più dialogo diplomatico. Non bisogna alimentare le guerre, bisogna ferrmarle. Se il governo avesse il coraggio di proporre una politica estera indipendente e di pace, l’Italia potrebbe diventare un attore di stabilità invece di un Paese che segue la scia della militarizzazione globale.
Il futuro non si difende con spendendo in armi e togliendo risorse a scuole e ospedali.
Basti pensare che una sola ora di volo di un caccia F-35 costa più di 40 mila dollari. Più dello stipendio di un insegnante.
È ora di chiederci: vogliamo davvero accettare che mettano le mani nelle nostre tasche per finanziare guerre e riarmo militare? Oppure vogliamo un Paese che investe nel lavoro e dia ai giovani quel futuro a cui hanno diritto?
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Utilizza liberamente questo testo per fare un volantino.
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