[Disarmo] Costi elevatissimi per il GCAP: i dubbi dei laburisti britannici sul caccia Tempest, Crosetto preoccupato



Il Tempest è a rischio? In Italia si teme la revisione voluta dai laburisti britannici del nuovo premier Keir Starmer sui progetti futuri della Difesa del regno. Tra questi, i piani Italia-Uk-Giappone per il caccia di sesta generazione su cui il Governo italiano (e i due che lo hanno preceduto: l’adesione italiana al programma nato in Uk risale al 2019) punta tantissimo.

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha incontrato i britannici per avere rassicurazioni: il Global combat air programme, nel quale è confluito il progetto Tempest, è troppo importante per essere sacrificato dalla spending review di Londra sui progetti per la Difesa. E lo stesso Crosetto ha rassicurato sulle intenzioni dei partner europei, che a loro volta hanno definito “importante” il nuovissimo jet da combattimento.

L’allarme si è però attivato dopo le parole di Luke Pollard, ministro delle forze armate Uk, sulla necessità di un riesame dei numeri in gioco per tutti i progetti della Difesa Uk. I risultati della review arriveranno nel 2025.

Tempest, la convenzione Gcap e gli investimenti

Intanto il 22 luglio il Consiglio dei ministri, su proposta di Crosetto e del ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, ha approvato un ddl per la ratifica ed esecuzione della convenzione per istituire l’organizzazione governativa internazionale Gcap, fatta a Tokyo il 14 dicembre 2023.

La nuova organizzazione internazionale nata dalla Convenzione dovrà gestire e realizzare il programma congiunto Gcap, ma la convenzione non dice nulla sull’impegno finanziario a carico degli Stati membri (Italia, Regno Unito e Giappone) e non crea alcun obbligo specifico di sviluppo, produzione e supporto logistico di sistemi d’arma.

Tempest-Gcap, i costi

Le stime parlano di decine di miliardi di euro per i costi totali del progetto, ma saranno intese successive a definire i termini di contribuzione finanziaria di ogni Paese partner relativamente alle varie fasi del programma (sviluppo, produzione, supporto logistico), che, comunque, non comporteranno implicazioni economico-finanziarie aggiuntive rispetto a quanto già previsto dalle linee di finanziamento dedicate nell’alveo delle allocazioni designate per il Ministero della difesa. Nel documento programmatico pluriennale pubblicato dal ministero lo scorso ottobre, al progetto sono state dedicate il doppio delle risorse rispetto all’anno precedente: per la ricerca e sviluppo del sistema di combattimento aereo di sesta generazione verranno spesi non 3,8, ma 7,7 miliardi di euro.

Cosa è il Gcap-Tempest

Il Tempest annunciato nel 2018 ed entrato successivamente nel progetto Gcap, è un caccia militare supersonico di sesta generazione, e nelle intenzioni manderà in pensione l’Eurofighter Typhoon. Per ora ne esiste un concept, presentato recentemente in Inghilterra, che sarà sviluppato da tre partner strategici: l’italiana Leonardo è partner con la giapponese  Mitsubishi e la  britannica BAE Systems. Il Gcap-Tempest dovrebbe essere l’aereo da combattimento più grande di sempre.

L’ultimo concept Gcap presentato prevede un apertura alare maggiore rispetto ai precedenti, oltre alla caratteristica forma a delta.

Cosa può fare

Il Gcap dovrebbe essere uno dei velivoli più avanzati, interoperabili, adattabili e connessi in servizio al mondo. Avrà un sistema d’arma intelligente, una cabina di pilotaggio interattiva basata su software, sensori integrati e un radar di nuova generazione, in grado di fornire 10.000 volte più dati rispetto ai sistemi attuali. Molte di queste tecnologie sono ancora da sviluppare. Tra le altre caratteristiche, si parla del lancio di missili ipersonici, della capacità del jet di guidare uno sciame di droni, per aumentarne la sicurezza, e la possibilità di guidarlo, grazie all’intelligenza artificiale, senza pilota a bordo.

Leonardo parla di ‘sistema dei sistemi’: quello Gcap infatti “opererà nei cinque domini, aria, terra, mare, spazio e cyber, secondo una struttura stellare nella quale il fighter di nuova generazione sarà la “core platform” connessa con altri “sistemi” periferici, pilotati e non pilotati”.

Alessandro Pulcini

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