[Disarmo] "I missili Storm Shadow contengono componenti di 4 nazioni. Di conseguenza, tutte e quattro dovrebbero firmare qualsiasi modifica alle condizioni collegate al loro utilizzo"



Missili a lungo raggio per colpire il territorio russo, perché l'Ucraina lo chiede: la decisione sugli Storm Shadow che divide l'alleanza Nato


Storia di Stefania Piras (Il Messaggero)


L'Ucraina potrà utilizzare missili a lungo raggio per colpire il territorio russo? Il primo ministro britannico Keir Starmer ha detto che durante i colloqui con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden non è stata presa alcuna decisione in merito all’utilizzo di missili britannici e di Scalp francesi per colpire obiettivi all'interno della Russia. Quella alla Casa Bianca è stata una riunione «interlocutoria», dice il numero uno della Farnesina Tajani.  Attualmente, bisogna ricordarlo, Kiev non ha il permesso degli alleati occidentali per utilizzare questi dispositivi oltre il proprio confine. La Gran Bretagna vorrebbe dare il via libera a queste armi che possono distruggere la potenza aerea russa in pochi minuti. Anche gli Stati Uniti sarebbero favorevoli ma sono meno compatti perché temono un'escalation della guerra e perciò hanno trovato una formula che orienta piuttosto a una frenata: non vogliono che siano utilizzate armi o componenti made in Usa. Contrarissime l'Italia e la Germania: sia il ministro degli Esteri Antonio Tajani che il cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno negato categoricamente la possibilità di autorizzare Kiev all'uso dei missili occidentali a lungo raggio per colpire in profondità il territorio russo. La Finlandia e la Svezia, due Paesi scandinavi entrati lo scorso anno nella Nato, non hanno nulla in contrario invece. 

Missili a lungo raggio all'Ucraina, alleati divisi: gli Storm Shadow posso coprire una distanza di 100 km in sei minuti 

Perché l'utilizzo di queste armi in territorio russo sarebbe una svolta? Per l'efficacia offensiva, la precisione, la rapidità. Un missile da crociera Storm Shadow lanciato dal confine ucraino coprirebbe la distanza di 100 km in sei minuti, e quindi molto più velocemente della maggior parte dei droni ucraini. Sono stati sviluppati in una collaborazione anglo-francese e realizzati da una joint venture che coinvolge anche l'Italia, utilizzando componenti forniti dagli Stati Uniti. Di conseguenza, tutti e quattro i paesi dovrebbero firmare qualsiasi modifica alle condizioni collegate al loro utilizzo, anche se non sono fornitori diretti. Sarebbero lanciati contro gli aeroporti militari: servirebbero, dunque, a limitare la capacità di attacco aereo di Mosca. Ma anche a colpire i depositi di munizioni, le concentrazioni di truppe e i centri di comando e controllo.


Per Kiev si tratta di un'arma preventiva più che offensiva e Zelensky chiede di avere carta bianca sui missili quasi quotidianamente. «È  la velocità a renderli utili, i nostri droni sono molto più lenti», ha affermato Roman Kostenko, un comandante militare ucraino che presiede la commissione difesa del parlamento. «Se un elicottero o un aereo militare russo sta per decollare, saremmo in grado di colpire il campo rapidamente. Uno dei grandi utilizzi di Storm Shadow è come arma preventiva». Lo riporta il Ft.  

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Gli equivalenti degli Storm Shadow britannici sono i francesi Scalp e gli Atacm statunitensi e sono già stati utilizzati. L'Ucraina ha già impiegato gli Storm Shadows nella Crimea occupata dalla Russia, colpendo strutture navali e installazioni di difesa aerea. Si discute se allargare l'uso in territorio russo anche per perché è emersa la notizia dell'Iran che ha spedito a Mosca oltre 200 missili balistici a corto raggio Fath-360.

Altra spia rossa che ha messo in allerta gli occidentali più interventisti è la notizia che la Russia avrebbe iniziato a spostare la logistica aerea più in profondità all'interno del Paese circa tre mesi fa, oltre i 250 km di portata degli Storm Shadow e i 300 km degli Atacm. Un tentativo di protezione dei bombardieri russi che riduce inevitabilmente l'efficacia degli armamenti occidentali poiché ci sono meno obiettivi aerei alla loro portata. 

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Gli Stati Uniti non sono pienamente favorevoli, preferiscono mitigare il loro coinvolgimento con un patto. Lo ha riferito il New York Times: se il presidente degli Stati Uniti autorizzasse l'uso di Storm Shadows e Scalps, ha scritto, potrebbe farlo solo a condizione che non vengano utilizzati missili forniti dagli Stati Uniti. E se Washington frena i suoi Atacm, è altamente improbabile che la Germania, che finora ha seguito l'esempio degli Stati Uniti quando si tratta di fornire armamenti all'Ucraina, cambi la sua posizione sui suoi missili da crociera Taurus che hanno una gittata di 500 km (il doppio di quella degli Storm Shadows). Hanno anche una testata più pesante, che distrugge i bunker.

Facendo leva sui timori degli Stati Uniti circa l'escalation, giovedì il presidente Vladimir Putin ha dichiarato che l'Occidente si troverebbe in conflitto diretto con la Russia se permettesse all'Ucraina di effettuare attacchi sul territorio russo con missili occidentali. E Peskov ha rincarato la dose e ha affermato che Putin è stato «estremamente chiaro, inequivocabile e non ammette doppie letture, confidando che la sua affermazione sia arrivata a coloro a cui era destinata». 

Nel frattempo c'è un attore, con tutto il suo armamentario di componenti e tecnologia, che appare e scompare dalla guerra: la Cina. Mosca si sta dedicando da almeno un anno alla produzione di un nuovo drone kamikaze con motore cinese. Lo riporta in esclusiva l'agenzia Reuters che cita due fonti di un'agenzia di intelligence europea e documenti. Si tratta di un drone d'attacco a lungo raggio, si chiama Garpiya. Finora ne sarebbero stati fabbricati più di 2.500 da luglio 2023 a luglio 2024.