[Disarmo] "La previsione di vita a Bakhmut è di pochi giorni per i soldati poco addestrati"
- Subject: [Disarmo] "La previsione di vita a Bakhmut è di pochi giorni per i soldati poco addestrati"
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.org>
- Date: Tue, 11 Apr 2023 22:45:14 +0200
Intervista a Mirko Mussetti, esperto di questioni dell’Europa dell’Est e attento osservatore delle questioni militari legate alla guerra in corso.
Da alcuni mesi i russi, che sembravano in grande difficoltà, hanno ripreso l’iniziativa sul campo di battaglia. Che cosa sta succedendo?
“L’Ucraina ora soffre di due problemi. Il primo è quello umano. Per tutto il 2022, il Paese ha resistito all’attacco russo perché aveva reparti di veterani, ben addestrati (anche dagli istruttori Nato) negli anni tra il 2014 e il 2022, quelli di cui l’Ucraina ha approfittato, come ci hanno detto anche Angela Merkel, Francois Hollande e Petro Poroshenko, per riorganizzare l’esercito e comprare armi. Uomini che sapevano combattere ed erano anche molto motivati, perché già militari di carriera oppure perché animati da forte spirito nazionalista. Ora in Ucraina ci sono continue mobilitazioni e la previsione di vita, in certe aree come Bakhmut, è di pochi giorni per i soldati poco addestrati. In più, si tratta di convincere molti altri uomini ad andare a combattere, magari un ungherese della Transcapartia o un rumeno della Bucovina ai quali del lontano Donbass importa poco o nulla. Per questo gli occidentali, e soprattutto gli americani, dicono a Kiev: abbandonate Bakhmut, salvate gli uomini che serviranno in futuro”.
A questo il presidente Zelens’kyi e i suoi rispondono: dobbiamo resistere per bloccare i russi finché non arrivano le nuove armi dall’Occidente…
“E questo è il secondo problema. Gli armamenti di origine sovietica e di produzione russa in dotazione alle forze armate ucraine sono in via di esaurimento. Un esempio: i russi usano molto i droni Geran 2. Sono lenti, rumorosi, facilmente intercettabili. Però costano poco. Usati in modo massiccio, costringono gli ucraini a spendere molte munizioni delle batterie sovietiche S-300 prodotte in Russia. L’Ucraina non può produrre le armi di cui avrebbe bisogno. Quindi dobbiamo mandare noi le munizioni. Però le nostre, per esempio i proiettili calibro 155, importantissime, non possono essere usate con le armi sovietiche. Quindi dobbiamo mandare anche i sistemi d’arma e insegnare agli uomini ucraini a usarli”.
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https://letteradamosca.eu/2023/04/04/uomini-e-munizioni-i-problemi-di-kiev/
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