Come e perché gli HIMARS stanno cambiando la guerra in Ucraina
Gli HIMARS sono difficili da seguire e si spostano di continuo. Sull’organizzazione da seguire e sul loro utilizzo i soldati ucraini sono stati istruiti e addestrati dall’esercito americano fuori dall’Ucraina: si ricevono le istruzioni sugli obiettivi da colpire semplicemente con delle coordinate, si ricaricano le munizioni in breve tempo e altrettanto velocemente si raggiunge il punto ottimale di lancio e ci si prepara a colpire. A quel punto uno dei tre soldati all’interno del veicolo – quello che non guida e che non è il comandante della squadra – deve solo schiacciare un bottone, poi si può immediatamente ripartire.
I comandanti ucraini con cui ha parlato il Wall Street Journal stimano che gli HIMARS siano responsabili del 70 per cento delle avanzate militari ucraine sul fronte di Kherson, nel sud-est del paese.
Gli HIMARS furono creati negli anni Novanta dagli Stati Uniti, e sono una versione particolarmente leggera di MLRS (Multiple Launch Rocket System), sistemi d’arma che lanciano contemporaneamente molti missili. La loro ideazione faceva parte di una spinta più ampia di rinnovamento dell’esercito voluta dopo la Guerra fredda e aveva tra i vantaggi una maggiore trasportabilità con aerei militari. La loro efficienza migliorò decisamente con l’introduzione dell’artiglieria a guida GPS: la precisione permetteva di non dover più lanciare contemporaneamente molti missili per distruggere un obiettivo.
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https://www.ilpost.it/2022/10/16/lanciarazzi-americani-cambiano-guerra-ucraina-russia/
La nuova guerra per procura è digitale
Come si può notare gli HIMARS sono diventati l'arma decisiva di una inedita guerra per procura. Il sistema satellitare USA può infatti fornire i target da colpire e ai soldati ucraini basta premere il pulsante senza neanche preoccuparsi di sapere tutto quello che viene dopo, su dove vadano a finire i missili: è il sistema "fire and forget". I soldati ucraini agiscono in tal modo come se fossero piccoli plotoni americani che ricevono le istruzioni su dove posizionarsi e su quando premere il bottone. Non devono preoccuparsi di nulla se non del nascondimento nella vegetazione perché al resto ci pensa il comando statunitense che rileva e programma i punti da colpire. È la guerra digitale in cui i soldati sono mano d'opera di un lavoro automatizzato programmato altrove. Eseguono senza doversi preoccupare di essere abili in quelle che un tempo erano le qualità dei soldati come ad esempio la precisione nel prendere la mira.
Fire and forget, lancia e dimentica
Chi preme il pulsante non è neanche il comandante. Ogni lanciarazzi mobile ha solo tre soldati: il conducente, il comandante e il soldato che preme il bottone. Quindi non si potrebbe neppure parlare di piccolo plotone ma di squadra. La guerra - paradossale dirlo - non si basa sui numeri ma su figure militari basiche che non devono essere ridondanti o sovrabbondanti. La guerra viene decisa dalle tecnologie missilistiche, dell'intelligence, dalla rete digitale e da piccole squadre mobili. Questa è la punta della lancia, la fanteria con i mezzi corazzati viene dopo, e va ad occupare le posizioni che lascia libere il nemico quando si ritira. La battaglia è fra un esercito che avanza preceduto dagli HIMARS che si muovono a zig zag con velocità, "alla garibaldina", mentre l'altro esercito si ritira, o ripiega.
La guerra per procura trova oggi in Ucraina l'occasione per riscrivere il suo manuale con le tecniche operative più avanzate. Ma soprattutto è ormai chiaro che l'integrazione fra gli americani e gli ucraini ha una "cerniera digitale", e questi ultimi sono gli esecutori di piani, verosimilmente scritti con la consulenza decisiva dei comandi statunitensi.
Un episodio riportato da
ilpost.it è significativo del ruolo meramente esecutivo dei soldati ucraini in questa "guerra procura". Eccolo qui.
Un giornalista del Wall Street Journal che ha potuto trascorrere del tempo con un’unità ucraina che ha a disposizione degli HIMARS ha raccontato alcuni vantaggi del sistema a cui aveva assistito di persona: per colpire obiettivi che erano stati appena individuati da altre unità dell’esercito, sei soldati avevano interrotto la cena solo per pochi minuti, avevano azionato due HIMARS e avevano sparato sette missili, tornando rapidamente a mangiare senza nemmeno aspettare che arrivassero a destinazione, evidentemente sicuri del risultato.
I soldati sono tornati "rapidamente a mangiare" senza neanche aspettare che arrivassero sul bersaglio perché il compito di quei soldati ucraini era solo esecutivo. Bastava premere il bottone: tutto il resto dipendeva da altri. Che potevano essere altre unità ucraine connesse digitalmente, contractors stranieri molto qualificati che prendono dal Pentagono dai mille ai duemila euro al giorno (cfr. Analisi Difesa), satelliti americani, sale operative a migliaia di chilometri di distanza. Sempre connesse digitalmente. La guerra digitale si basa sulla condivisione e il controllo dei dati, su una supervisione che può essere frutto di centri di comando militari esteri. Nella guerra digitale il "dove" è ininfluente. Chi comanda potresti non saperlo neppure e potresti non sapere da dove arrivino i comandi dei bersagli da colpire. Il soldato non sa chi sta veramente sopra di lui. O meglio: lo sa solo nominalmente. Ma non sostanzialmente. Perché il superiore ha, a sua volta, una supervisione digitale di cui potrebbe essere totalmente ignaro. Le operazioni possono essere dirette o supervisionate in un centro di comando USA. In genere il reticolo di comando militare è aderente alla situazione sul campo ma la supervisione digitale è essenziale perché i satelliti fungono da TomTom. E la guerra digitale assomiglia sempre più ad una guerra assistita, come la guida assistita dal TomTom. La guerra può essere eterodiretta, se - come nel caso dell'Ucraina - è una guerra per procura.
Non è più l'eroismo e il valore epico del combattente l'elemento chiave della guerra. Non è più la guerra di Omero. E neanche quella del battaglione Azov. È la guerra del gps e dei satelliti. Delle grandi sale operative che comandano droni, lanciarazzi e soldati. L'elemento chiave è la catena di comando digitale di cui i soldati sono l'ultimo ingranaggio, il loro compito è premere un bottone, fuggire, nascondersi, ripartire ed essere nuovamente operativi evitando di farsi individuare. Il compito dei soldati è fare squadra in una guerra di mobilità continua che ha il suo fulcro nel lanciamissili HIMARS che riesce a surrogare persino l'aviazione.
"Alcune operazioni che prima richiedevano aerei, navi e pesanti veicoli corazzati, come la distruzione di una base nemica, oggi possono essere compiute con la stessa efficacia dagli HIMARS da grande distanza", si legge su ilpost.it.
E poi: "Finora gli HIMARS già a disposizione dell’Ucraina sono stati usati per distruggere centinaia di obiettivi russi, tra cui un gran numero di depositi di munizioni, centri di comando e caserme, snodi logistici e ponti per bloccare l’arrivo di rifornimenti all’esercito in prima linea. Negli attacchi con gli HIMARS sono stati uccisi anche importanti comandanti e ufficiali russi, oltre che molti soldati. Attacchi di questo genere erano serviti inizialmente a fermare l’avanzata russa nella parte orientale dell’Ucraina, ora mirano alle forze russe in ritirata per costringerle ad abbandonare i territori occupati".
I soldati di questa nuova guerra stanno diventando parte di una catena di montaggio, di un taylorismo bellico, che - sotto la spinta dei chip e dei gps - riscrive completamente le regole del successo militare che sempre più si poggia sull'addestramento alle nuove tecnologie digitali. In questa nuova guerra tre soldati su un HIMARS mobile contano più di un intero battaglione e lo mettono in fuga.
Chi vincerà la guerra?
Bisognerà vedere quanto la guerra verrà cambiata da questa innovazione e quali contromisure riusciranno a prendere i comandi russi, di cui sono stati amplificati i punti di debolezza ma che continuano a contare su risorse quantitativamente elevate, difficilmente esauribili, e sulla capacità di colpire ovunque il territorio ucraino. Chi prevede già la vittoria dell'Ucraina dovrà considerare altri fattori, come la capacità dell'economia ucraina di reggere ancora, nonostante gli aiuti occidentali, nonché la capacità dell'Occidente di reggere i colpi della crisi e della grave recessione che l'economia di guerra sta provocando sia nelle fasce sociali alte che in quelle basse della popolazione.
La sopravvalutazione delle capacità militari americane rischia di creare improbabili previsioni di guerra rapida e vincente, previsioni su cui si sono basate purtroppo tutte le guerre che sono durate a lungo, dalla prima guerra mondiale alla guerra in Afghanistan.
Alessandro Marescotti