[Disarmo] Domenica referendum pacifista in Svizzera per vietare il finanziamento della produzione di armi



Già nel maggio del 2019 gli svizzeri avevano espresso un convincimento pacifista approvando con il 63,7% norme restrittive al commercio delle armi.

Fu infatti approvata una modifica limitativa sul possesso di armi, introducendo il divieto per le semi-automatiche dotate di un caricatore di grande capacità.

Adesso si va oltre. Il referendum riguarda il

Divieto di finanziare i produttori di materiale bellico


Sul sito laregione.ch si trovano utili informazioni su questo referendum, e le riportiamo qui di seguito.

Non è già oggi vietato finanziare i produttori di materiale bellico?

In Svizzera si produce e si finanzia materiale bellico (o sue componenti). La fabbricazione, l’esportazione e l’importazione sono soggette ad autorizzazione. Non possono per contro essere fabbricate e finanziate armi atomiche, biologiche e chimiche, né mine antiuomo e munizioni a grappolo. Il divieto di finanziamento prevede però un’eccezione: riguarda i fondi azionari che si sono affermati sui mercati internazionali. Questi possono contenere anche azioni di imprese che, oltre a produrre beni a scopo civile, fabbricano pure armi atomiche o loro componenti. È il caso di Airbus e Boeing, note per i loro aerei.

Cosa cambierebbe con l’iniziativa?

Il divieto di finanziamento attuale verrebbe esteso. Non sarebbe più circoscritto alle armi il cui impiego è oggetto di condanna internazionale (vedi sopra), ma riguardare i produttori di tutti i tipi di materiale bellico (quindi anche carri armati, sistemi di difesa antiaerea, pistole e le loro componenti), ovunque nel mondo. Inoltre, sarebbe proibita anche la detenzione di azioni di imprese che producono materiale bellico, come pure di quote di fondi che contengono tali azioni.

Chi sostiene l’iniziativa?

Tra i partiti soltanto Ps, Verdi e Pev (evangelici). Alcune sezioni cantonali e quella giovanile del Ppd non seguono la parola d’ordine del partito nazionale e raccomandano di votare sì. Anche l’Udc del Basso Vallese e i giovani Plr sciaffusano sono per il ‘sì’. I Verdi liberali grigionesi lasciano libertà di voto. Sostengono l’iniziativa anche l’Unione sindacale svizzera (Uss), il sindacato Vpod e una quarantina di organizzazioni (Solidarité sans frontières, humanrights.ch, ecc.).


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