[Disarmo] Fwd: 75 ANNI FA GLI STATI UNITI D'AMERICA SGANGIARONO LA PRIMA BOMBA ATOMICA




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Da: <beppe.corioni at gmail.com>
Date: gio 6 ago 2020, 13:10
Subject: 75 ANNI FA GLI STATI UNITI D'AMERICA SGANGIARONO LA PRIMA BOMBA ATOMICA
To: DONNE SOTTO LA GRU <permigrantisullegru at gmail.com>


75 ANNI FA GLI STATI UNITI D’AMERICA SGANGIARONO LA PRIMA BOMBA ATOMICA

IL PILOTA DISSE CHE IL CIELO è SERENO SU HIROSHIMA
Fu il texano Claude Robert Eatherly (1918-1978), pilota e meteorologo, a dare il via libera allo sgancio della prima bomba atomica della storia, “little boy”, che colpì Hiroshima il 6 agosto 1945. Earthely aveva solo 27 anni, ma era già un esperto nel suo settore. Quel giorno agì sulla base di considerazioni pratiche e razionali: il cielo era sgombro e non c’erano perturbazioni in arrivo su Hiroshima. Le conseguenze furono devastanti: la bomba provocò la morte immediata di 70mila persone. Altrettante morirono poi a causa delle radiazioni e delle ustioni. Tre giorni dopo un’altra bomba, detta “fat men”, fu sganciata su Nagasaki: 39mila persone furono disintegrate e altre 25mila morirono in modo atroce nei giorni successivi.

             Hiroshima, il momento in cui venne sganciata la bomba atomica ...

BOMBE E PANDEMIE - DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

 

NO ARSENALI PIÙ OSPEDALI !!!

 

Esattamente il 16 luglio di 75 anni fa nel deserto del Nuovo Messico negli Stati  Uniti fu esplosa la prima bomba atomica: : il “Trinity test”, come anticipazione e prova  delle bombe che sarebbero state sganciate tre settimane dopo, il 6 e il 9 agosto 1945, su Hiroshima e Nagasaki. Le vittime furono nell’immediato centinaia di migliaia e, in seguito, per i postumi altre decine di migliaia.

Da allora la corsa omicida alla costruzione di nuovi e più terribili ordigni nucleari non si è mai fermata, fino ad arrivare  a metà degli anni ‘80 a 70.000 testate. Nonostante da più 30 anni sia venuto meno l’alibi della guerra fredda, si continuano a spendere centinaia di miliardi di dollari per progettare, costruire e disseminare bombe sempre più potenti, sofisticate  e “intelligenti”, il tutto per il  mantenimento del dominio delle élite sul resto dell’umanità.

 Lo stato italiano non è estraneo a questa follia e si comporta sia come servo in casa propria sia come padrone all’estero. In Italia, infatti, rinuncia alla propria sovranità concedendo più di 100 basi militari a potenze straniere, Stati Uniti e NATO, nelle quali sono immagazzinate pronte all’uso, a Ghedi e ad Aviano,  almeno 70 bombe atomiche, nonostante l’Italia abbia sottoscritto il trattato di non proliferazione delle armi nucleari. All’estero lo stato italiano è presente con più di 30 basi proprie disseminate in ogni parte del mondo ovunque siano in gioco, secondo i nostri governanti , gli interessi nazionali.

 

Oltre al fatto morale di armare un esercito predisposto per uccidere migliaia di persone, cosa che è già avvenuta e continua ad avvenire (Afghanistan, Iraq, Libia per citare solo alcuni casi), e al fatto che si espone il nostro territorio a sanguinose ritorsioni, è necessario ricordare i costi della politica degli armamenti dello stato italiano: secondo gli ultimi dati ufficiali nel 2019 la spesa militare è stata di quasi 27 miliardi di euro e per il 2020 la previsione è di un aumento di un ulteriore miliardo e mezzo. A tutto questo va aggiunto che vi sono forti pressioni da parte degli USA affinché  l’impegno italiano passi dall'1,4% (vale  a dire 70 milioni al giorno) al 2% del PIL.

 

Come si finanzia il continuo aumento della spesa militare? Riducendo le spese dello stato sociale a partire dalle spese sanitarie: tutti I rapporti sulla spesa pubblica per la salute sottolineano la progressiva riduzione delle spese sanitarie, basti pensare che l'Italia destina alla salute un secco -38% di spesa pubblica rispetto ai principali paesi europei. Negli ultimi dieci anni sono stati tagliati 37 miliardi alla sanità pubblica con la perdita di 70mila posti letto e la chiusura di 359 reparti in vari ospedali, tra cui il Forlanini. Secondo il OMS nel 1980 avevamo 922 posti letto per 100mila abitantinel 2013 solo 275.

 E qui si spiega lo stretto legame fra morti per Covid e spese militari:

quanti dei 35.000 decessi ufficiali a causa della pandemia avrebbero potuto essere evitati in assenza della politica di armamenti e di  aggressioni esercitata dallo stato italiano?

 

È ora di dire basta: basta armi e più salute pubblica! 

É ora di ribellarsi perché chi non si ribella è complice!

                                Coordinamento Bresciano contro la Guerra

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