[Disarmo] Fwd: G7, Merkel rifiuta l’invito della Casa bianca




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Da: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
Date: dom 31 mag 2020, 06:36
Subject: G7, Merkel rifiuta l’invito della Casa bianca
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G7, Merkel rifiuta l’invito della Casa bianca

Affari internazionali. Relazioni tese Berlino - Washington. La cancelliera rifiuta di partecipare al G7 di fine giugno. Motivo ufficiale la pandemia.

Cancelliera tedesca, Angela Merkel 

Cancelliera tedesca, Angela Merkel

Sebastiano CanettaIl ManifestoBERLINO

31.05.2020

30.5.2020, 23:58

«Grazie, ma meglio di no». Angela Merkel respinge con il minimo sindacale della cortesia l’invito di Donald Trump a partecipare al G7 di Washington a fine giugno. Ufficialmente «per la cancelliera sarà impossibile essere presente di persona negli Stati Uniti a causa della pandemia del Coronavirus» spiega il portavoce del governo, Steffen Seibert.

Di fatto, però, il clamoroso rifiuto della cancelliera avviene al termine di una «telefonata burrascosa» con il presidente Usa, come rivela il quotidiano Politico. Ed è l’ennesimo sintomo che le relazioni bilaterali tra Berlino e Washington hanno toccato il minimo storico dai tempi della fine della Seconda guerra mondiale. Al punto che la Germania ha smesso ormai, perfino, di far finta che con il principale alleato Nato sia in corso la normale dialettica tra Paesi amici.

Impossibile definire così, tanto per cominciare, il super-falco Richard Grenell, ambasciatore Usa a Berlino, talmente ingerente negli affari interni della Bundesrepublik che la Linke in Parlamento ne ha chiesto l’espulsione. Ancora più difficile far passare per amichevole il tentato “furto” del vaccino anti-Covid-19 sperimentato nei laboratori tedeschi per metterlo a disposizione degli americani only.

Arduo, infine, fare passare come consiglio tra due Stati partner l’ordine di spegnere sul nascere il dibattito sulla proposta Spd di ritirare le bombe nucleari Usa dalla base di Büchel, in Renania Palatinato.

In questa cornice Merkel oppone il suo rifiuto a mettere la faccia (se non in videoconferenza) sul G7 che Trump vorrebbe riunire a Camp David o alla Casa Bianca per segnare la «normalizzazione» dopo il coronavirus.
È il No del più importante governo europeo, l’unico consultato in anticipo da Washington, trasmesso via addetto stampa. Uno schiaffo all’ambizione di rilancio politico del presidente Usa impegnato nel «ritorno alla Grandezza degli Usa» ma impantanato nella peggiore emergenza sanitaria e con il Paese infetto del razzismo che lui stesso ha inoculato.

Un leader ingestibile dal punto di vista di Berlino, che la cancelliera Merkel sopporta con sempre meno pazienza dopo che ha preso a picconate l’Organizzazione mondiale della sanità (di cui la Germania è il primo contribuente europeo) e minacciato strali sulle fabbriche Volswagen in Nordamerica concorrenti all’industria dell’auto locale.

E infine ieri, secondo Politico, ha sbraitato al telefono i due casi più indigesti a Washington: il raddoppio del gasdotto Nord Stream sul Mar Baltico che Berlino porta avanti con la Russia, e il futuro accordo commerciale tra la Germania e la Cina giunto alle battute finali.

Proprio il gasdotto russo-tedesco è tornato sotto i riflettori della cronaca dopo che questa settimana l’ambasciatore Grenell, sul quotidiano della confindustria, ha minacciato nuove sanzioni contro il Nord Stream invitando il governo Merkel a ripensare radicalmente la sua politica con Mosca.

«La Germania smetta di nutrire la Bestia. E cominci a pagare ciò che deve per le spese dovute all’Alleanza atlantica» è stato il monito del più fedele collaboratore di Trump, come sempre muscolare. Secondo i rumors Grenell dovrebbe lasciare la carica entro la fine del mese, e tornare negli Usa in tempo per organizzare la campagna elettorale per la rielezione del presidente.

Mentre sui social l’ambasciatore si appunta al petto la critica di avere disarticolato la tradizionale relazione con la Germania, postando su Twitter il messaggio inequivocabile: «Fareste un grave errore a credere che la pressione degli Usa sia off. Non conoscete gli americani».