[Disarmo] Fwd: Stati uniti in allerta, 14 caccia russi per Haftar




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Da: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
Date: gio 28 mag 2020, 07:25
Subject: Stati uniti in allerta, 14 caccia russi per Haftar
To: Elio Pagani <ElioPaxNoWar at gmail.com>


Stati uniti in allerta, 14 caccia russi per Haftar

Libia. Washington accusa Mosca di aver inviato a Bengasi aerei da guerra dalla Siria. Ma lo scontro è a parole, le due potenze non vogliono lo scontro. L'obiettivo russo è tenere in piedi il generale sempre più debole

Khalifa Haftar durante un viaggio in Russia 

Khalifa Haftar durante un viaggio in Russia

 © LaPresse

Roberto PrinziIl Manifesto

28.05.2020

27.5.2020, 23:57

L’accusa è grave: 14 aerei da guerra russi sono arrivati nella base aerea libica di al-Jufra lo scorso 21 maggio in sostegno dell’autoproclamato leader dell’Esercito nazionale libico (Enl), Khalifa Haftar. Secondo il Comando Usa per l’Africa (Africom), diversi caccia Mig29 e Su-24 hanno lasciato la Russia «nel corso di vari giorni» di maggio diretti verso la base aerea di Hmeimin (Siria).

Qui i Mig sarebbero stati riverniciati «senza insegne» per poi essere pilotati in direzione prima di Tobruk (est Libia) e poi di al-Jufra. Allegata alle accuse ci sarebbe un’immagine satellitare che dimostrerebbe la presenza dei jet.

«La Russia – ha detto due giorni fa il comandante di Africom Stephen Townsend – sta chiaramente cercando di ribaltare la situazione a suo favore in Libia proprio come ha fatto in Siria». Più duro Jeff Harrigian, comandante delle Forze aeree Usa in Europa: «Se la Russia consolida la sua presenza in Libia, dispiegheremo sistemi d’interdizione aerea ad ampio raggio».

Chiamato in causa, il Cremlino ha ignorato le accuse: «La nostra posizione è nota ed è la fine del bagno di sangue in Libia», ha detto ieri Andrey Krasov, vice capo della Commissione della difesa russa. Parole ripetute anche dal ministro degli Esteri russo Lavrov ad Aguila Saleh, il presidente del parlamento libico (non riconosciuto) di Tobruk.

A lungo gli Usa sono rimasti defilati dalle vicende libiche. Washington alza ora la voce perché Mosca è una sua pericolosa rivale: maggiore è il suo protagonismo, maggiore è l’allerta americana.

Se l’escalation verbale c’è, al momento è difficile credere che possa essere anche bellica, a nessuna delle due superpotenze converrebbe un conflitto in questa fase.

Così come l’arrivo di forze russe pro-Haftar (i mercenari del gruppo Wagner) fa sì irritare i turchi schierati con il Governo d’accordo nazionale (Gna) di Tripoli, ma immaginare un conflitto Ankara-Mosca è tutt’altra storia. Troppi gli interessi in comune, a partire dalla divisione delle spoglie libiche.

L’obiettivo dei russi in Libia è chiaro: non far cadere il loro uomo Haftar. Mosca è consapevole che il generale non ha al momento alcuna possibilità di riprendersi Tripoli e preferisce concentrarsi sulla fase difensiva. Gli obiettivi sono due. Il primo: impedire ai turchi un’eventuale controffensiva fino a Bengasi. Il secondo: compattare il fronte di Haftar affinché non si disgreghi del tutto.

Sia internamente che all’estero si fanno infatti sempre più forti le forze centrifughe: da Saleh che appare disposto ad aprire politicamente a Tripoli, ai suoi due principali sponsor – Egitto ed Emirati arabi uniti – che sarebbero sul punto di dargli il benservito dopo le brucianti sconfitte militari dell’ultimo mese in Tripolitania.

Pur indebolito, però, l’Enl prova ad alzare la testa annunciando di aver abbattuto 3 droni del Gna (uno è un Predator americano) e occupato la zona della Caserma e Kubra al Matar nell’area a sud di Tripoli.