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[Disarmo] Notizie operaie dalla Serbia
- Subject: [Disarmo] Notizie operaie dalla Serbia
- From: jure LT <glry at ngi.it>
- Date: Mon, 11 May 2020 12:52:53 +0200
Dal Sindacato Samolstalni della Zastava di Kagujeva (Serbia).
Lettera da Kragujevac - Serbia
Nei mesi passati il mondo si era concentrato sul Covid, e ora che, almeno in Europa, è
passato il picco dell’epidemia, si cominciano a fare i conti.
Il mondo non sarà più come prima e il futuro non ci offre buone prospettive.
All’inizio si cantava dai balconi, ora si comincia con le critiche ai rispettivi governi.
Sul Covid in realtà non si sa ancora molto, ma quello che sappiamo è che i ricchi saranno
più ricchi e i poveri più poveri.
E come sempre sarà la classe operaia a subirne le conseguenze.
In Serbia il 1. maggio siamo arrivati ai 9.205 contagiati e 179 deceduti. Per contenere il
numero dei contagiati il governo ha fin da subito introdotto misure piuttosto restrittive,
mirate in primis a salvare gli over 65. Per loro, quarantena di 24 ore, per gli altri
coprifuoco, scuole on-line, aperti solo ospedali e farmacie, lavoro da casa ove possibile e
massima sorveglianza nei centri per anziani. Quindi, tutte misure per limitare al minimo i
contatti e nel frattempo attrezzare gli ospedali per ricevere futuri contagiati.
Alla nostra richiesta d'aiuto l’Europa, con ogni Paese chiuso nel suo cortile, è rimasta
sorda. La prima a rispondere è stata la Cina, e poi la Russia. Gli aiuti arrivati dalla Cina,
consistenti in materiale sanitario (respiratori, laboratori, tamponi e sostegno logistico) sono
il risultato del partenariato strategico firmato tra i nostri due Paesi.
D'altro canto, la Serbia è l'unico Paese europeo che non ha votato sanzioni contro la
Russia.
Nel frattempo, dalla Cina sono arrivati gli impianti per la produzione delle mascherine che
poi abbiamo potuto donare anche ad altri Paesi.
Il paziente zero e' arrivato da Milano, e poi l’epidemia si è estesa con l'arrivo di 400.000
persone che lavoravano all’estero. Sono tutti cittadini serbi, in maggioranza quelli che
lavoravano senza assicurazione sanitaria e positivi al Covid.
Però la nostra sanità non e' crollata, grazie alla buona organizzazione.
Il 19 aprile la Serbia ha deciso di non seguire più il protocollo dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità sui tamponi, che prevede 1 tampone negativo e 14 gg di isolamento
a casa. Lo studio cinese dimostra che nel 15% dei casi, dopo 2 tamponi negativi i sintomi
sono tornati.
Il motivo del protocollo OMS deriva dal costo dei tamponi e tende all’alleggerimento del
lavoro del personale sanitario.
Infine e' arrivato anche l'aiuto dalla UE. Si tratta di un aiuto a compensazione.
Il nostro Paese e' candidato per l'accesso alla UE, le cui esportazioni in Serbia non sono
gravate dai dazi doganali, mentre non vale il contrario; per noi quindi si tratta di una
perdita secca. Ci hanno inviato ambulanze prodotte in UE, che noi avremmo potuto
acquistare in Corea in quantità doppia, pagando la stessa cifra. Così non abbiamo avuto
l'aiuto economico a cui abbiamo diritto come candidato, e i soldi sono praticamente
ritornati in UE.
E' successo l’inimmaginabile; Cina, Russia, Cuba e Vietnam stavano salvando il mondo, il
capitalismo ha chiesto aiuto al socialismo, Paesi “non democratici” hanno aiutato Paesi
“democratici’'. (Seguiranno varie teorie complottiste).
La Serbia, che dopo i bombardamenti del '99 ha subito danni per almeno 100 miliardi di
dollari, con 800.000 Serbi arrivati da altre Repubbliche jugoslave in un Paese devastato,
che da anni riscontra un sempre maggior numero di malati di carcinoma, causato dalle
bombe che ci ha regalato la Nato, ha dovuto fare un’altra battaglia contro un nemico
invisibile. Mi chiedo: cosa sarebbe successo in un altro Paese in tali condizioni?
La popolazione ha rispettato tutte le misure di protezione, pur molto restrittive, perchè ha
già avuto una prova nella storia recente, ricorda ancora com'è stare chiusi in casa, il
coprifuoco, le privazioni, la mancanza di lavoro, ecc., ma ora che e' passato il picco, tra i
giovani, stufi di essere chiusi in casa, cresce il malcontento.
Ogni sera alle ore 20.00 tutti applaudono al personale sanitario, alle 20.05 si batte sulle
pentole protestando contro il governo, mentre alle ore 20.30 si fischia contro quelli che
battono sulle pentole (secondo la maggioranza dei mass media questi delle 20.05 sono
orchestrati dall’opposizione). Chi sarà a prevalere lo vedremo alle elezioni, che erano
indette per il 19 aprile, poi sospese fino a fine emergenza.
A Kragujevac 68 contagiati, deceduti 5.
I lavoratori FCK tutti a casa, e in ciò non vi è nessuna novità, erano a casa anche prima
del Covid, idem l'anno scorso con sole 40.000 auto prodotte.
Poche fabbriche hanno continuato la produzione riducendo il personale, compresa la
Siemens con 800 lavoratori, la seconda per numero di addetti dopo FCK.
Tutto l'indotto FCK è fermo. Più in crisi saranno le piccole e medie imprese, molte non
apriranno più, nonostante il programma del governo - salari minimi garantiti per loro nei
prossimi 3 mesi.
E come già detto a risentire le conseguenze dell’epidemia saranno i lavoratori.
Il nemico virus ha costruito muri in Europa, che non è stata in grado di superare l’esame.
Noi lavoratori dobbiamo continuare ad abbattere muri e costruire ponti di
solidarietà, perchè anche questa volta, durante la pandemia, abbiamo potuto verificare
quanto sia preziosa la solidarietà.
Noi uniti dobbiamo ricostruire un’Europa più solidale, con migliori prospettive per le
generazioni future.
Rajka Veljovic
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