[Disarmo] Fwd: [ReteDisarmo] Su Avvenire - Servizio Civile obbligatorio? Prima sia davvero universale.




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Da: Rete Disarmo - Segreteria <segreteria at disarmo.org>
Date: ven 24 apr 2020, 10:18
Subject: [ReteDisarmo] Su Avvenire - Servizio Civile obbligatorio? Prima sia davvero universale.
To: coordinamento Rete Italiana per il Disarmo <coordinamento_RID at googlegroups.com>


su Avvenire pubblicata lettera di Mao Valpiana e me a riguardo del Servizio Civile Universale, con passaggio anche su “Un’altra Difesa è possibile”

in allegato l’articolo nella forma pubblicata, qui sotto il testo della Lettera da noi inviata
un saluto
Francesco



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Caro Direttore Tarquinio,

accogliamo volentieri l'invito ad intervenire nel dibattito su un argomento che ci sta tanto a cuore, grati come siamo alle testimonianze e ai fondamenti ideali che ci hanno dato i pionieri dell'obiezione di coscienza nel nostro paese: Pietro Pinna, Giuseppe Gozzini, Fabrizio Fabbrini, don Lorenzo Milani, Aldo Capitini e tanti altri. Il Servizio Civile anche in declinazione Universale è figlio di quella storia.

Sorge dunque un primo dilemma fondamentale: il servizio civile deve essere volontario o obbligatorio?

Obbligatorio”, risponde Avvenire per voce del suo direttore, "per radicare nei giovani cittadini la consapevolezza che nella condizione stessa della cittadinanza si assommano diritti e doveri". È questa una visione nobile, e non nuova. Ernesto Rossi già nel 1945 nel suo libro/progetto "Abolire la miseria" prevedeva la trasformazione in tempo di pace del servizio militare di leva in servizio civile obbligatorio per tutti i giovani di entrambi i sessi, organizzati in un ‘esercito del lavoro’ da destinare anche al servizio sanitario pubblico. Lungimirante.

Ma le condizioni sociali, giuridiche e politiche del nostro tempo hanno caratteristiche ben diverse. Prima ancora di pensare al servizio civile obbligatorio è fondamentale riuscire a garantire che quello Universale lo sia davvero, cioè che tutti coloro che lo desiderano (circa 100.000 giovani all'anno) lo possano svolgere pienamente e secondo le proprie capacità e aspirazioni. È dunque questione di volontà politica che deve essere esplicitata e di un passo concreto verso un finanziamento pieno di questo istituto. Perché altrimenti anche l'importante e serio dibattito che Avvenire ha voluto rilanciare rimarrebbe solo un esercizio teorico, di interesse per i soli addetti ai lavori e senza quelle ricadute positive sulle vite dei giovani che tutti auspichiamo.

In questo senso ci pare opportuno sottolineare, ancora una volta, che risulta scandaloso ai nostri occhi che ogni anno le reti ed organizzazioni del Servizio Civile (sostenute solo dalla voce di pochi giornali ed esponenti politici) debbano lottare duramente per bloccare l'erosione dei fondi, aggrediti e mai garantiti da governi di tutti i colori politici. Mentre invece i fondi per armi e strutture militare rimangono cospicui, intoccati e in aumento.

Solo dopo un passaggio del genere, con opportuno consolidamento, si potrà ragionare sulla possibilità di una Servizio Civile realmente aperto a tutti, non solo ai giovani dai 18 ai 28 anni ma anche agli anziani e agli adulti intenzionati a chiedere congedo temporaneo o aspettativa dai propri obblighi lavorativi per dedicare una parte della loro vita al bene di tutti, con le garanzie, la formazione e le competenze necessarie. Immaginiamo un Servizio inteso non solo come “politica giovanile”, dunque settoriale, ma come asse portante dell'impegno civico di ogni cittadino: un diritto/dovere di cittadinanza attiva.

L'obbligatorietà del servizio militare (e del servizio civile, dopo la parificazione avvenuta nel 1989) è stata introdotta in Costituzione con l'articolo 52, fino alla sospensione della coscrizione avvenuta con la Legge Martino del 2004. La reintroduzione dell'obbligatorietà del servizio civile pone dunque a nostro parere dei problemi di ordine costituzionale a partire dalla necessità di modificare la seconda parte dell'articolo 52, ripensando completamente il concetto di "difesa della patria". È quello, in fondo, che chiede la Campagna "Un'altra difesa è possibile", con la proposta di istituire un apposito Dipartimento che riunisca sotto un'unica regia tutte le forme di difesa non militare già ora presenti nel nostro ordinamento e operanti sul territorio.

In ottemperanza al principio costituzionale del ripudio della guerra (articolo 11 della Costituzione), al fine di favorire l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale (articolo 2 della Costituzione) e per l’adempimento del dovere di difesa della Patria (prima parte articolo 52 della Costituzione) le nostre Reti ed Organizzazioni di società civile chiedono venga riconosciuta a livello istituzionale una forma di difesa alternativa a quella militare, che chiamiamo proprio “Difesa civile, non armata e nonviolenta”. Questo nuovo Dipartimento per la Difesa civile nelle nostre intenzioni dovrà affiancarsi alla Protezione Civile coordinando il Servizio Civile, i Corpi civili di pace e un Istituto di ricerche sulla Pace e il Disarmo, e avrà forme di interazione e collaborazione con i Dipartimenti della Protezione civile, dei Vigili del Fuoco, della Gioventù e del Servizio Civile.

Ci vuole una visione strategica, una concezione nuova della "difesa" della comunità, per concepire tutta la potenzialità della Difesa civile. In mancanza di ciò è sotto gli occhi di tutti come oggi molti compiti di natura civile (quasi sociale) vengano affidati ai militari (senza preparazione specifica e al di fuori del loro mandato di competenza) solo perché non esiste ancora l'alternativa propria e corretta.

Qualche giorno fa il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha elencato alcuni compiti che nel corso dell'emergenza sono stati affidati all'Esercito: trasporto connazionali dall'estero, trasporto malati in biocontenimento, trasporto materiale sanitario dall'estero nelle varie Regioni italiane, attività di controllo del territorio, produzione di materiale di protezione individuale, consegna delle pensioni a domicilio. Sono queste, evidentemente, tutte funzioni più adatte ad un Corpo civile appositamente formato che a militari in servizio volontario.

Il Servizio Civile, radicato su tutto il territorio nazionale tramite gli Enti e i loro progetti articolati, è la struttura fondamentale attorno alla quale riorganizzare la Difesa dalla patria.



Mao Valpiana

presidente del Movimento Nonviolento


Francesco Vignarca

coordinatore di Rete Italiana Disarmo

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