[Disarmo] Di Corinto cambi mestiere - Re: Fwd: «Il 5G causa il Coronavirus», ma è una bufala




Giornalista Di Corinto, propinatore di fake-news su Il Manifesto, cambi mestiere

In relazione al suo articolo "«Il 5G causa il Coronavirus», ma è una bufala"
uscito oggi e che riporto in calce, links compresi.

Scusate se non sarò breve, ma ci vuole.
Auspico sia chiaro a molti se non a tutti che affermare "Il 5G causa il Coronavirus, ma è una bufala" non può significare che il 5G faccia bene o non faccia male, che sono a loro volta 2 cose diverse. E che non abbia un ruolo nell'aggressività del CoViD-19 è tutto da dimostrare, e poi ci torno, è ancora un'altra faccenda. E spero sia altrettanto palese che tanto vale pure per altre "bufale svelate" dai cacciabufale di professione che sulla "emergenza bufale", vere false o create ad arte, ci campano e ricavano incarichi anche professionali e pure, oggi, ministeriali, come vedremo più avanti. Il signor Di Corinto avrebbe dovuto scriverlo nel suo articolo. Perchè le bufale, o meglio la disinformazione, non si nutre e ci nutre solo di falsi madornali, ma anche di notizie distorte  e soprattutto celate, che sono le più difficili da scoprire, come tutti noi che facciamo informazione "parallela" ben sappiamo. Che non l'abbia fatto già puzza di regime, se non di pipistrello.
Oltretutto il signor Di Corinto ci propina lui stesso una palese fake immediatamente verificabile. Infatti, sul sito da lui indicato e linkato non si legge "Il 5G causa il Coronavirus" ma "Ali Gomaa (famoso sceicco islamico) nel suo programma ha affermato che il 5G potrebbe aver avuto un ruolo nella diffusione di COVID19". Che sono due cose, di nuovo, completamente diverse, visto che vari studi pubblici imputano al 5G e non solo possibili danni alla salute tra i quali interferenze con il sistema immunitario (la Slovenia, rapporti sanitari alla mano, i 7 marzo 2020 ha sospeso il 5G in tutto il Paese e fermato il resto del wifi 4G, 3G, etc. in tutti i luoghi pubblici sensibili come asili e ospedali, e altrettanto si apprestano a fare varii Cantoni svizzeri e altri 14 Nazioni europee, ma questo il nostro mainstream non ce lo dice ma diventa invece una fake-news, e devo dirvelo io). Fornire lui stesso il link utile per prenderlo in castagna equivale ad una dichiarazione di supponenza di superiorità che i costruttori professionali di fakes ostentano quando si candidano ad essere cooptati a fakes-makers ministeriali, vedi un altro campione, il signor Puente stipendiato da Mediaset tramite Mentana (www.open.online), quello che ha messo in lista nera per estremismo sovversivo Manlio Dinucci e Giulietto Chiesa, assieme a molti altri, e ora nominato tra la sporca dozzina del Ministero della Verità dell'azzeccagarbugli Conte. Senza dimenticare l'ultima perla della Lamorgese, che pone tra i problemi di pubblica sicurezza nella "fase 2" dell'emergenza CoViD-19 non meglio definiti "focolai di estremismo politico", appunto. Chiesa e Dinucci e con loro gli atri, da PandoraTV a Byoblu, da Lantidiplomatico a Zerohedge sono avvisati.
L'ultimo paragrafo è una toppa peggiore del buco, anzi un'ulteriore presa per i fondelli: il Garante della Privacy, se avesse una reale capacità e volontà di azione, tutta la succitata banda di terrorizzatori e, loro sì, bufalari, dovrebbe mandarli al confino in blocco.
Va notato pure che nell'articolo siamo trattati tutti ("la maggior parte") da deficienti, giustificando quindi e propalando "al popolo bue" la necessità di qualcuno che vagli e pensi in sua vece cosa esso debba o meno sapere, capire e conoscere, e che ci protegga dall'alto, un infallibile o un Dio che sia. Compreso il Ministero della Verità giustapposta appena costituito ad opera del nostro governo, e al Patto Trasversale della Scienza del telerivenditore di ricette e brevetti BigPharma Burioni. Il che rafforza quanto sopra. Che schifo.

Jure Eler


Il 13/04/20 15:35, Elio Pagani (via disarmo Mailing List) ha scritto:

---------- Forwarded message ---------
Da: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
Date: lun 13 apr 2020, 07:58
Subject: «Il 5G causa il Coronavirus», ma è una bufala
To: Elio Pagani <ElioPaxNoWar at gmail.com>


«Il 5G causa il Coronavirus», ma è una bufala

Hacker's dictionary. Il Poynter Institute ha messo insieme una task force di esperti per combattere le fake news sul Covid-19. Ma è compito di tutti impedirne la diffusione

Arturo Di CorintoIl Manifesto

09.04.2020

8.4.2020, 23:59

«Il 5G causa il Coronavirus». «Bere acqua calda può prevenire l’infezione da COVID-19». «Per tutta l’emergenza il governo registrerà tutti i messaggi di Facebook e WhatsApp».
Create e diffuse sui social queste bufale sono diventate virali sia attraverso la posta elettronica sia con le catene di Sant’Antonio via chat, e per questo il Poynter Institute ha deciso di unire le forze di circa 100 fact checkers provenienti da 45 paesi diversi per smontarle una ad una.

È così che scopriamo che una clip di 20 secondi su Facebook che mostra una donna pakistana in burqa con difficoltà respiratorie proviene dall’India e che non ha il coronavirus. Scopriamo anche non essere vero che «Moglie e figlia del presidente spagnolo sono fuggite a Cuenca per la quarantena». Pure la notizia originata su WhatsApp e diventata virale in Spagna secondo cui «Papa Francesco ha chiesto ai credenti di mettere un fazzoletto bianco sulla porta per scongiurare la peste» è falsa. E poi arriviamo alla bufala più grossa e pericolosa: «Donald Trump annuncia la commercializzazione di un vaccino». Non esiste ancora, ahinoi, un vaccino per il Coronavirus.

Vista la loro diffusione, se ne contano centinaia ogni giorno, è bene ricordare che le fake news non sono frutto di un errore giornalistico, ma sono pensate per manipolare le persone, delegittimare le istituzioni e inquinare il dibattito pubblico. A differenza della satira, della critica, delle opinioni personali, le fake news sono costruite per ingannarci con il racconto di fatti plausibili ma costruiti sulla base di verità parziali ed eventi non verificabili.
Nonostante il loro successo però si possono riconoscere quasi subito. Le fake news che compaiono spesso sui siti acchiappa-click hanno in genere titoli «strillati», costruiti per causare rabbia e indignazione. Chi le scrive punta alla reazione emotiva di chi legge, guarda, ascolta.

Perciò se vediamo una storia che sembra incredibile o scioccante, meglio controllare se altre fonti accreditate la riportano verificando anche il nome dell’autore. Quando i titoli sono gridati, scritti tutti in maiuscolo, col punto esclamativo, diffidate sempre. E se il fatto narrato è davvero accaduto, verificatelo con una veloce ricerca online. A volte si spacciano per nuove le notizie vecchie che, in un contesto diverso, assumono tutto un altro significato. Spesso ci si sofferma solo sul titolo-bomba, che si condivide immediatamente. Una volta letto si capisce che il testo non ha nulla a che fare con il titolo o che la storia è chiaramente falsa e non esistono prove per sostenerla. Anche le foto ritoccate e i meme sono usati per diffondere bufale. E poiché i meme hanno il vantaggio di sintetizzare un universo di significati e di credenze in una sola immagine e uno slogan sovraimpresso, si diffondono anche più facilmente. Ci vuole il buon senso.

Il dramma è che la maggior parte delle persone non è capace di riconoscere le notizie vere da quelle false proprio perché le bufale sono notizie verosimili, talvolta romanzate, e condite da particolari curiosi. Ed è facile credere alle notizie false quando confermano i nostri pregiudizi, consentono di spiegare fatti complessi senza sforzo, giustificano opinioni precedenti o producono un vantaggio sociale. Così, mentre di fronte al virus cerchiamo di proteggerci e di non contagiare gli altri, con la fake news facciamo esattamente il contrario.
Anche la notizia degli hacker che hanno attaccato il sito dell’Inps potrebbe essere una bufala, diffusa però da tv, radio e giornali. In questo caso ce lo dirà il Garante della Privacy.


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