[Disarmo] Aiuti e minacce
- Subject: [Disarmo] Aiuti e minacce
- From: Davide Bertok <davide at bertok.it>
- Date: Sun, 12 Apr 2020 00:26:43 +0200
Qualcuno può dare una lettura un pò diversa a questo articolo? C'è qualcosa che non mi torna.
A parte le minacce (e pare che il giornalista abbia totalmente frainteso il significato), mi sembrerebbero un pò assurde le illazioni sui 120 militari russi in Italia (da un'altra parte, ovvero in una petizione che per ora non ho firmato e non credo firmerò si scrive pure "intervento militare della Russia, un paese straniero, esterno e ostile alla alleanza atlantica (NATO) di cui l’Italia è pedina fondamentale, condotto in piena autonomia sul territorio italiano."), non vedo altri motivi come un'assistenza umanitaria nell'immediato e al massimo dei vantaggi commerciali quando si tratterà di discutere qualcosa in futuro (ad esempio la fornitura di gas all'Italia).
Grazie,
Davide
    
https://www.repubblica.it/politica/2020/04/04/news/russia_italia_jacopo_iacoboni-253071519/
La Russia minaccia un giornalista italiano: "Chi scava la fossa ci cade dentro"
Il cronista Jacopo Iacoboni attaccato per il suo lavoro dal portavoce del ministro della Difesa di Putin. Di Maio e Guerini: "Alla Federazione diciamo grazie per gli aiuti ma l'informazione è un valore fondamentale"
ROMA - La difficile coesistenza tra la Russia di Putin e la libertà di stampa questa volta ha travalicato i confini della Federazione per deflagrare in Italia. Un generale al servizio dello "zar" di Mosca, e del ministero della Difesa in particolare, censura e minaccia pesantemente il quotidiano La Stampa e il giornalista che ha firmato una serie di inchieste pubblicate sugli aiuti sanitari (con supporto militare) spediti nel nostro Paese. Diventa un caso diplomatico che costringe il governo a intervenire.
      I fatti. Il giornale
          torinese da fine marzo pubblica tre servizi di Jacobo
            Iacoboni con cui vengono posti parecchi
          interrogativi sulle reali finalità e soprattutto
          sull'effettiva utilità degli aiuti inviati da Mosca per
          l'emergenza coronavirus.
          
          L'attenzione è centrata sui 120 militari russi che compongono
          la missione anti-Covid19 e sulle forniture recapitate,
          definite "inutili all'80%". Nei giorni scorsi vengono
          formalizzate le proteste dell'Ambasciata russa a Roma e del
          ministero degli Esteri. Finché giovedì sera, dal ministero
          della Difesa di Mosca, non parte il comunicato stampa del
          portavoce, il generale Igor Konashenkov.
      Nel documento si
            sottolinea come gli epidemiologi militari russi "stanno
            debellando il Covid 19 in 65 case di riposo di Bergamo,
            assieme ai loro colleghi italiani". Poi il documento si
            occupa del quotidiano italiano, accusato di "russofobia" e
            di propagare "fake news".
            
            Si allude a anche a presunti "committenti della russofobia
            de La Stampa". Ma soprattutto il generale chiude
            la sua nota con una citazione dai toni alquanto minacciosi:
            "Qui fodit foveam, incidet in eam: chi scava la
            fossa in essa precipita". Quanto di più sinistro si possa
            leggere, da un portavoce del governo di un Paese accusato
            più volte di avere inquietanti precedenti nei rapporti con
            la stampa dissidente.
            
            Interviene il direttore Maurizio Molinari,
            parlando di "mancato rispetto per il diritto di cronaca" e
            di "espliciti insulti". Generale l'indignazione del mondo
            politico (tranne che da Lega e Fdi). Il Cdr di Repubblica
            esprime vicinanza a Iacoboni e alla sua redazione e parla di
            "attacco al ruolo della libera stampa".
      Da più parti
              viene invocato un intervento del governo, che alla fine
              arriva anche dopo un contatto e un chiarimento tra il
              premier Giuseppe Conte e il presidente Vladimir
                Putin. "L'Italia è grata per gli aiuti della
              Russia", si legge in una nota dei ministeri della Difesa (Guerini)
              e Esteri (Di Maio) in cui si elencano uno
              per uno quegli interventi. "Non si può, allo stesso tempo,
              non biasimare il tono inopportuno di certe espressioni. La
              libertà di espressione è valore fondamentale del nostro
              Paese". Il caso, per il momento, viene chiuso così.
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