[Disarmo] il sogno europeo da reinventare



DA PARTE DI ALFONSO NAVARRA 


L'amico Tiziano Cardosi segnalandomi il link alla traduzione di un articolo che alcuni economisti capeggiati da Brancaccio hanno scritto sul Financial Times mi ha stimolato alcune brevi riflessioni.
Tiziano accompagnava il suo post con la seguente osservazione: " Mi pare già incredibile che sul FT e sul Sole24ore si pubblichino articoli del genere; forse i tempi potrebbero contenere cambiamenti possibili".
Si', sono tempi di crisi che aprono la porta a bivi verso strade nuove e di radicali prese di distanza dalla situazione presente...

https://www.economiaepolitica.it/l-analisi/coronavirus-ed-economia-italia-cina-cinese-mondiale-effetti-economici/

Secondo Conte, nella risposta alla pandemia mondiale, l'Ue "non deve rimanere indietro rispetto alla concorrenza di Stati Uniti e Cina" che, per far fronte all'emergenza, hanno attuato misure del valore pari al 13% del loro Pil. Per questo, Conte ha chiesto di allentare le regole fiscali anche in Europa: "Una rapida ripresa è meglio per tutti". Ma, per riuscirsci, "tutti i popoli d'Europa devono aiutarsi a vicenda", perché nessuno stato può trarre vantaggio se l'Ue si indebolisce.

Ecco le parole esatte di conte nell’intervista rilasciata alla BILD ZEITUNG (8 aprile 2020): 

"In Germania potete avere tutto lo spazio fiscale che volete ma non potrete mai pensare di affrontare un'emergenza sanitaria, economica, sociale di così devastante impatto con il vostro spazio fiscale. È nell'interesse reciproco che l'Europa batta un colpo, che sia all'altezza della sfida, altrimenti dobbiamo assolutamente abbandonare il sogno europeo e dire ognuno fa per sé ma impiegheremo il triplo, il quadruplo, il quintuplo delle risorse per uscire da questa crisi e non avremo garanzia che ce la faremo nel modo migliore, più efficace e tempestivo". 

Il ragionamento di Conte in sostanza è che se l'Europa non si darà strumenti finanziari all'altezza della sfida, come gli Eurobond, l'Italia sarà costretta a far fronte all'emergenza e alla ripartenza con solo le proprie risorse. Ma le risposte nazionali rischiano di essere meno efficaci rispetto ad un'azione coordinata europea e possono mettere a repentaglio il sogno europeo.

Mio commento personale: forse proprio la gravità della crisi e l’esigenza di un “dopo” che eviti il “prima” che l’ha causata richiederebbero di andare ben oltre rispetto alla proposta di un semplice “allentamento” delle regole UE attuali. Bisognerebbe proprio cambiarle queste regole, mirando a sottrarre tutta l’area europea alla finanziarizzazione globale (il sistema del dollaro) e a perseguire un Green Deal “ambizioso” al punto da abbattere il potere degli oligopoli (a partire da quelli del digitale, ma anche quelli dei complessi militari-energetici) con una conversione ecologica che includa la ripubblicizzazione delle reti e delle infrastrutture, dei grandi servizi pubblici (sanita’, formazione …) e della protezione sociale (rilancio del welfare).

Bisognerebbe pensare ad un’Europa democraticamente integrata che, nel solco del nuovo mondialismo ecologico della terrestrita', guardano ad una realtà internazionale che affermi la forza del diritto e dei diritti, superi l’occidentalismo neocoloniale (la NATO va sciolta!) e guardi a un grande spazio di cooperazione rafforzata euromediorientale ed euroafricana, ad un cosviluppo ecologico Nord-Sud su basi paritarie, alla Mattei, per fare un precedente storico, ma ribaltato: non energie fossili (o nucleari) ma rinnovabili. In questa prospettiva chi fugge dalle guerre e dalle difficolta’ economiche, nonché dai disastri ambientali, non va trattato come un "invasore" (o un "untore"!) contro cui ergere muri ma come l’ambasciatore di una nuova alleanza, quindi accolto con i guanti bianchi, seguendo il “modello Riace”.

Il documento delle 60 organizzazioni, sottoscritto anche dai Disarmisti esigenti, su come “ricostruire il mondo” e’ pieno di bei concetti e di buona volontà, ma temo troppo generico e senza una vera meta comune verso cui si possano fare convergere i diversi percorsi delle resistenze particolari che desidera mettere insieme.

(Si vada su: https://stop-ttip-italia.net/2020/04/06/ricostruire-mondo-dopo-la-pandemia/)

Bisognerebbe compiere un salto di qualità e da questo punto di vista il progetto di mettere insieme una coalizione “Si’-amo la Terra” mi sembrava e mi sembra una base piu’ avanzata di quanto non si riesca a indicare con le iniziative più caratterizzate in senso testimoniale di adesso.