[Disarmo] CoViD o Guerra: STOP sanzioni ILLEGALI - Richiesta all'ONU di Cuba, Venezuela, Siria, Iran, Cina, RDP Corea, Nicaragua, Russia
- Subject: [Disarmo] CoViD o Guerra: STOP sanzioni ILLEGALI - Richiesta all'ONU di Cuba, Venezuela, Siria, Iran, Cina, RDP Corea, Nicaragua, Russia
- From: jure LT <glry at ngi.it>
- Date: Sat, 4 Apr 2020 00:45:25 +0200
Già in tempi di calma apparente d'usuale prepotenza dello Stato potente su quello debole, o del consorzio storicamente egemone sugli Stati emergenti, la guerra asimmetrica a bassa intensità è insopportabile eticamente, senza dubbio politicamente, oltre che illegale secondo il diritto internazionale, e andrebbe sanzionata come crimine genocida.
In tempo di Co.Vi.D.-19 mantenere le illegali sanzioni unilaterali USA-UE - embargo, bloqueo e destabilizzazioni politico-socio-economiche basate su pretese strumentali violazioni diritto-umanitarie, e diffamazioni e criminalizzazioni farlocche di Stati, leader, classi dirigenti, sistemi politici 'non conformabili' - equivale ad usare la Pandemia come strumento di guerra.
Jure
“Si revochino le
          sanzioni illegali”: 
      
    appello di Cina, Russia, Cuba, Venezuela, Nicaragua, RPD di Corea, Siria e Iran al Segretario Generale dell’ONU
di Mauro
            Gemma per Marx21.it
      
      I
          rappresentanti permanenti presso le Nazioni Unite di Cina,
          Russia, Cuba, Venezuela, Nicaragua, RPD di Corea, Siria e Iran
          si sono appellati congiuntamente al Segretario Generale
          dell’ONU António Guterres chiedendo la "revoca totale e
            immediata" delle misure unilaterali coercitive a loro
            imposte dallo schieramento imperialista (USA/UE/NATO)". 
          
        Nella
          lettera si afferma che tali misure "sono illegali e
            violano palesemente il diritto internazionale e la Carta
            delle Nazioni Unite”. 
        
Nel loro insieme le sanzioni imperialiste colpiscono
            un terzo degli abitanti dell’intero pianeta.
        
        I
          firmatari della missiva, datata 25 marzo, fanno riferimento al
          contesto creatosi in seguito alla crisi scatenata dal
          propagarsi della pandemia del Coronavirus in tutto il mondo:
          “Seguiamo tutti da vicino gli eventi relativi al COVID-19, la
          sua rapida diffusione e il gran numero di vittime umane che ha
          causato finora, così come le sue ripercussioni nei paesi
          colpiti, in particolare tra i settori più vulnerabili della
          società. Questa è senza dubbio la più grande emergenza per la
          salute pubblica del nostro tempo, che, nonostante si verifichi
          quando il multilateralismo è sotto attacco, offre
          un'opportunità unica al multilateralismo e al suo
          rafforzamento in questo momento di crisi globale e incertezza
          ».
          
        I
          rappresentanti dei paesi sottoscrittori ricordano che i loro
          governi "hanno agito responsabilmente, anche adottando le
          misure precauzionali necessarie per contenere la diffusione e
          per combattere il COVID-19", e hanno approntato "piani di
          emergenza per garantire il funzionamento dei servizi di base e
          dei sistemi di risposta alle emergenze nella situazione
          attuale » e che stanno lavorando e per rafforzare i programmi
          di cooperazione con l’ONU , nonché con altri partner “allo
          scopo di trarre insegnamenti dalle loro esperienze,
          condividendo le pratiche più efficaci».
          
        Questi
          paesi riconoscono che c'è ancora molto da fare perché la
          battaglia abbia successo: “Oggi abbiamo un nemico comune: il
          COVID-19. Ed è tempo di prepararsi, procedere e aumentare gli
          sforzi. I nostri governi hanno la volontà politica e morale di
          muoversi in questa direzione; i nostri medici e i
          professionisti dei nostri sistemi sanitari sono pienamente in
          grado di rispondere in questo momento a tutte le necessità; e
          i nostri popoli sono pronti a fare la loro parte, poiché
          sappiamo tutti che questo momento storico richiede il massimo
          livello di solidarietà, cooperazione e collaborazione
          reciproca. Tuttavia, dobbiamo riconoscere che si tratta di
          un'azione difficile, se non impossibile, per i paesi che
          devono far fronte all'applicazione di misure unilaterali
          coercitive, che sono illegali e violano palesemente il diritto
          internazionale e la Carta delle Nazioni Unite ».
          
        La
          lettera sottolinea "l'impatto distruttivo di tali misure a
          livello nazionale, che, insieme alle sue implicazioni
          extraterritoriali, ostacola, tra le altre cose, la capacità
          dei governi di accedere regolarmente al sistema finanziario
          internazionale e al libero scambio. In tal modo vengono minati
          gli sforzi compiuti dai governi per attaccare il COVID-19, in
          particolare per quanto riguarda l'acquisizione efficace e
          tempestiva di attrezzature e forniture mediche, comprese le
          apparecchiature e i medicinali, che sono vitali per il
          trattamento dei pazienti, come recentemente è stato
          riconosciuto dal Direttore Generale dell'OMS. Inoltre, le
          sanzioni hanno anche un effetto negativo diretto anche sui
          diritti umani alla vita, alla salute e all’alimentazione per i
          popoli ad esse soggetti. Queste misure influenzano quella
          cooperazione e quella solidarietà che devono prevalere tra le
          nazioni ».
          
        Per
          questo motivo, i governi cinese, russo, cubano, venezuelano,
          nicaraguense, nordcoreano, siriano e iraniano, allo scopo di
          garantire una risposta completa ed efficace di tutti i membri
          della comunità internazionale al COVID-19, si appellano al
          Segretario Generale delle Nazioni Unite affinché solleciti "la
          revoca totale e immediata di tutte le misure di pressione
          economica illegale, coercitiva e arbitraria", in coerenza con
          i principi consolidati delle Nazioni Unite.
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