[Disarmo] Fwd: [ReteDisarmo] COMUNICATO - Riparte la produzione degli F-35: decisione inaccettabile sulla pelle dei lavoratori di Cameri




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Da: Rete Disarmo - Segreteria <segreteria at disarmo.org>
Date: lun 30 mar 2020, 14:36
Subject: [ReteDisarmo] COMUNICATO - Riparte la produzione degli F-35: decisione inaccettabile sulla pelle dei lavoratori di Cameri
To: coordinamento Rete Italiana per il Disarmo <coordinamento_RID at googlegroups.com>


Riparte la produzione degli F-35: decisione inaccettabile sulla pelle dei lavoratori di Cameri

 

Da oggi è ripartita nello stabilimento di Cameri la produzione dei cacciabombardieri F35

Nonostante le richieste di questi ultimi giorni delle nostre campagne e reti, da associazioni ed organizzazioni della società civile il gruppo Leonardo ha deciso - sfruttando il consenso preventivo e “in bianco” ottenuto dal governo - di riaprire lo stabilimento di assemblaggio e certificazione finale in provincia di Novara, con circa 200 operai presenti.

E' inaccettabile che - rischiando di far ammalare centinaia di lavoratori - sia stata presa la decisione di continuare le attività industriali relative a un cacciabombardiere d’attacco che può trasportare ordigni nucleari: non è certamente una produzione essenziale e strategica per il nostro Paese, in particolare in questo momento di crisi sanitaria.

Leonardo fornisce come motivazione il rischio che - in caso di sospensione delle attività -  si possano perdere commesse e posti di lavoro. Giustificazioni risibili e poco realistiche: le commesse in corso sarebbero solo sospese ed inoltre con tutto il mondo fermo per coronavirus è difficile ipotizzare che si realizzino fantomatiche cancellazioni motivate da semplice ritardo. Ne deriva dunque anche la falsa motivazione legata alla perdita di posti di lavoro, che invece è il solito stratagemma del “ricatto occupazionale” da sempre utilizzato dall’industria militare. E comunque si tratterebbe dello stesso rischio che stanno vivendo migliaia di imprese e milioni di lavoratori e professionisti che sono a casa seguendo correttamente le indicazioni di distanziamento sociale del governo ma che rischiano di finire in cassa integrazione e poi - magari - di perdere davvero il posto di lavoro.

Mentre il Paese avrebbe bisogno di mascherine, ventilatori, professionalità e materiale sanitario si rischia di far ammalare i lavoratori per un cacciabombardiere. Una scelta sbagliata e inaccettabile.


 

Roma, 30 marzo 2020

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