[Disarmo] Fwd: Rotondella. Nucleare, il monolite atomico finalmente 'in gabbia'
- Subject: [Disarmo] Fwd: Rotondella. Nucleare, il monolite atomico finalmente 'in gabbia'
- From: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
- Date: Fri, 20 Dec 2019 09:58:33 +0100
Da: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
Date: gio 19 dic 2019, 14:54
Subject: Rotondella. Nucleare, il monolite atomico finalmente 'in gabbia'
To: Elio Pagani <ElioPaxNoWar at gmail.com>
Nucleare, il monolite atomico finalmente 'in gabbia'
Dopo 12 anni di lavori Sogin ha messo in sicurezza una massa radioattiva da 130 tonnellate e 1 terabequerel di attività che era stata interrata nel sito di Rotondella (Matera). Dissepolta, sezionata, incapsulata in acciaio è ora sotto controllo: ma il deposito nazionale resta ancora da fare. Per colpa della politica
Rotondella (Matera) 18 dicembre 2019 - L'hanno chiamato “il monolite”. E' una massa di 130 tonnellate e 54 metri cubi di rifiuti radioattivi a media attività annegati in malta cementizia armata che furono sepolti - secondo la normativa dell'epoca - in quattro pozzetti a 6,5 metri di profondità in quella che il centro Enea Itrec di Rotondella chiamava “fossa 7.1”. Il “monolite” è una butta bestia, contiene circa un terabequerel di radioattività - filtri dell'impianto di trattamento dell'acqua delle “piscine”, teste e puntali delle barre combustibile e altri materiali radioattivi, con contaminazione da cesio e stronzio soprattutto - e nel tempo era una minaccia potenziale. Da ieri, al termine di una attività condotta da Sogin nell'arco di 12 anni e costata 12 milioni di euro (la messa in sicurezza del sito di Rotondella ne costerà complessivamente 220-230 ndr), il “monolite” è finalmente in sicurezza.
La Fossa 7.1 era stata progettata dall'Enea per essere definitiva, ma alla luce delle moderne prassi di radioprotezione non poteva esserlo. Quando nel 2003 Sogin - società pubblica - ebbe l'incarico di avviare il decommissioning delle quattro ex centrali e dei siti nucleari italiani, come Rotondella, fu progressivamente chiaro che la “fossa 7.1” andava rimossa e i suoi rifiuti radioattivi messi in sicurezza. L'impresa era senza precedenti, anche perchè la struttura non era progettata per essere rimossa e non si sapeva con certezza cosa ci fosse dentro. “La completa e definitiva rimozione del monolite - osserva presidente di Sogin Luigi Perri - è stata un'impresa ingegneristica unica. L'Italia ha iniziato per prima a implementare il decommissionig e si è trovata ad affrontare sfide nuove. Il risultato costituisce una buona pratica di bonifica”. Ed erano sfide davvero complesse e costose. “La sfida era rendere recuperabile qualcosa che non lo era - dice l'ingegner Emanuele Fontani, oggi ad di Sogin ma dal 2010 a Rotondella e poi ad di Nucleco incaricata di operare sul “monolite” - una sfida molto difficile da realizzare. Al momenti dissi: non ce la faremo mai. E invece giorno dopo giorno mi sono reso conto che era possibile, e così è stato”.
Certo, adesso resta il problema - enorme - della costruzione del deposito nazionale di stoccaggio dove conferire i materiali oggi presenti nei vari siti gestiti da Sogin. “Siamo in fase di validazione della carta Cnapi dei siti idonei - osserva l'ad di Sogin - il deposito è previsto per il 2025, e facendo le corse saremmo ancora in tempo”. Il problema è la politica, che non vuole assumersi l'onere di scelte impopolari. E cosi i rifiuti radioattivi - come il “monolite” suddiviso in quattro e incapsulato e le 64 barre uranio-torio della centrale americana di Elk River che si trovano a Rotondella - resteranno dove sono. In sicurezza (le barre di Elk River saranno trasferite entro 2-3 anni in contenitori a secco adeguati), ma ancora precari per chissà quanto tempo.
In attesa del deposito nazionale di superfice, che ospiterà rifiuti nucleari a bassa e media attività, resta irisolto a livello modiale il tema del deposito geologico profondo, per le scorie ad alta attività. ''Teoricamente potrebbe sorgere anche in Italia, ma solo teoricamente. Ci sono paesi - osserva Fontani- che hanno una cultura nucleare più aperta dell'Italia. L'Italia ha fatto una scelta con Chernobyl e il referendum. Se posso dare la mia opinione personale credo che l'Italia avrà grosse difficoltà ad ospitarlo ma potrà avere un ruolo nell'individuare un accordo con altri paesi per potere realizzare un deposito comune''.
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