Autoreferenziale? Non abbiamo bisogno di dei o guide, non ci serve:
serve il testo preciso di ciò che Zanotelli ha detto.
Jure
Il 13/11/19 11:43, Comitato Paul
Rougeau (via disarmo Mailing List) ha scritto:
Non c'è pacifista e persona migliore di Alex Zanotelli, tra
l'altro socio onorario del Comitato Paul Rougeau.
Giuseppe Lodoli
Il 12.11.2019 19:59 maurizio marchi ha scritto:
elio, cerca di ottenere una versione veritiera
dell'intervento di Alex
L'attacco choc di padre Zanotelli: "A
Nassiriya nessun martire"
di Sergio Rame
12
Novembre 2019 - 15:23 - Il Giornale
Il prete
insulta gli italiani morti a Nassiriya: "Erano lì
solo per difendere il petrolio". L'ira di La Russa:
"Queste parole sono bestemmie". Salvini pronto a
scrivere in Vaticano
Parole di una violenza inaudita quelle
pronunciate oggi ai microfoni dell'agenzia AdnKronos padre Alex
Zanotelli, missionario e pacifista che si è più volte schierato
contro Matteo Salvini. "I militari
vittime dell'attentato a Nassiriya non
andrebbero definiti 'martiri'", ha detto
nel giorno in cui si ricorda l'attacco alla base
Maestrale in cui morirono diciannove italiani (dodici
carabinieri, cinque soldati e due civili). "Noi
- ha continuato - eravamo lì per difendere con le
armi il nostro petrolio". "Preti così
possono far perdere la fede", ha subito
ribattuto il vicepresidente del Senato, Ignazio La
Russa, invitando apertamente papa Francesco a "esaminare
le parole" pronunciate dal prete. E il
leader della Lega, Matteo Salvini, promette di
scrivere in Vaticano: "Questo signore non sa
quello che dice, dovrebbe vergognarsi e chiedere
scusa ai parenti dei nostri morti".
L'attacco choc di padre Zanotelli
A poche ore dall'attacco dei militari
italiani in Iraq e,
soprattutto, nel giorno in cui l'Italia ricorda i caduti a
Nassiriya, padre Zanotelli rilascia una
intervista al vetriolo contro i soldati in missione
all'estero. "L'Iraq è davvero una grande
patata bollente", tuona ai microfoni dell'AdnKronos invitando
il governo a chiamarsi fuori da quel conflitto. "Non
possiamo più stare in un Paese che abbiamo
contribuito a distruggere", accusa il
sacerdote puntando il dito contro lo Stato italiano
reo di aver partecipato a una guerra "completamente
ingiusta, tutta costruita sulle menzogne
dell'Occidente". "Il popolo è stato
annientato, tutte le relazioni sono saltate",
incalza ancora invitando, quindi, il governo
giallorosso e la comunità internazionale a far
rientrare tutti i contingenti militari ancora
presenti sul territorio. "Servono ben altre
presenze per ricostruire quel territorio e
rimettere in piedi quella società".
Per padre Zanotelli, poi, anche i militari
che il 12 novembre 2004 sono stati ammazzati
nel drammatico attentato a Nassiriya, non
andrebbero definiti "martiri". "Noi
eravamo lì per difendere con le armi il
nostro petrolio - attacca - guardiamoci in
faccia e diciamoci queste cose, anche se
purtroppo in Italia sembra impossibile dirlo
e costa una valanga di insulti... ma è
questa la cruda verità".
Nell'intervista all'AdnKronos il prete non ha
filtri e getta fango su tutti: "Cosa ci
stanno a fare, ancora oggi, i soldati
italiani in Iraq, come del resto anche in
Afghanistan? Noi occidentali li aiutiamo a
fare la guerra all'Isis? Ma
se in Siria abbiamo abbandonato i curdi, che
hanno davvero lottato contro l'Isis...".
L'ira del centrodestra
Le parole pronunciate da padre Zanotelli non
possono certo passare inosservare. Non solo
calpestano l'impegno del nostro Paese per
mantenere la pace in un Paese fiaccato dagli
scontri interni e dagli attentati
islamisti, ma gettano anche odio e
livore contro militari e civili che hanno dato
la propria vita per difendere questi ideali.
Il deputato della Lega, Gianni Tonelli, fa
notare all'AdnKronos che la Chiesa
sta vivendo "un travaglio fortissimo".
E punta il dito contro "sacerdoti senza
il senso della misura e dell'opportunità che
anziché predicare il Vangelo e difendere i
valori cristiani si gettano con irruenza
nella mischia politica abbandonandosi a
posizioni e interventi degni di un centro
sociale". Per Giuseppe Moles,
vicecapogruppo di Forza Italia al Senato, è "inutile
stupirsi delle indegne parole di questo
pretucolo politicante con la kefiah". "Anche
oggi non perde l'occasione per cercare di
avere un pò di visibilità anzichè stare per
la prima volta zitto - incalza poi - lo fa
offendendo la memoria di italiani in divisa".
Per Francesco Lollobrigida di Fratelli
d'Italia, poi, certe dichiarazioni "non
offendono solo la memoria delle vittime
della strage, ma infangano
il lavoro quotidiano di chi indossa una
divisa e ogni giorno, in Italia come
all'estero, rischia la propria vita per la
sicurezza e la libertà di tutti noi.
Zanotelli compreso".
I distinguo della sinistra
Anche dalla maggioranza giallorossa sono
arrivate prese di posizione contro padre
Zanotelli. Ovviamente sono state mediate dai
soliti distinguo. "Martiri? Non
saprei...", commenta il piddì
Emanuele Fiano. Che poi si fionda a dire: "La
lotta contro l'Isis è una lotta giusta".
Anche in area Cinque Stelle i toni non sono
diversi. Giovanni Luca Aresta, membro della
Commissione Difesa di Montecitorio, invita,
per esempio, a distinguere "tra il
giudizio politico e storico sulla
partecipazione dell'Italia alla guerra
contro l'Iraq nel 2004 e il sacrificio dei
militari italiani a Nassiriya". "Quanto
al primo aspetto il nostro giudizio è che la
guerra fu un tragico errore - attacca - non
c'erano armi di distruzione di massa e le
conseguenze dell'invasione militare ci hanno
consegnato un Iraq spaccato per via settaria
e preda di Al Qaeda e poi di Daesh (Isis)".
Poi, però, commenta: "Il sacrificio dei
militari, che sono stati mandati li dal
Governo dell'epoca, è altra cosa e merita il
rispetto che gli stiamo tributando. La
critica, anche feroce, può essere fatta ai
governi ma non certo ai nostri militari".
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Commenti
Giorgio Colomba10 minuti fa
Dalle
alte sfere vaticane nemmeno un flatus vocis
a rompere l'assordante afasia bergogliana?
ierofante13 minuti fa
Ha
semplicemente detto la verità: i ns militari
erano in Iraq a difendere gli interessi
economici dell'occidente. Del resto se un
militare deceduto durante lo svolgimento
della propria attività professionale viene
definito martire, lo stesso appellativo deve
spettare a tutti coloro che muoiono a causa
del loro lavoro qualunque esso sia,
dall'imbianchino che cade dalla scala
all'agricoltore schiacciato dal trattore.
dredd14 minuti fa
Vergognati
cir15 minuti fa
laval
Mar, 12/11/2019 - 15:50 ; Cristo d il
cattolicesimo sono due cose ben diverse.
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