[Disarmo] Fwd: Trump contro Bezos: tutti i motivi dietro lo schiaffo del Pentagono ad Amazon




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Da: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
Date: lun 28 ott 2019, 13:34
Subject: Trump contro Bezos: tutti i motivi dietro lo schiaffo del Pentagono ad Amazon
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Trump contro Bezos: tutti i motivi dietro lo schiaffo del Pentagono ad Amazon

dal nostro corrispondente Riccardo Barlaam
27 Ottobre 2019

NEW YORK - Il Pentagono ha scelto Microsoft per i servizi di cloud computing. Un lucroso e contratto di fornitura da 10 miliardi di dollari in dieci anni. Amazon era favorita per l'aggiudicazione dell’asta. Donald Trump non ha mai fatto mistero della sua ostilità verso Jeff Bezos: l'uomo più potente degli Stati Uniti e forse del mondo contro l'uomo più ricco del pianeta.

1) Bezos uomo dai superpoteri
Bezos controlla il 40% dell'e-commerce Usa: la sua società vende 6 milioni di oggetti al secondo. Aws, la divisione dei servizi web, controlla oltre metà del mercato Usa del cloud computing: istituzioni, grandi aziende come Unilever e General Electric e persino la Cia, affidano i loro dati ai server Amazon. Il 42% delle vendite di libri e un terzo del mercato dello streaming video sono controllati dal gruppo di Bezos. Ultimo ma non ultimo, il Washington Post, il giornale della politica e della capitale, accusato da Trump, assieme a Cnn e New York Times, di essere di parte e produttore in serie di “fake news”, acquistato da Bezos nel 2013: dal 2016 il Post è tornato a essere in utile e nei sei anni della sua gestione la newsroom è passata da 500 a 850 persone.
Nel 2013 la Cia decide di affidare i suoi dati di intelligence ai servizi cloud di Amazon: un contratto da 600 milioni di dollari. Da allora le spese di lobbying di Amazon a Washington aumentano del 470%. Negli anni di Obama le big tech hanno conosciuto un vero e proprio boom e Amazon ne ha tratto enormi benefici. Nel 2017 Bezos entra a far parte del panel di consulenza del dipartimento della Difesa sulla tecnologia. Nell'autunno dello stesso anno il Pentagono annuncia il progetto Jedi, ossia Joint Enterprise Defense Infrastructure. Piano per migrare tutti i dati della Difesa su una “nuvola” centralizzata, in modo da poter utilizzare in modo più agevole l'intelligenza artificiale e comunicare anche da campi di battaglia distanti. Amazon è favorita.

2) Tutti contro tutti
A inizio anno il Pentagono fa sapere che sceglierà una sola società per il progetto Jedi. I concorrenti di Amazon come Ibm, Microsoft e Oracle si scatenano per fare lobbying e per mostrare gli strani legami tra la società di Bezos e il Pentagono, tra cui quello di assumere come consulente uno degli addetti al progetto Jedi.
Oracle racconta tutta la storia del conflitto di interessi di Amazon in un report con tanto di grafici, intitolato: “A Conspiracy to Create a Ten Year DoD Cloud Monopoly”. Ad aprile la ceo di Oracle Safra Catz cena con Trump. Oracle ha sempre negato di aver consegnato il documento alla Casa Bianca, ma una copia finisce nelle mani di Trump.

3)La vittoria di Microsoft
A luglio Trump in conferenza stampa annuncia un'indagine interna sulla gara d'appalto per Jedi, dicendo che aveva ricevuto dei reclami dai concorrenti di Amazon, affidando al nuovo segretario alla Difesa Mark Esper lo spinoso dossier. Esper all’inizio della scorsa settimana si è tirato fuori da questo procedimento per un potenziale conflitto di interesse, dopo che Ibm ha confermato di aver assunto suo figlio a febbraio come “digital strategy consultant”, anche se il suo ruolo non è legato al progetto Jedi.

In questa storia da tutto il mondo è paese alla fine l'ha spuntata Microsoft, in forte crescita proprio per la strategia del suo ceo Satya Nadella che tre anni fa ha scommesso su Azure, la sua divisione cloud (+36% di crescita per 11,6 miliardi nell'ultima trimestrale appena pubblicata, prima dell'annuncio del Pentagono). Nella nota della Difesa che ha seguito l'annuncio della aggiudicazione da parte di Microsoft viene specificato “che la gara è stata portata avanti secondo le leggi”. E che tutti i concorrenti “sono stati valutati con equità”. Siamo sorpresi per le conclusioni”, scrive in una nota il portavoce di Amazon, Drew Herdener.

4) La ritirata di Amazon
Bezos con i suoi piani da imperatore del pianeta e la sua società ubiqua, con l'idea addirittura di creare delle colonie di abitanti nello spazio, si lecca le ferite. Amazon a inizio anno aveva deciso di realizzare uno dei suoi due nuovi headquarter a poca distanza dal Pentagono, proprio in vista di questo contratto da 10 miliardi, sfumato per l'ostilità del presidente repubblicano. “It's a lot of bananas”, dicono gli americani. Tanti soldi che prendono un'altra direzione.
Trump non ama Bezos, ma per gli americani, anche per i tanti repubblicani, quest'uomo è il simbolo della convenienza e dell'abbondanza. Amazon è diventato il supermercato degli americani, dove si trova tutto “a prezzi più convenienti dei tradizionali mall”, dicono in tanti.

5) L’impero di Bezos
Jeffrey Preston Bezos, detto Jeff, classe 1964, è cresciuto tra Houston e Miami. Quando era allle superiori in Florida lavorava da McDonalds come tanti ragazzi. Uno come tanti ma con una passione sfegatata per la scienza e la fantascienza: suo nonno quando lui era ragazzo ha contribuito a sviluppare i sistemi missilistici del Pentagono e ha avuto la supervisione dei laboratori nucleari americani in Texas. Il giovane Jeff si laurea in ingegneria elettronica a Princeton, in New Jersey, a poca distanza da New York. Tra il 1986 e il 1994 muove i suoi primi passi nel mondo del lavoro in società finanziarie a Wall Street. Fino alla decisione di seguire l'epopea della nuova frontiera del nascente web nell'Ovest e di trasferirsi con la giovane scrittrice, ormai ex moglie, Tuttle MacKenzie a Seattle per fondare in un garage il 5 luglio del ’94 Amazon per vendere libri. Da allora il garage è diventato un impero arrivato a superare i mille miliardi di dollari di valore in Borsa, un impero dove non tramonta mai il sole come il Sacro romano impero di Carlo V. Bezos è ormai entrato di diritto nel Pantheon degli imprenditori che hanno fatto grande l'America. Come Andrew Carnegie che aveva creato lo scheletro delle ferrovie e delle città americane o John Rockefeller che con il suo petrolio aveva illuminato l'America prima dell'era elettrica, o come ancora Bill Gates che ha creato un sistema operativo che fa girare i computer nel mondo, Bezos ha sviluppato il negozio degli americani sulla rete.
Il suo impero negli anni si è allargato a praticamente tutti i settori economici, con una velocità e un'ampiezza che non ha precedenti nella storia del capitalismo americano. Lo scrittore giornalista Franklyn Foer lo ha raccontato di recente in un interessante saggio su The Atlantic, al termine di un lavoro di scavo durato cinque mesi. L’ecommerce, lo streaming, il venture capital, la musica, i video giochi, le produzioni cinematografiche.
La sua passione per lo spazio lo ha spinto nel 2000 a fondare la sua società aerospaziale Blue Origin per sviluppare voli orbitali e prodotti aerospaziali. Ora lavora per la creazione di colonie spaziali abitate dall'uomo, la nuova frontiera che Bezos sogna di far decollare nell’universo, il mondo lo ha già conquistato: dal 2016, per questo, ogni anno vende 1 miliardo di dollari delle sue azioni di Amazon e le investe in Blue Origin.

6) Lo sfruttamento dei dati di Amazon Prime
L'impero di Bezos si è allargato a Hollywood, negli studios per produrre film e serie tv: solo nell'ultimo anno ha investito 5-6 miliardi di dollari. Anche lì ha sviluppato un nuovo modo di scegliere le produzioni, che sono completamente guidate dai big data per capire che cosa le persone vogliono realmente vedere nell'entertainment, in un mix tra scienza e arte, creatività e matematica che caratterizza molte delle sue scelte.
Bezos analizza le abitudini delle ricerche delle persone che scelgono i suoi servizi Prime, per capire che cosa vedono, che cosa comprano, che cosa desiderano. I video, la musica e i videogiochi fanno parte dell'ecosistema per mantenere gli abbonamenti dei suoi clienti Prime. Per dire: la sua piattaforma di videogame Twitch ogni giorno ha 15 milioni di utenti collegati negli Stati Uniti. Così che diventa sempre più difficile per gli abbonati a Prime, tra video, musica e games calcolare i vantaggi in termini economici dei loro abbonamenti annuali e soprattutto farne a meno.

7) 750mila dipendenti
Negli ultimi tre mesi, sempre per Prime, Amazon ha investito 1,5 miliardi di dollari, il doppio rispetto al previsto, per diminuire da due a un giorno il tempo di consegna delle sue merci. Ha assunto altre 100mila personee ha allargato il suo network di logistica, con più camion e aerei. “È un grande investimento – ha detto il ceo Jeff Bezos – ed è la decisione a lungo termine giusta da prendere per i nostri clienti”.
Amazon ha così visto schizzare la sua forza lavoro, salita a fine settembre nel mondo a 750mila persone, con un incremento nel trimestre, come accennato, di circa 100mila persone: non solo i lavoratori nei magazzini di logistica, ma anche ingegneri e figure commerciali per i servizi cloud. Amazon è ormai il secondo più grande datore di lavoro privato degli Stati Uniti dopo WalMart.

8) Un’espansione continua
Grazie alle consegne rapide, al sistema di fidelizzazione e all’entertainment gli abbonati aumentano. Di pari passo aumentano gli acquisti degli americani, soprattutto da parte di quelli con più capacità di spesa che vivono negli stati a maggioranza repubblicana: secondo uno studio di Consumer Intelligence gli abbonati a Prime negli Stati Uniti spendono 1.400 dollari all'anno su Amazon, contro i 600 dollari in media dei non abbonati. Ogni anno quando gli abbonati, grazie agli sconti, alle consegne veloci, allo streaming e a tutto il resto, rinnovano automaticamente i loro abbonamenti la società di Bezos si ritrova in cassa miliardi di dollari. Insomma, un supereroe dall'impero planetario e dai superpoteri. Il marketplace di Amazon poi ha allargato in maniera esponenziale la rete dei venditori del sito, fino in Asia. Una rete che connette le case americane direttamente alle fabbriche in Cina. Se ne è accorta anche Nike che ha dovuto correre ai ripari per evitare di perdere troppi ricavi ed ha aperto un suo negozio online.

9) Bezos sempre vincitore
Ogni prodotto, qualsiasi oggetto, può essere trovato su Amazon che offre ormai la più grande esperienza di acquisto mai esistita nel mondo. Questo però significa anche che c'è una concentrazione di mercato in una sola azienda. Gli speaker Alexa di Amazon hanno il potere di trasformare le parole in azioni elettroniche – “Alexa accendi la luce” – ma sono anche una enorme e forse preoccupante opportunità di raccolta dati per la società. Un Grande fratello che monitora tutte le scelte, i gusti e le abitudini.
Amazon è diventata la infrastruttura di consumo e di intrattenimento degli americani. I suoi lavoratori in un futuro non troppo lontano forse divideranno gli ambienti di lavoro con i robot, con i droni per consegnare le merci che popoleranno i cieli urbani. Il sito di e-commerce è talmente potente da poter determinare quale industria prospererà nel futuro e quale invece no. Gli investimenti del suo fondatore forse cambieranno anche i viaggi spaziali. Fantascienza che si avvicina.
Il sistema politico, a parte lo stop di Trump al mega appalto da dieci miliardi, finora non è stato capace di far fronte a questa incredibile estensione di potere che tocca tutti i settori dell’economia e mette in crisi tante aziende “tradizionali”. Bezos, nonostante la battuta d'arresto con il Pentagono, ha vinto la sua sfida con il capitalismo. La domanda a cui però manca ancora una risposta è se questo sistema vada d'accordo in todo con la parola concorrenza e soprattutto con la democrazia.