[Disarmo] Fwd: cosa dice Miko Peled, un "israeliano al contrario"?
- Subject: [Disarmo] Fwd: cosa dice Miko Peled, un "israeliano al contrario"?
- From: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
- Date: Mon, 14 Oct 2019 07:45:13 +0200
Da: Filippo Bianchetti <filippo at bianchetti.org>
Date: dom 13 ott 2019, 13:35
Subject: cosa dice Miko Peled, un "israeliano al contrario"?
To: filippo at bianchetti.org <filippo at bianchetti.org>
Il 10 ottobre sono stato alla Bicocca a sentire Miko Peled.
Il giorno rima aveva parlato agli studenti della facoltà di
scienze politiche; di questo incontro esiste il filmato, per cui
rimando a quello per sentire di persona le argomentazioni di
questo "israeliano al contrario"; val la pena, e lo trovi qui https://we.tl/t-G9AoxQOanj .
Miko ha scritto due libri : "The
general's son" e "Injustice" , tradotti e pubblicati in molte
lingue, ma non in italiano; il suo sito è www.mikopeled.com .
Miko è molto alla mano, non si dà arie in nessun modo, ed appare tanto misurato e tranquillo in privato quanto coinvolgente, chiaro, trasparente, generoso ed anche appassionato di fronte a circa 200 studenti di psicologia; studenti che hanno ascoltato e capito, e si sono anche dichiaratamente commossi, scrosciando in due grandi applausi, sia dopo la sua esposizione che alla fine, dopo le domande e risposte.
Nessuna interferenza della Digos, che pure era presente fuori dalla grande aula.
Ottima presentazione di Guido Veronese, che ha inserito Miko nel
programma del suo corso di Psicologia clinica di comunità dicendo
più o meno: "osserviamo come le forme del potere costruiscono
strutture coloniali che creano l' oppressore e l' oppresso, con le
relative conseguenze sulla salute mentale, la violenza politica,
la violenza di genere, ....; ecco che questo relatore, con la sua
esperienza diretta dell' oppressione, sia esercitata che subita,
ci può essere utile per investigare questo tema".
Sottolineo solo alcune delle cose qui dette da MIKO:
Parlando a psicologi gli dev' esser venuto naturale esordire con
le motivazioni personali che lo hanno portato, dal 1997 in poi, e
rovesciare totalmente la sua visione ed a cambiare completamente
vita. Anche lui, fino allo shock della tragica uccisione della
nipote 13 enne per un attacco suicida palestinese, era vissuto
nella convinzione (generalizzata, in Israele) che i palestinesi
fossero sottosviluppati, ignoranti, sporchi, cattivi, degli esseri
spregevoli a confronto dei luminosi esempi dei grandi isareliani
"doc" della sua famiglia; il padre fu un generale nella guerra dei
6 giorni (1967), e di sè lui dice: "anch' io sono un
colonizzatore". Preso il coraggio dalla disperazione per la
tragedia e dal bisogno di capire, ha attraversato quel confine
così vicino, che nessun israeliano supera mai se non in divisa e
col fucile in mano, e si è reso conto.
Molto netto nel proporre il BDS, anche se in quel contesto di lezione di psicologia poteva apparire come una forzatura, ma lo ha presentato come la necessità di dare una speranza, sia per i palestinesi che per gli israeliani:
-"Chi chiede giustizia, uguaglianza, libertà (sono le tre richieste della chiamata palestinese al BDS, nel 2005) è antisemita? Ci sono anche ebrei che sostengono il BDS, pochissimi in Israele, tanti nel mondo. Ammetto con tristezza che a pensarla come me sono molto pochi, in Israele".
-"La generazione successiva ci giudicherà, e ci chiederanno: voi
cosa avete fatto di fronte a questi orrori? Beh, sarete orgogliosi
di aver partecipato anche voi per quanto potevate a questa lotta
di liberazione."
Racconto più estesamente delle domande e risposte seguite alla
sua esposizione, perchè queste sono state ovviamente diverse
da quelle sentite a scienze politiche:
Domanda:" Lei ha problemi di sicurezza, fuori da Israele? E può
rientrare in Israele, o le è vietato?". Risposta laconica: "nessun
problema di sicurezza, e posso rientrare come e quando voglio. Io
sono un privilegiato, comunque". Efficacissimo; così è apparso
chiaro quanto sia per assurdo confermato il carattere
antidemocratico e razzista di quello stato: uno potrebbe dire
"vedi quanto sono tolleranti ed aperti gli israeliani", mentre in
realtà lo lasciano libero e tranquillo solo perchè è dei loro, a
prescindere da come la pensi. Sappiamo come trattano quelli che
non sono dei loro, a prescindere da come la pensino.
Domanda:" Come è possibile che tutto il mondo non si accorga, non intervenga?". Risposta:" E' il frutto di una cultura profondamente razzista. Oggi sul vostro quotidiano ci sono due pagine sulla terribile uccisione di due-tre ebrei da parte di un razzista in Germania; ebbene, in Palestina gli israeliani uccidono ogni giorno almeno due-tre palestinesi, da molti anni...; se non se ne parla sui vostri giornali è perchè qui certi morti contano, altri no".
Domanda: "Come si spiega che i sopravvissuti all' olocausto facciano queste cose ai palestinesi?". Risposta: "I sopravvissuti sono persone diverse da quelle che hanno governato Israele; ben pochi sopravvissuti sono andati a vivere in Israele".
Domanda: "come giudica il terrorismo che si vede in Israele e quello che si manifesta nelle città europee, come successo a Parigi per esempio?". Risposta: "Non si possono paragonare cose diverse; in ogni caso rifiuto di definire "terrorismo" la lotta palestines; anche quando è armata e coinvolge civili come mia nipote è resistenza, per una liberazione. Terrorista ed oppressore è lo stato israeliano, attraverso il suo braccio armato, uno degli eserciti più forti del mondo, che non vuole liberare proprio niente, anzi. Quando Israele chiese ad Hamas di far cessare gli attacchi palestinesi contro civili rifiutò la contro-proposta di Hamas di fare entrambi la stessa cosa".
Domanda: "che pensa dell' importanza della narrazione religiosa nel sionismo?". Risposta: "fra i peggiori nemici del sionismo ci sono religiosi ortodossi; la religione non c' entra, ma viene <usata>".
Domanda; "Israele ospita Eurovision, o il Giro d' Italia. Che ne
pensa?". Risposta: " è un lavaggio dell' immagine, occorre
boicottare questi eventi, basta chiedere <perchè non ci sono
palestinesi?>, e dire <io non partecipo all' oppressione dei
palestinesi>".
Domanda: "lei parla della storia, del passato; ma oggi non
sarebbe ora di guardare avanti, invitando i due contendenti alla
convivenza, invece di continuare a chiedersi chi ha
cominciato?". Risposta: "i crimini israeliani non sono mai
cessati, continuano tuttora, ogni giorno; tre crimini
caratterizzano tutta la storia di Israele, dalla fondazione ad
oggi: il genocidio, la pulizia etnica e l' apartheid. La
convivenza? I palestinesi non avrebbero problemi, sono gli
israeliani l' ostacolo".
Ciao
filippo bianchetti
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