[Disarmo] Fwd: cosa dice Miko Peled, un "israeliano al contrario"?




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Da: Filippo Bianchetti <filippo at bianchetti.org>
Date: dom 13 ott 2019, 13:35
Subject: cosa dice Miko Peled, un "israeliano al contrario"?
To: filippo at bianchetti.org <filippo at bianchetti.org>


Il 10 ottobre sono stato alla Bicocca a sentire Miko Peled.

Il giorno rima aveva parlato  agli studenti della facoltà di scienze politiche; di questo incontro esiste il filmato, per cui rimando a quello per sentire di persona le argomentazioni di questo "israeliano al contrario"; val la pena, e lo trovi qui https://we.tl/t-G9AoxQOanj . Miko ha scritto due libri : "The general's son" e "Injustice" , tradotti e pubblicati in molte lingue, ma non in italiano; il suo sito è www.mikopeled.com .

Miko è molto alla mano, non si dà arie in nessun modo, ed appare tanto misurato e tranquillo in privato quanto coinvolgente, chiaro, trasparente, generoso ed anche appassionato di fronte a circa 200 studenti di psicologia; studenti che  hanno ascoltato e capito, e si sono anche dichiaratamente commossi, scrosciando in due grandi applausi, sia dopo la sua esposizione che alla fine, dopo le domande e risposte.

Nessuna interferenza della Digos, che pure era presente fuori dalla grande aula.

Ottima presentazione di Guido Veronese, che ha inserito Miko nel programma del suo corso di Psicologia clinica di comunità  dicendo più o meno: "osserviamo come le forme del potere costruiscono strutture coloniali che creano l' oppressore e l' oppresso, con le relative conseguenze sulla salute mentale, la violenza politica, la violenza di genere, ....; ecco che questo relatore, con la sua esperienza diretta dell' oppressione, sia esercitata che subita, ci può essere utile per investigare questo tema".

Sottolineo solo alcune delle cose qui dette da MIKO:

Parlando a psicologi gli dev' esser venuto naturale esordire con le motivazioni personali che lo hanno portato, dal 1997 in poi, e rovesciare totalmente la sua visione ed a cambiare completamente vita. Anche lui, fino allo shock  della tragica uccisione della nipote 13 enne per un attacco suicida palestinese, era vissuto nella convinzione (generalizzata, in Israele) che i palestinesi fossero sottosviluppati, ignoranti, sporchi, cattivi, degli esseri spregevoli a confronto dei luminosi esempi dei grandi isareliani "doc" della sua famiglia; il padre fu un generale nella guerra dei 6 giorni (1967), e di sè lui dice: "anch' io sono un colonizzatore".  Preso il coraggio dalla disperazione per la tragedia e dal bisogno di capire, ha attraversato quel confine così vicino, che nessun israeliano supera mai se non in divisa e col fucile in mano, e si è reso conto.

Molto netto nel proporre il BDS, anche se in quel contesto di lezione di psicologia poteva apparire come una forzatura, ma lo ha presentato come la necessità di dare una speranza, sia per i palestinesi che per gli israeliani:

-"Chi chiede giustizia, uguaglianza, libertà (sono le tre richieste della chiamata palestinese al BDS, nel 2005) è antisemita? Ci sono anche ebrei che sostengono il BDS, pochissimi in Israele, tanti nel mondo. Ammetto con tristezza che a pensarla come me sono molto pochi, in Israele".

-"La generazione successiva ci giudicherà, e ci chiederanno: voi cosa avete fatto di fronte a questi orrori? Beh, sarete orgogliosi di aver partecipato anche voi per quanto potevate a questa lotta di liberazione."

Racconto più estesamente delle domande e risposte seguite alla sua esposizione, perchè queste sono state ovviamente diverse da quelle sentite a scienze politiche:

Domanda:" Lei ha problemi di sicurezza, fuori da Israele? E può rientrare in Israele, o le è vietato?". Risposta laconica: "nessun problema di sicurezza, e posso rientrare come e quando voglio. Io sono un privilegiato, comunque". Efficacissimo; così è apparso chiaro quanto sia per assurdo confermato il carattere antidemocratico e razzista di quello stato: uno potrebbe dire "vedi quanto sono tolleranti ed aperti gli israeliani", mentre in realtà lo lasciano libero e tranquillo solo perchè è dei loro, a prescindere da come la pensi. Sappiamo come trattano quelli che non sono dei loro, a prescindere da come la pensino.

Domanda:" Come è possibile che tutto il mondo non si accorga, non intervenga?". Risposta:" E' il frutto di una cultura profondamente razzista. Oggi sul vostro quotidiano ci sono due pagine sulla terribile uccisione di due-tre ebrei da parte di un  razzista in Germania; ebbene, in Palestina gli israeliani uccidono ogni giorno almeno due-tre palestinesi, da molti anni...; se non se ne parla sui vostri giornali è perchè qui certi morti contano, altri no".

Domanda: "Come si spiega che i sopravvissuti all' olocausto facciano queste cose ai palestinesi?". Risposta: "I sopravvissuti sono persone diverse da quelle che hanno governato Israele; ben pochi sopravvissuti sono andati a vivere in Israele".

Domanda: "come giudica il terrorismo che si vede in Israele e quello che si manifesta nelle città europee, come successo a Parigi per esempio?". Risposta: "Non si possono paragonare cose diverse; in ogni caso rifiuto di definire "terrorismo" la lotta palestines; anche quando è armata e coinvolge civili come mia nipote è  resistenza, per una liberazione. Terrorista ed oppressore è lo stato israeliano, attraverso il suo braccio armato, uno degli eserciti più forti del mondo, che non vuole liberare proprio niente, anzi. Quando Israele chiese ad Hamas di far cessare gli attacchi palestinesi contro civili rifiutò la contro-proposta di Hamas di fare entrambi la stessa cosa".

Domanda: "che pensa dell' importanza della narrazione religiosa nel sionismo?". Risposta: "fra i peggiori nemici del sionismo ci sono religiosi ortodossi; la religione non c' entra, ma viene <usata>".

Domanda; "Israele ospita Eurovision, o il Giro d' Italia. Che ne pensa?". Risposta: " è un lavaggio dell' immagine, occorre boicottare questi eventi, basta chiedere <perchè non ci sono palestinesi?>, e dire <io non partecipo all' oppressione dei palestinesi>".

Domanda: "lei parla della storia, del passato; ma oggi non sarebbe ora di guardare avanti, invitando i due contendenti alla convivenza, invece di continuare a chiedersi chi ha cominciato?".   Risposta: "i crimini israeliani non sono mai cessati, continuano tuttora, ogni giorno; tre crimini caratterizzano tutta la storia di Israele, dalla fondazione ad oggi: il genocidio, la pulizia etnica e l' apartheid. La convivenza? I palestinesi non avrebbero problemi, sono gli israeliani l' ostacolo". 


Ciao

filippo bianchetti