L’ho
                    incontrato nuovamente poche settimane fa. Lenin
                    Moreno, il successore di Correa, aveva capitolato a
                    tutti i livelli, davanti all’impero statunitense.
                    L’ambasciata era diventata un carcere, la salute di
                    Julian si era deteriorata. Non aveva dubbi sul fatto
                    che Moreno avrebbe risposto positivamente alla
                    richiesta di espellerlo dall’ambasciata. La
                    richiesta di estradizione da parte di Washington non
                    era più un segreto.
                  E IERI L’AMBASCIATA lo
                    ha consegnato alla polizia britannica. Se vivessimo
                    in un mondo dove le leggi sono rispettate, Assange
                    sarebbe processato per violazione delle norme sulla
                    cauzione (un reato non grave), multato o tenuto in
                    carcere per poche settimane e poi rilasciato per
                    permettergli di far ritorno nella sua Australia. Ma
                    sia il Regno unito che l’Australia sono satrapi
                    imperiali, acquiescenti alle richieste degli Stati
                    uniti. Lo Stato segreto (non così segreto) in
                    entrambi i paesi lavora in stretto contatto con i
                    padroni statunitensi, o meglio ai loro ordini.
                  Perché
                    lo vogliono così tanto? Perché serva da esempio.
                    Vogliono imprigionarlo e isolarlo come monito, così
                    da evitare che altri seguano il cammino di
                    WikiLeaks. Chelsea Manning è stata nuovamente
                    arrestata perché ha rifiutato di testimoniare contro
                    di lui davanti al Grand Jury. Dal momento che i
                    servizi segreti russi e cinesi sono piuttosto al
                    corrente delle mosse degli Usa nella maggior parte
                    del mondo, la minaccia posta da WikiLeaks consisteva
                    nel fare arrivare le informazioni a ogni cittadino
                    in possesso di un computer, in qualunque parte del
                    mondo.
                  LA POLITICA ESTERA degli
                    Stati uniti e dell’Unione europea e le loro guerre
                    post-11 settembre si sono fondate su menzogne,
                    promosse dalle reti televisive e dai media globali e
                    spesso credute dalla maggioranza dei cittadini
                    nordamericani ed europei. Le informazioni che
                    smascherano queste bugie smontano le scuse – i
                    diritti umani, la democrazia, la libertà… – avanzate
                    per giustificare le guerre. WikiLeaks ha esposto
                    tutto questo, pubblicando documenti classificati in
                    grado di illuminare a giorno le motivazioni reali.
                  È UN RECORD INCREDIBILE.
                    Allo stato attuale, WikiLeaks ha pubblicato tre
                    milioni di documenti diplomatici e altre
                    registrazioni del Dipartimento di Stato, per un
                    totale di oltre due miliardi di parole. Un corpus
                    incredibile e insuperabile che se fosse stampato
                    arriverebbe a migliaia di volumi, qualcosa di
                    completamente nuovo nel mondo. Ecco dove Internet
                    diventa una forza sovversiva, in grado di sfidare le
                    reti di propaganda dell’ordine esistente. Assange e
                    i suoi colleghi hanno dichiarato apertamente che i
                    loro bersagli principali erano l’impero statunitense
                    e le sue operazioni globali.
                  La
                    risposta delle istituzioni Usa è stata isterica e
                    comica. La Libreria del Congresso ha bloccato
                    l’accesso Internet a WikiLeaks. Gli Archivi
                    nazionali statunitensi hanno bloccato anche
                    l’accesso al proprio database riguardo alla parola
                    «WikiLeaks». Il tabù è diventato assurdo, come un
                    cane che abbaia insensatamente a qualunque cosa,
                    anche alla propria coda.
                  COME HA DETTO Julian
                    Assange: «Nel marzo 2012, il Pentagono ha
                    addirittura creato un filtro automatico per bloccare
                    i messaggi di posta elettronica, compresi quelli
                    destinati al Pentagono, che contenessero la parola
                    WikiLeaks». E così, i procuratori del Pentagono che
                    accumulavano le prove contro l’analista di
                    intelligence statunitense Manning, accusata di
                    essere la fonte di WikiLeaks, non riuscivano a
                    ricevere importanti email da parte del giudice o
                    della difesa. Il governo britannico ripete che
                    rispetterà le leggi. Vedremo. Il Dipartimento della
                    giustizia statunitense ha dichiarato che negli Usa
                    Assange potrebbe essere condannato a cinque anni di
                    carcere. Diane Abbot, membro influente del governo
                    ombra di Jeremy Corbyn, ieri ha detto in Parlamento:
                    «Vogliamo sottolineare che la ragione per la quale
                    parliamo di Julian Assange questo pomeriggio –
                    siccome l’unica imputazione che potrebbe essergli
                    mossa in questo paese riguarda la violazione dei
                    termini della cauzione – ha interamente a che vedere
                    con le attività di denuncia di Julian Assange e di
                    WikiLeaks.
                  Questo
                    lavoro ha smascherato guerre illegali, omicidi di
                    massa, uccisioni di civili e casi di corruzione su
                    grande scala, e ha messo Assange nel mirino
                    dell’amministrazione statunitense.» Abbot ha
                    aggiunto: «Julian Assange non viene perseguito per
                    proteggere la sicurezza nazionale degli Stati uniti,
                    ma perché ha esposto i crimini delle amministrazioni
                    statunitensi e delle relative forze armate»
                  I PROSSIMI GIORNI e
                    settimane ci diranno. Intanto, WikiLeaks e il suo
                    fondatore meritano la solidarietà di tutti coloro i
                    quali ritengono che i cittadini del mondo non
                    debbano essere trattati come bambini e che la
                    maggior parte dei politici nell’orbita statunitense
                    ed europea non siano degni di fiducia e cerchino in
                    tutti i modi di evitare che le loro menzogne, la
                    loro corruzione siano resi noti al mondo.