Re: [Disarmo] Fwd: Fwd: [ReteDisarmo] COMUNICATO ai MEDIA - Nuova nave-cargo in arrivo a Genova: gravissime le responsabilità del Governo, rinnoviamo il nostro appello ai portuali



La nave non carica i generatori.

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Il giorno mer 19 giu 2019 alle ore 12:59 Luigi Guasco <disarmo at peacelink.it> ha scritto:


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Da: Riccardo Degl'Innocenti <riccardo.deglinnocenti at fastwebnet.it>
Date: mer 19 giu 2019 alle ore 11:49
Subject: R: [Disarmo] Fwd: [ReteDisarmo] COMUNICATO ai MEDIA - Nuova nave-cargo in arrivo a Genova: gravissime le responsabilità del Governo, rinnoviamo il nostro appello ai portuali
To: Luigi Guasco <luigiguasco6 at gmail.com>


COMUNICATO STAMPA
GIOVEDI’ 20 GIUGNO ASTENSIONE DAL LAVORO PER IL PERSONALE DESTINATO AL CARICO DI MATERIALE BELLICO SULLA MOTONAVE BAHRI JAZAN. PRESIDIO A PONTE ETIOPIA
Genova, 18 giugno 2019. La Filt Cgil di Genova proclama l’astensione, per la giornata di giovedì 20 giugno, per i lavoratori destinati al carico di materiale bellico sulla motonave “Bahri Jazan”.
La decisione è stata assunta a seguito di quanto accaduto dopo la protesta del 20 maggio in occasione dell’arrivo della Bahri Yanbu. Lo scenario che ha giustificato la protesta del maggio scorso è rimasto immutato e questo nonostante le rassicurazioni del produttore dei generatori, la Teknel, al centro della vicenda all’Autorità di Sistema Portuale e ai rappresentanti del Terminal GMT/CSM, nella riunione del 3 giugno. In quell’incontro, al quale hanno partecipato rappresentanti della Filt Cgil e della Camera del Lavoro, non è stato prodotto alcun accordo, ma un semplice verbale di incontro, che prendeva atto della documentazione presentata dalla stessa azienda produttrice e successivamente inoltrato alla Prefettura per ulteriori verifiche e valutazioni. Il verbale di riunione illustra come sia stato lo stesso produttore a fornire documentazione circa la destinazione ad uso civile del carico, poi smentito dalla classificazione di quel materiale come bellico.
Per questi motivi è stata proclamata la mobilitazione del 20 giugno quando si riproporrà lo stesso problema sulla motonave Bahri Jazan. In questo modo pensiamo di poter dare un contributo al nascere di una discussione pubblica rispetto ad un problema grave come quello della guerra nello Yemen dove negli ultimi 3 anni e mezzo, il conflitto ha provocato oltre 10 mila morti e dove più di 22 milioni di persone si trovano in situazioni di estremo bisogno e dipendenti per la propria sopravvivenza dagli aiuti umanitari.
Nonostante i due ordini del giorno votati all’unanimità da Regione Liguria e Comune di Genova  per sollecitare un intervento nazionale, richiamando la legge 185 del 1990, la posizione comune 2008/944/PESC del consiglio dell’Unione Europea, la risoluzione del 3/10/2018 del Parlamento Europeo dove si parla di crimini di guerra, di continue violenze su quel  territorio e di attacchi nei confronti della popolazione, ancora oggi dal nostro Governo non si percepisce alcuna volontà di vietare i traffici di armi verso quei territori, come peraltro avvenuto da parte di altri Stati europei.
Il mondo del lavoro richiama la politica tutta, il parlamento ed il Governo, ad attivarsi per fermare quanto sta avvenendo nel dimenticato territorio Yemenita dove giornalmente si segnalano gravi violazioni al diritto internazionale.
L’appuntamento è fissato per giovedì mattina dalle ore 6.00 con un presidio davanti a Ponte Etiopia e invitiamo sin d’ora i lavoratori fuori dal servizio e la popolazione a partecipare chiedendo nel contempo a tutte le forze politiche l’appoggio e la condivisione espressa alle nostre ragioni negli ordini del giorno approvati in Comune e in Regione.

Filt Cgil Genova e Camera del Lavoro Metropolitana di Genova

oggi alle 17 presidio davanti a palazzo san giorgio e domani alle 6 davanti al varco di ponte etiopia


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Da: Elio Pagani <disarmo at peacelink.it>
Date: mar 18 giu 2019 alle ore 16:03
Subject: [Disarmo] Fwd: [ReteDisarmo] COMUNICATO ai MEDIA - Nuova nave-cargo in arrivo a Genova: gravissime le responsabilità del Governo, rinnoviamo il nostro appello ai portuali
To: <disarmo at peacelink.it>



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Da: Rete Disarmo - Segreteria <segreteria at disarmo.org>
Date: mar 18 giu 2019, 12:19
Subject: [ReteDisarmo] COMUNICATO ai MEDIA - Nuova nave-cargo in arrivo a Genova: gravissime le responsabilità del Governo, rinnoviamo il nostro appello ai portuali
To: coordinamento Rete Italiana per il Disarmo <coordinamento_RID at googlegroups.com>


Nuova nave-cargo in arrivo a Genova: gravissime le responsabilità del Governo, rinnoviamo il nostro appello ai portuali

18 giugno 2019

E’ previsto fra due giorni - la mattina di giovedì 20 giugno - l’arrivo nel porto di Genova di un’altra nave-cargo saudita, la Bahri Jazan, con il probabile intento di imbarcare i 4 gruppi elettrogeni della Teknel che, a seguito delle mobilitazioni dei lavoratori portuali, erano stati trasferiti nelle scorse settimane al Centro smistamento merci (Csm) per essere ispezionati. Ancora una volta rinnoviamo il nostro appello al Governo a sospendere immediatamente l’invio di ogni tipo di materiale militare destinato all’Arabia Saudita e contestualmente invitiamo le maestranze del porto di Genova a non prestare il proprio servizio per operazioni di carico di merci e materiali militari o di uso duale destinati ai sauditi.

Come noto, grazie alla mobilitazione dei lavoratori portuali e della società civile, lo scorso 21 maggio la nave cargo saudita Bahri Yanbu è salpata dal porto di Genova senza imbarcare il materiale “dual use”, ma con specifiche anche militari, destinato all’Arabia Saudita. Si tratta di 4 gruppi elettrogeni su rimorchio, dotati di palo telescopico del tipo TK 13046 prodotti dall’azienda Teknel di Roma per alimentare centri di comunicazione, comando e controllo per operazioni di natura aerea e terrestre. Questi generatori – come documenta la Relazione governativa sulle esportazioni di materiali militari (si veda foto allegata) – fanno parte di un ordinativo di 18 gruppi elettrogeni del valore 7.829.780 di euro la cui esportazione è stata autorizzata alla Teknel da parte del competente organo nazionale, l’Autorità nazionale - UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) che fa capo al Ministero degli Esteri. A seguito di questa autorizzazione tali prodotti sono da ritenersi, a tutti gli effetti, materiali ad uso militare sia per la tipologia di materiale sia per il destinatario e utilizzatore finale: la Guardia Nazionale Saudita, corpo di natura militare, secondo molte fonti dispiegato nel conflitto in Yemen.

Non è compito, quindi, né delle autorità locali (Prefettura, Questura, Autorità Portuale ecc.), né dell’azienda e nemmeno dei lavoratori portuali o dei loro sindacati stabilire se si tratta o meno di materiali militari: ciò è già stato definitivamente stabilito dall’Autorità nazionale UAMA che ne ha autorizzato l’esportazione proprio in tale forma e con le opportune procedure.

Dobbiamo purtroppo prendere atto che da parte del Governo italiano non sono ancora giunte decisioni riguardanti il blocco dell'invio di materiali militari verso i Paesi coinvolti nel conflitto in Yemen, come invece fatto da altri Paesi europei nostri partner. Nessuna decisione formale è stata presa nonostante il Presidente del Consiglio Conte abbia dichiarato lo scorso 28 dicembre 2018 davanti alla stampa nazionale e internazionale che «il governo italiano è contrario alla vendita di armi all’Arabia Saudita per il ruolo che sta svolgendo nella guerra in Yemen. Adesso si tratta solamente di formalizzare questa posizione e di trarne delle conseguenze». Nulla di tutto ciò purtroppo è ancora avvenuto.

Anche alla luce di questi ulteriori sviluppi le nostre organizzazioni rinnovano l’appello:

  • al governo italiano di sospendere l’invio di ogni tipo di materiali d’armamento alla coalizione miliare capeggiata dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti che da più di quattro anni è intervenuta nel conflitto in Yemen utilizzando anche bombe aeree di fabbricazione italiana per effettuare bombardamenti indiscriminati che gli esperti delle Nazioni Unite hanno definito come “crimini di guerra”. Queste esportazioni sono in totale contrasto con la legge 185/1990 e col Trattato internazionale sul commercio delle armi (ATT) ratificato dal nostro Paese.

  • al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al Ministro degli Affari Esteri, Enzo Moavero Milanesi, di farsi promotori, presso i paesi dell’Unione europea, di un’istanza di embargo o almeno di sospensione di forniture di armamenti e sistemi militari nei confronti dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti così come richiesto da numerose risoluzioni votate ad ampia maggioranza dal Parlamento europeo.

  • al Parlamento italiano chiediamo di esaminare con attenzione le autorizzazione rilasciate dal governo per forniture di armi italiane nelle zone di conflitto, in particolare per quanto riguarda la guerra in corso in Yemen. In questo senso chiediamo che sia finalmente calendarizzato e affrontato il dibattito in Commissione Esteri alla Camera fermo ormai da troppi mesi pur in presenza di alcuni testi di Risoluzione già formalmente presentati.

  • ai sindacati ed ai lavoratori portuali e aeroportuali chiediamo di mantenere alta l’attenzione su tutti i materiali di tipo militare destinati a Paesi esteri che possono essere utilizzati per commettere gravi violazioni del diritto umanitario e delle convenzioni internazionali sancite dall’Italia. Di rifiutarsi di offrire il proprio lavoro per effettuare trasbordi di questi materiali militari, in particolare di quelli destinati alle forze armate dei Paesi impegnati nel conflitto in Yemen. Chiediamo ai sindacati di predisporre le misure necessarie affinché i lavoratori che non intendono offrire il loro lavoro, siano pienamente tutelati.

  • a tutte le associazioni della società civile ed ai sindacati chiediamo di manifestare la propria adesione a queste richieste e di coordinarsi con le nostre associazioni che hanno ripetutamente chiesto ai precedenti Governi e all’attuale Governo Conte di sospendere l’invio di sistemi militari all’Arabia Saudita.


******

Amnesty International Italia, Comitato per la riconversione RWM e il lavoro sostenibile, Movimento dei Focolari Italia, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Oxfam Italia


In allegato anche una “Nota di Documentazione” elaborata da Opal Brescia relativamente ai gruppi elettrogeni della Teknel S.r.l. fermi a Genova


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Francesco Vignarca
Coordinatore - Rete Italiana per il Disarmo



328/3399267


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